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Walking Around: le più belle dell'Intermot


Avatar Redazionale , il 13/10/06

17 anni fa - Pensieri in libertà sul Salone di Colonia

Pensieri in libertà sul Salone tedesco, raccontato da chi l'ha visto e toccato con mano Voi invece come lo giudicate? E quali sono le vostre moto preferite? Votatele nel nostro sondaggio.


IL SEDENTARIO
A pensarci bene potevo anche farne a meno. Potevo, come fanno in tanti, starmene a casa a cliccare come un forsennato sui vari siti press, scaricare le foto e confezionare dei bei servizi, fatti e finiti. Ma per natura sono troppo curioso e quando arriva un modello nuovo lo voglio vedere, scrutare, toccare. E poi, in questi anni ho imparato che alla fine dal vivo le moto sono sempre differenti da come sono in foto. Sono un po' come le persone: ci sono quelle fotogeniche che poi quando le vedi.... E ci sono quelle che, poverine, in foto proprio non rendono, così rischiano di fare brutta figura senza motivo.

MARATONA TRA GLI STAND Per cui ho calzato un bel paio di scarpe ginniche e assieme a Paolo (che leggete sempre nel settore arancione di MotorBox) ho scarpinato in lungo e in largo per l'Intermot. I Saloni tedeschi hanno una bella caratteristica: ci si lavora benissimo, la giornata stampa è davvero una giornata per soli addetti ai lavori, non c'è calca, non c'è da fare a testate per ritirare una cartella stampa (l'orgia dell'anno scorso allo stand Ducati a Milano sarà certamente restata impressa a molti dei miei colleghi), ci si muove agilmente tra i padiglioni. 


KOELN HOSPITAL
La "Koelnmesse" ha un po' l'aspetto asettico di un ospedale. L'ingresso è ciclopico, tutto in marmo appena lucidato, bagni pulitissimi, hostess poche e nemmeno così appariscenti. Peccato che il giorno operatori sia stato considerato praticamente come un giorno di chiusura per cui non c'era un ristorante aperto manco a pagarlo, e di mangiare non se ne parlava. Dopo tre tartine spizzicate alle conferenze la bocca era arsa come il deserto dei Gobi.


L'OASI NOLAN
In tutto questo, l'oasi per lo scarpinatore affamato era lo stand della Nolan, che oltre a portare un paio di caschi nuovi molto interessanti (l'X-lite X-701 e il Nolan N32) offriva anche l'unico buffet tutto italiano. Tra mozzarelle, alici e grana lo stand del costruttore lombardo era sempre pieno, sopratuttto all'ora di pranzo.

SALONE A METÀ Ma veniamo al dunque, come è stato questo Salone? A mio parere un Salone a metà. Non che siano mancate le novità (lo speciale che abbiamo pubblicato mi pare piuttosto corposo) ma perché in una terra dove i marchi italiani sono spesso osannati, assente ingiustificato è tutto il gruppo Piaggio.

I GRANDI ASSENTI Gli scooter da queste parti interessano poco o niente (infatti, sono proprio messi in disparte) ma non portare a Colonia Aprilia e Guzzi (le ho messe nello speciale perché sono novità ma a Colonia non c'erano) mi pare un vero delitto, o piuttosto mi pare un modo efficace di tirarsi la zappa sui piedi. Piuttosto avrei fatto come Ducati, presente in sordina e senza novità di spicco (non me ne vogliano, ma la sella biposto delle Classic non mi pare una novità da strapparsi i capelli) comunque presente. Piccolo lo stand dell'importatore ma comunque affollato, anche perché la Desmosedici RR stradale e la Hypermotard erano in bella mostra. Non sarò certo il primo a dire che due Saloni così ravvicinati (a novembre ci sarà quello di Milano) non servono a nessuno.


CINA? NO PESARO
In compenso a Colonia c'erano la Morini e la sua Corsaro veloce e, soprattutto, c'era anche la Benelli, che di cinese non ha nemmeno l'ombra (se mi trovate uno con gli occhi a mandorla al loro stand che non sia un visitatore vi pago) ma dei cinesi ha i soldi che l'hanno fatta ripartire con grinta. La sua "Due" bicilindrica naked settemmezzo mi è piaciuta davvero molto ed è una delle novità più interessanti del salone. Piccola, compatta, una vera naked all'italiana. Spero proprio che la versione definitiva si avvicini molto a questa che, per ora, è un prototipo, anche se costruita con materiali veri e non di legno.

ORANGE EDGE Poco più in là c'era la KTM: lo stand arancione colpiva l'attenzione con la sua 690 Supermoto, ennesimo capitolo del Vangelo secondo Kiska. Questa, per esempio, è una delle moto che fanno più bella figura dal vivo, soprattutto nella colorazione nera. Certo il becco lascia un po' perplessi ma nel complesso la moto mi è piaciuta e soprattutto di lei mi piace la tecnica: il motore è davvero piccolo ed è annunciato come il più potente della categoria. Mi prudono le mani.


