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Il Wall Street Journal contro Tesla: solo le raffinerie inquinano di più


Avatar di Emanuele Colombo, il 27/11/24

1 settimana fa - Tesla nel mirino del Wall Street Journal: tutte le accuse

Tesla inquina quasi quanto una raffineria di petrolio
Un articolo sul Wall Street Journal accusa Tesla di inquinare più di qualsiasi altra industria tranne una raffineria di petrolio

Emissioni fuori controllo, sostanze chimiche sversate senza alcuna precauzione nelle fogne: è un j'accuse molto grave quello del Wall Street Journal contro Tesla, che dietro la facciata ecologica e la promessa di una mobilità green sarebbe seconda, per inquinamento, solo a una raffineria di petrolio. Il che, a ben vedere, è già un successo, per chi intende pensionare i combustibili fossili. Ma ironia a parte, dove si colloca il confine tra la tutela dell'ambiente e la mera speculazione?

SI PARTE DAL TEXAS La testata americana, numero uno per diffusione negli Stati Uniti, inizia citando problemi della fabbrica Tesla in Texas, che nel 2022 aumentava la produzione del SUV Model Y per sostenere le promesse fatte da Elon Musk a Wall Street. La porta del gigantesco forno di fusione dello stabilimento non si chiudeva, emettendo tossine nell'aria e alzando le temperature dell'ambiente di lavoro, con gli operai che si trovavano a camminare su un pavimento pieno di fumo, in ambienti surriscaldati fino a quasi 38°C. Acque reflue pericolose portavano vernici, olii e altre sostanze chimiche derivanti dal processo produttivo nel sistema fognario della città: senza alcun trattamento e in violazione delle linee guida statali.

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I DATI DELL'EPA Secondo quanto afferma il WSJ, Tesla avrebbe lasciato in gran parte irrisolti i costosi problemi durante la fase critica di incremento della produzione. Con la conseguenza che uno dei più grandi stabilimenti di automobili al mondo ha scaricato per mesi sostanze inquinanti tossiche nell'ambiente vicino ad Austin. Ma il problema non è circoscritto all'impianto texano. Secondo un'analisi del Wall Street Journal dei dati forniti dall'Environmental Protection Agency (EPA), lo stabilimento Tesla di Fremont, in California, avrebbe accumulato più avvisi per violazioni delle regole sull'inquinamento atmosferico negli ultimi cinque anni rispetto a quasi qualsiasi altro impianto aziendale in California. È secondo solo a una raffineria di proprietà del gigante petrolifero e del gas Chevron, situata nella vicina Richmond.

TESLA NEGA, MA... Quest'anno, i regolatori californiani hanno fatto sapere che Tesla ha violato i permessi per l'inquinamento atmosferico nello stabilimento di Fremont 112 volte negli ultimi cinque anni e hanno affermato che ha ripetutamente fallito nel riparare l'attrezzatura progettata per ridurre le emissioni, rilasciando tonnellate di sostanze chimiche tossiche oltre i limiti consentiti nelle comunità circostanti. ''Anche dopo un'ampia discussione,'' gli sforzi di Tesla ''non sono stati sufficienti per fermare le violazioni,'' si legge nell'ordine di riduzione del Bay Area Air Quality Management District. Tesla ha negato le accuse nel procedimento statale, ma da quando l'ordine è stato emesso, il regolatore avrebbe comunicato 75 ulteriori avvisi di violazione a Tesla, dice un portavoce.

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CONDOTTA TRUFFALDINA ''Tesla mi ha ripetutamente chiesto di mentire al governo in modo che potessero operare senza pagare per i controlli ambientali adeguati,'' avrebbe scritto un membro del personale di conformità ambientale in Texas in un memo ottenuto dal Wall Street Journal. Per quanto riguarda il modo in cui lo stabilimento ha superato le ispezioni con una porta del forno che non si chiudeva e causava una ''foschia costante'' sul pavimento dello stabilimento, il memo afferma che l'azienda ha messo in atto un ''raggiro elaborato'' per ingannare gli ispettori: chiudendo la porta del forno con un sistema provvisorio e riducendo il carburante iniettato all'interno, per abbassarne la temperatura.

LA FINE DEL CERVO Oltre a nascondere i problemi del forno, Tesla avrebbe anche scaricato fanghi e sostanze tossiche nel fiume Colorado, oltre a realizzare una vasca di ''evaporazione'' nella quale riversava acque reflue dalla costruzione, fuoriuscite chimiche dal reparto verniciatura, acido solforico e nitrico. L'acqua colorata di alghe aveva iniziato a odorare di uova marce, hanno detto ex dipendenti, che dicono di aver trovato nel bacino un cervo morto nell'acqua, riporta il Wall Street Journal. Acque inquinate che, almeno in un'occasione, Tesla avrebbe scaricato nelle fogne senza permesso e senza alcun trattamento. Un quadro inquietante che mostra le contraddizioni della presunta rivoluzione green.

CHI LO TOCCA PIÙ? Ora che Musk è stato messo dal Presidente Eletto Donald Trump a capo del Department of Government Efficiency (DOGE), la soluzione potrebbe non essere più quella di rendere le fabbriche Tesla più rispettose delle leggi sull'inquinamento, ma rivedere le leggi stesse. A far temere uno sviluppo di questo tipo sarebbero gli interventi dello stesso Musk, che a valle della nomina si era detto fiducioso di poter tagliare almeno 2 trilioni di dollari dalle spese federali, anche riducendo il personale degli organi regolatori. ''Il mondo sta soffrendo un lento soffocamento per l'eccesso di regole. Ogni anno il cappio si stringe un po' di più. Ora abbiamo finalmente il mandato per cancellare la montagna di regole che non servono il bene superiore'', ha scritto Musk in un Tweet su X (sopra). Quale sia il bene superiore è lecito chiederselo e la locuzione stessa porta alla mente le più fosche pagine della storia dell'uomo. Per approfondire, questo è il link all'articolo originale del Wall Street Journal.


Pubblicato da Emanuele Colombo, 27/11/2024
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