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80 anni di BMW


Avatar Redazionale , il 30/07/03

20 anni fa -

Ne è passato di asfalto sotto le teste sporgenti, ottanta anni esatti dalla presentazione della prima vera moto marchiata con l'elica BMW, la R32. Una storia ricca di successi che vi raccontiamo attraverso le immagini di tutti i modelli prodotti dal 1923 a oggi. Dal primo all'ultimo.

IL PRIMO AMORE Telaio in acciaio ovale doppia culla dal disegno innovativo, twin boxer trasversale di 500 cc, pistoni in lega leggera, albero motore e cambio posti orizzontalmente e trasmissione a cardano: soluzioni tecniche già usate da altre Case nel 1923, ma nessuna le aveva miscelate tutte insieme in un disegno cos'ì armonico. Fu subito amore, anche perché l'R32 non era proprio economica

(vizietto che BMW ha mantenuto nel tempo): 2.200 Marchi di allora e la moto andò a ruba. Se questo non è amore...

IN ORIGINE FU L'ELICA In verità, la storia BMW inizia qualche anno prima, nel '16 durante il primo conflitto mondiale, come produttrice di motori per aerei (ecco spiegato lo strano stemma bianco/azzurro): 6 cilindri da 19 litri (leggasi 19.000 cc) e 226 cv, una scuderia da MotoGP che a sentirla oggi non ci fa né caldo né freddo, ma allora... era tutta un'altra storia.

ARRIVA IL BOXER Nel 1919 terminata la guerra, il trattato di pace impose ai tedeschi di non produrre più motori per aerei e BMW (che allora non si chiamava ancora così) si rimboccò le maniche, reinventandosi un'attività nel settore dei motori per moto, motori modulari da 500 cc a cilindri contrapposti, che si fecero subito notare per la loro grande affidabilità: nacque così il "boxer".

PRIMA LE MOTO Insomma, si potrebbe dire che non tutti i mali vengono per nuocere. Le moto (e non le auto, che arriveranno solo nel 1928) divennero il core-business di BMW. Passione e talento consentirono alla Casa teutonica

di competere con tutti i più noti marchi europei (tra cui molti italiani), ingegnandosi nel trovare sempre nuove e migliori soluzioni ai problemi comfort ed affidabilità.

PURCHE' SIA COMFORT Se nel mondo delle due ruote si sono fatti grandi passi in avanti molto è dovuto alla Bmw: è ai suoi ingegneri, per esempio, che si deve l'invenzione della forcella teleidraulica così come la conosciamo noi oggi. Nel lontano 1935 venne montata per la prima volta sulle R 12 e R 17 e fu subito rivoluzione: due steli indipendenti collegati dalle piastre di sterzo dotate di molle ammortizzate idraulicamente che erano in grado di offrire maggiore comfort e sicurezza di marcia, carte vincenti che BMW porta ancora con sé nel suo DNA.

FORCELLONE Nel tempo il concetto sospensione si è evoluto, l'anno successivo sono arrivate le regolazioni per la forcella con la R 5, mentre per il posteriore si proposero varie alternative, dalla forcella telescopica nel '38, al "forcellone oscillante integrale" nel '55. Anni duri quelli del dopoguerra, ma anche di grande fermento: ogni 12 mesi un modello nuovo, migliorie ai motori monocilindrici e boxer, con una componentistica sempre all'avanguardia, insieme alle vittorie nelle competizioni di durata e velocità.

TANTO SPORT Avete letto bene, gare. Può infatti suonare strano, tutti conosciamo le BMW turisticone tutto comfort o le grosse enduro stradali, ma sportiva una BMW mai, dove si è mai visto? Con quel motore che sporge tutto, non si può mica andare forte, in pista si gratta tutto. È venuto da sorridere anche a noi, ma quando abbiamo provato la R 1100 S in pista al Mugello durante la Boxer Cup, abbiamo dovuto ricrederci: la tedescona si guida un gran bene e per grattare bisogna spingere proprio forte. Una vera sorpresa.

REGINA DEL DESERTO Come deve esser stato nella seconda metà degli anni venti, quando inglesi ed italiani che si contendevano i tempi sul giro, si sono visti arrivare le prime BMW esili e con quel motore lì. Si saranno messi a sorridere come noi, per poi mordersi la lingua quando a furia di correre il boxer iniziò ad imporsi nella categoria di velocità (279,5 km/h nel '37, imbattuto per 14 anni), oppure nelle gare di "durata" come la Sei giorni

internazionale che si teneva in Inghilterra, o la Targa Florio in Sicilia, e negli anni '80 nei rally-raid come la Parigi-Dakar con le R 80 GS per alcuni anni regine incontrastate del deserto.

UN RICCO PALMARES Così come ogni casa che si rispetti, anche BMW ha il suo palmares di vittorie bello ricco: gare di durata, velocità, fuoristrada, in ogni dove la Casa bavarese ci ha piazzato il suo affidabilissimo boxer. Ma

stupire è una delle cose che viene meglio alla Casa dell'elica azzurra. Stile ed intuizioni sono da sempre nel Dna del gruppo tedesco. Lo hanno confermato nel corso degli anni, proprio come all'ultimo Intermot (2002), quando il più classico dei costruttori ha sorpreso tutti presentando il prototipo della odierna R 1150 R Rockster, una vera special di serie, ma sempre in linea con la filosofia BMW.

NEGLI ANNI FEDELE Ed è per questo che piace un po' a tutti (il "giro" per i tedeschi si è allargato negli ultimi tempi grazie anche alle interessanti

monocilindriche), perché non si è mai tradita, rimanendo fedele a se stessa anche quando propone mezzi con un look di "rottura" come la Rockster e la Scarver (una delle moto più interessanti degli ultimi tempi). O quando presenta un motore fuori dalla tradizione BMW, come il 4 cilindri in linea della serie "K" (1983), che tutto sommato non ha mai riscosso tra gli aficionados lo stesso successo del boxer.

FLOP E FUTURO Senza dimenticare il flop commerciale dello scooter col tetto, il C1, un progetto non capito dal mercato probabilmente per problemi di sfasamento tra la maturità del consumatore medio ed il progetto forse troppo avanti coi tempi. Ottant'anni, che la Bmw festeggia in questi giorni con la presentazione della Montauk, ennesima versione  (uno per ogni anno di vita del marchio) della cruiser più famosa di Casa, la CL 1200, di cui vi renderemo conto a breve.

UNA STORIA DA VEDERE Nella gallery qui a fianco trovate invece le immagini e le descrizioni di tutti i modelli prodotti dal 1923 a oggi, una storia raccontata attraverso la vasta produzione Bmw che aiuta a capire meglio i motivi del successo di mondiale di questo marchio motociclistico.


Pubblicato da Alfredo Verdicchio, 30/07/2003
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