PRURITO ALLE MANI
Così come mi fanno prudere le mani la Supermoto 950 R e la Megamoto di BMW che senza dubbio è per me la novità più eccitante portata al Salone. Peccato che resterà un sogno per molti. Il prezzo, mi è giunto all'orecchio, sarà anche più alto della HP2 enduro, non so se rendo...

EUROPA VIVACE Comunque bravi gli europei (anche Triumph con la Tiger) mostrano una vitalità davvero notevole che fino a qualche anno fa era propria dei Jap. Propongono, osano, emozionano e non solo con prototipi da favola ma con moto vere e pronte per essere vendute. Per KTM e BMW si tratta praticamente del Salone di casa, logico quindi che abbiano fatto le cose in grande (e anche le nuove mono Bavaresi non sono affatto male). Anche se il padiglione più grande in assoluto era quello di Yamaha.

YAMAHA RIFLESSIVA La Casa dei tre diapason però pare attraversare un momento di riflessione. Dopo averci abituato bene sfornando novità a raffica negli anni passati, quest'anno ha tirato un po' i remi in barca svolgendo diligentementeil compitino di rinnovare la FZ6 e la R1, che in pratica sono rimaste esteticamente le stesse moto di prima, pur se aggiornate nella tecnica (più la R1 che la FZ6 comunque).

SI CAMBIA? Resta da vedere se questa filosofia paghi oppure no. Avere un modello che non muta d'estetica per anni è senz'altro positivo anche nei confronti del mercato dell'usato perché i modelli invecchiano meno precocemente, ma magari chi ha quello vecchio non è nemmeno invogliato a cambiare. Comunque c'è da attendersi che da Yamaha arrivi qualcosa anche a Milano.


KAWAFRIZZANTE
Tra i marchi giapponesi il più vitale è stato Kawasaki, che continua a sfornare novità a raffica: Versys, Z1000, Ninja 600 e addirittura un modello 2008 (la GTR). Ad Akashi da qualche anno a questa parte sono iperattivi e anche coraggiosi dal punto di vista del design. Per esempio, mi piace molto la Ninja, snella e affilata e con un codino che si ripiglia con gli interessi quanto lasciato per strada dalla vecchia versione.

La Versys l'ho davvero rivalutata vedendola dal vivo e soprattutto mi è piacuta una volta che mi ci sono seduto sopra. Le foto non le rendono giustizia. La Z1000 invece mi pare malata di sovradesgin, ha perso un po' della linearità della precedente. La GTR mi piace in qualche particolare ma quello scarico lì... mi sembra la ciminera della centrale elettrica di Piacenza sud, talmente lungo che sporge per 20 cm buoni dalla moto. Da qui al 2008 magari cambiano idea e ne piazzano due di scarichi.

L'ESAGERATA Due sì, ma speriamo non come quelli della Suzuki B-King, altra malata di gigantismo (non è che Kawasaki e Suzuki si forniscono dallo stesso fabbricante di silenziatori?): non solo lunga ma anche larga in modo impressionante nella zona anteriore. E' una moto sfacciata ed esagerata, mi dispiace ma lo stile della MT-01 è tutt a un'altra cosa.


HARLEY, EUROPE
Dell'Harley non sottovalutate l'importanza del prototipo presentato a Colonia. La XR1200 è la prima vera moto HD costruita sui gusti Europei: più una naked che una roadster, e con un motore da 90 cv le prestazioni sono adeguate ai nostri gusti. Me la immagino con due scarichi neri più corti, un codino meno "stretchato" e un manubrio più basso e dritto. Vedo una moto che potrebbe fare faville da noi.

MINI CBR Chiudo con Honda. La CBR è una moto formato Pedrosa, piccola e affilata ma per lei vale il discorso che ho fatto per la Yamaha R1: sembra troppo uguale alla precedente, anche se in realtà è stata cambiata dappertutto.

CALABRONE DISCUSSO E la Hornet? Anche su di lei i designer ci sono andati giù pesante e il risultato è che il nuovo Calabrone ha suscitato un putiferio di commenti negativi sul nostro sito. In effetti, il cambio di rotta effettuato da Honda è stato così netto da spiazzare chi si attendeva una tecnologia aggiornata ma un restyling più moderato. Anche io ero tra questi, sinceramente, faccio un po' fatica a legare l'immagine di questa moto al nome Hornet, ma come tutte le cose nuove occorrerà farci l'abitudine. Certo le citazioni non mancano, stai a vedere che aveva ragione Galluzzi quando disegnò la V-Raptor?


GLI INCONTENTABILI
Di buono la Hornet 2007 ha che è senz'altro più "polposa" di quella vecchia (telaio di alluminio, motore ultima generazione, iniezione elettronica, ABS) anche se non riesco proprio a farmi piacere quel barilotto cromato sotto il motore che funge da camera di compensazione. Certo è che siamo proprio incontentabili, quando una Casa non cambia il modello (vedi la Monster) tutti a criticare che la moto è sempre la stessa. Quando cambia in modo deciso tutti a criticare che era meglio se restava come prima. Ma questi poveri uomini del marketing come faranno a capirci? Mah...


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Pubblicato da Stefano Cordara, 13/10/2006
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