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Editoriale

Le low-cost spariranno, dice Luca De Meo. Avere l'auto sarà da ricchi


Avatar di Emanuele Colombo , il 11/09/22

1 anno fa - Le auto di lusso vendono, le economiche no. Le Case puntano sui ricchi

"L'era delle auto economiche è finita", dice Luca De Meo
Low-cost verso l'estinzione: le case automobilistiche puntano sui clienti più facoltosi. Le auto diventeranno privilegio di pochi?

Nonostante il segnale positivo di agosto 2022, il mercato dell'auto in Italia non ha ancora recuperato le perdite degli anni scorsi, con le vendite che complessivamente segnano ancora un -18,5% anno su anno. Non di meno, le case automobilistiche, con rare eccezioni, stappano lo champagne, dichiarando risultati finanziari molto positivi nel primo semestre 2022 e i top manager incassano bonus profumatissimi. La spiegazione di questa apparente contraddizione la dà Luca De Meo, ora al vertice del gruppo Renault/Dacia e con un passato ai più alti livelli dei gruppi Volkswagen e FCA: ''L'era delle auto economiche è finita: deve esserlo'', ha detto nel corso di un'intervista raccolta dall'inglese Autocar.

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LA SOSTENIBILITÀ... DEL BUSINESS La sostenibilità del business auto, con costi delle materie prime e dell'energia in aumento, oltre agli investimenti necessari per la transizione elettrica, privilegia sempre di più i modelli per clienti ad alto e altissimo potere di spesa. Il lusso, in poche parole. Lasciando sempre più al palo la classe media. L'abbiamo visto con i modelli a motore tradizionale, con i SUV compatti, che senza andare sui modelli propriamente premium non di rado si avvicinano ai 30.000 euro. E la prospettiva per il prossimo futuro è di vedere le utilitarie elettriche in arrivo collocarsi attorno ai 20.000 euro.

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L'AUTO BENE DI LUSSO Il timore che l'auto stia diventando un bene elitario l'avevo già espresso e personalmente trovo ancora più allarmante che a dichiarare la fine dei modelli low-cost sia il costruttore generalista che, con Dacia, ha nell'accessibilità dei propri modelli un indiscutibile punto di forza. D'altra parte, anche la società risulta sempre più spaccata in due, con la media borghesia in via d'estinzione, assorbita dalle classi dei ricchi e dei poveri. E il rischio che i costruttori decidano di lasciare a piedi chi non può permettersi modelli ad alto margine è concreto, se interpreto correttamente le parole di De Meo?

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I RICCHI NON PIANGONO AFFATTO Negli USA si osserva la medesima tendenza e il mercato in maggiore crescita è quello dei modelli premium e super-premium. Auto del calibro di Ferrari, Lamborghini e Bentley hanno venduto quest'anno il 35,6 % in più di cinque anni fa, mentre brand di lusso come BMW, Mercedes e Tesla sono passati da una quota di mercato del 14,1 % nel 2019 al 17,3 % nel giugno 2022: ''E i record di vendita avrebbero anche potuto essere più elevati, se non ci fosse stata penuria di automobili'', dice Tyson Jominy, analista della famosa compagnia J.D. Power.

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SPECCHIO DELLA SOCIETÀ ''Il cambio di rotta degli acquirenti verso il lusso nel settore automobilistico è un altro esempio della spaccatura sempre più ampia che emerge nell'economia statunitense: tra coloro che dispongono di un elevato potere di spesa, che hanno continuato a concedersi il lusso, e gli acquirenti meno abbienti che si sono tirati indietro'', scrive il Wall Street Journal. Di qua come di là dell'Oceano siamo tutti nella stessa barca.

FILOSOFIE A CONFRONTO La risposta alle esigenze del pubblico, nelle intenzioni dei costruttori, sono le formule di finanziamento, noleggio e leasing: ''Quello che conta non è il costo dell'auto, ma il valore della rata'', ci siamo sentiti dire in una recente conferenza stampa. Ma la rata è un esborso costante e ineluttabile: se non paghi perdi l'uso del veicolo. Al contrario un mezzo di proprietà continuerà a svolgere la sua funzione per decenni e posso spalmarne il costo sul periodo che scelgo io: più lungo il periodo, più bassa la rata equivalente di un ipotetico ammortamento.

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DIFENDIAMO L'USATO E se non potremo permetterci il nuovo, compreremo l'usato. Dobbiamo solo impedire che i nostri amministratori lo rendano illegale, obbligandoci a cambiare auto perfettamente efficienti per rincorrere una mobilità pulita che non esiste: non esiste perché l'energia per costruire e far andare le auto è sempre più sporca, con tante nazioni che in mancanza del gas russo riavviano centrali a carbone per alimentare fabbriche e colonnine di ricarica. Ma su questo tornerò in seguito, che di puntini sulle i ce n'è molti da mettere.

Fonti: The Wall Street Journal, Autocar


Pubblicato da Emanuele Colombo, 11/09/2022
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