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Paton Gran Premio 500


Avatar Redazionale , il 14/12/09

14 anni fa - L'artigiano milanese torna sulla scena con una moto che vuole essere anche una provocazione. Motore 500 2T, elettronica zero. 190 CV per 135 kg. La GP 500 dei giorni nostri destinata a chi ama le sensazioni forti.

L'artigiano milanese torna sulla scena con una moto che vuole essere anche una provocazione. Motore 500 2T, elettronica zero. 190 CV per 135 kg. La GP 500 dei giorni nostri destinata a chi ama le sensazioni forti.


ELETTRONICA? NO, DUE TEMPI Hai presente le moto di oggi? Quelle con il Ride by Wire, il traction control, l'ABS, le sospensioni elettroniche? Ecco qui siamo proprio su un altro pianeta. Perché per Roberto Pattoni le sportive vere sono tutt'altra cosa. Del resto essendo cresciuto alla scuola del padre Peppino, un mito per l'ambiente dei GP, non poteva che essere così. La famiglia Pattoni, ha mangiato sempre pane e moto (da corsa), è stata capace di far vincere la passione sui budget, realizzando moto da corsa artigianali che correvano nella GP 500.

ROBA D'ALTRI TEMPI Moto che correvano quando per fare un mondiale non dovevi avere né l'hospitality a 3 piani né 200 ingegneri elettronici ma bastava un meccanico in tuta azzurra (quella storica di Peppino Pattoni e un camion-officina). Anche se alla fine in sella c'era gente del calibro di Rainey, Schwantz, Gardner, Lawson e in griglia ci andavano in 36. Insomma, un mondo che non c'è più, ucciso anche da moto sempre più complicate e costose che hanno contribuito a fare sparire gli "artigiani da corsa".


LE VERE GP Secondo chi le ha usate (Valentino Rossi in testa), le 500 GP sono state le ultime vere moto da corsa, animali selvatici quasi indomabili che solo i veri numeri uno del manubrio riuscivano a gestire. Moto esagerate, davanti alle quali le MotoGP 4T di oggi addomesticate dai chip, sembrano dei mansueti cucciolotti. A qualcuno (più di uno) queste moto mancano. Però, se il 2T è ormai bandito dalle competizioni, nessuno vieta di costruire una 500 GP e di venderla a qualche appassionato che vuole rivivere in pista sensazioni davvero "d'altri tempi".

CONTROCORRENTE La Gran Premio 500 nasce proprio per quello, con lei Roberto Pattoni va orgogliosamente controcorrente. Poteva benissimo prendere un bel quattro cilindri 1000, costruirci una ciclistica attorno e fare una special e invece no. Per lui, quell'odore di miscela al due è ancora l'unico odore (anzi profumo) che merita di uscire dallo scarico di una moto da pista. Anacronistico? Forse. Sognatore? Anche. Intanto però si è messo in mente di rifare una GP 500 e l'ha fatta.

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Roberto Pattoni
posa con la
Gran Premio 500
REPLICA GP La Paton Gran Premio 500 si può considerare una vera e propria replica delle moto da GP degli anni 90, con il suo motore V4 a due tempi da 500 cc e 190 cavalli piazzato su una ciclistica ultraleggera per soli 135 kg. Un rapporto peso potenza da far venire i sudori freddi che promette emozioni uniche. La moto, va detto, è assolutamente affascinante, il colore al momento è ancora quello del carbonio ma è logico pensare che sarà il verde (colore storico delle Paton) a prendere posto sulla carenatura. Inutile dire che per gli amanti del genere c'è da andare in visibilio, perdendosi dietro ad ogni particolare. Come le 4 panciute espansioni dello scarico con le saldature a vista o i dischi in carbonio.

A RICHIESTA La Gran Premio 500 2010 è per ora ancora allo stadio prototipale, ma al massimo entro gennaio dovrebbe iniziare a girare in pista e poi… Se c'è qualcuno che la vuole, si faccia avanti.


Pubblicato da Stefano Cordara, 14/12/2009
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