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Editoriale

Il vero motivo per cui Hertz vende 20.000 auto elettriche


Avatar di Emanuele Colombo , il 14/01/24

3 mesi fa - Hertz vende 20.000 auto elettriche per tornare alle auto tradizionali

Hertz vende 20mila auto elettriche e torna alla benzina
Hertz vende un terzo delle sue auto elettriche negli USA e torna a riempire i parcheggi di auto a motore tradizionale. Come mai?

Il vero obiettivo e le condizioni per cui la transizione all'auto elettrica ha senso l'ho argomentato in un precedente editoriale, ma che ancora i veicoli a batterie non riescano a soddisfare proprio tutte le esigenze con la versatilità di quelli tradizionali lo testimonia l'esperienza del Direttore al volante di EV Cinzia. Un ulteriore segnale forte che i tempi per la rivoluzione dei trasporti siano stati stimati frettolosamente, quantomeno da alcuni, l'ha dato in settimana il colosso degli autonoleggi Hertz Global Holdings Inc. che prevede di vendere ben 20.000 (ventimila) delle sue auto elettriche per tornare a riempire i parcheggi di auto a motore tradizionale. Ventimila auto corrispondono a un terzo della flotta elettrica che Hertz ha negli Stati Uniti e dietro la scelta di venderle ci sarebbe la debole domanda dei clienti nei confronti di questi veicoli. Ma non solo.

COSTOSE DA RIPARARE La mossa di Hertz era già nell'aria: l'aveva anticipata lo scorso ottobre l’amministratore delegato Stephen Scherr, secondo cui i veicoli elettrici comporterebbero costi di riparazione più elevati rispetto al resto delle auto, a svantaggio dei profitti. ''Le spese relative a collisioni e danni, principalmente associate ai veicoli elettrici, sono rimaste elevate nel trimestre, supportando così la decisione dell'azienda di avviare la riduzione materiale della flotta'', ha affermato Hertz. La chiave di lettura ufficiale proposta dalla Compagnia è facile da dare in pasto al pubblico, ma dietro alla questione potrebbero esserci anche altre motivazioni legate a un modello di business tarato ancora per la mobilità tradizionale. Cercando di approfondire il tema, in Rete ho letto un commento interessante. A scriverlo, non era il classico leone da tastiera, ma uno che la materia la conosce, avendo all'attivo un Master in Economics & Management for Infrastructures, Logistics & Transportations conseguito alla prestigiosa Università Bocconi di Milano. Che ho contattato e che della faccenda propone una prospettiva più articolata.

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LA PAROLA ALLA DIFESA Emanuele Mento Salvatori, specializzato nell'analisi dei costi e delle inefficienze, approfondisce la questione con un ragionamento che fa riflettere: ''Negli USA le vetture per il noleggio a breve termine non sono prese con leasing pluriennali, ma in genere annuali o al più biennali. Da un lato, per minimizzare la svalutazione ed evitare le manutenzioni più onerose che percorrenze elevate comportano; dall'altro perché, se le auto vengono consegnate ai noleggiatori prima dell'arrivo sul mercato (in alcuni casi, vi sono allestimenti sviluppati in esclusiva per gli autonoleggi), a una rivendita precoce i veicoli ex flotte diventano ancora più competitivi rispetto al nuovo di concessionario - con i suoi lunghi tempi di consegna - o a un usato non facile da reperire quando si tratta di modelli introdotti da poco sul mercato. Con le auto elettriche, questo business model non funziona più allo stesso modo, perché la loro svalutazione iniziale è maggiore rispetto a quella delle auto endotermiche, a causa della rapida evoluzione della tecnologia delle batterie (senza contare tagli ai listini improvvisi e imprevedibili). Quello che le avvantaggia è un costo operativo inferiore nel lungo periodo. Questo minor costo operativo le renderebbe convenienti se il ricambio della flotta fosse più lento dell'attuale, in quanto la svalutazione rallenterebbe e i minori costi operativi conquisterebbero così un peso maggiore nei bilanci. Tutto ciò, però, costringerebbe le aziende a modificare il loro consolidato business model. Una controprova di questo fatto è che in Europa, dove il modello di business è differente, Hertz non ha per ora seguito la stessa strategia''.

NIENTE FRETTA, PLEASE In pratica, abbracciare oggi l'elettrico non costringe solo i privati a una più attenta pianificazione dei viaggi lunghi, ma significa per le aziende rivedere le proprie dinamiche in materia di flotte in modo più profondo da quanto fin qui ipotizzato. E visto l'impatto delle flotte sui dati di mercato si chiarisce uno dei motivi per cui l'agenzia stampa Bloomberg parla di ''drammatico allontanamento dai veicoli elettrici'' che andrebbe di pari passo con il calo della domanda negli Stati Uniti: le vendite Oltreoceano hanno infatti subito un forte rallentamento nel corso del 2023, aumentando solo dell’1,3% nell’ultimo trimestre. E se il Canada aderisce allo stop delle auto tradizionali nel 2035, nel Vecchio Continente si raccolgono segnali di stanchezza simili a quelli negli USA. ''L’aumento dei prezzi dei nuovi veicoli negli Stati Uniti e in Europa sta lasciando i consumatori a corto di soldi con poca scelta tra le auto economiche – e il divario di accessibilità sta peggiorando con l’ingresso sul mercato di veicoli elettrici a prezzo premium''. L'hype generato dal tema dell'elettrificazione si scontra con una realtà che ha bisogno di tempo per permettere alla transizione di avvenire senza eccessivi traumi. E di un potere d'acquisto che oggi è a disposizione di pochi. Di questo i comuni e gli organi di governo tutti non possono non tenere conto.

Fonti: Bloomberg e Reuters via Automotive News


Pubblicato da Emanuele Colombo, 14/01/2024
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