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Mercedes SLR Roadster


Avatar Redazionale , il 31/07/07

16 anni fa - La variante con tetto in tela della SLR

La variante con tetto in tela della SLR rappresenta l'ultimo tentativo di rianimare un'auto a suo modo straordinaria. Le tre lettere magiche e le ali di gabbiano si intrecciano con il passato sportivo e con la più attuale tecnologia motoristica legata alla Formula Uno.

TO BE OR NON TO BE Il connubio McLaren-Mercedes, attivo la domenica nelle piste, ha dato vita a una straordinaria quanto incompresa supercar. Che, superate le diatribe stilistiche e del mi piace-non mi piace, tenta di coniugare due istanze differenti: la Casa con la stella voleva una GT ultimativa in grando di coniugare lusso, hi-tech e prestazioni mostre; la Casa di Woking voleva in primis un'erede della F1 di Gordon Murray, che aveva riscritto le regole e i parametri delle supercar negli Anni 90. Il risultato, presentato in variante chiusa a Francoforte 2003 è una SLR che ha fatto ripartire il nome e il mito ma che, a giudizio sindacabilissimo di molti puristi, rimane qualcosa di non perfettamente definito.

SI RIPARTE Metà estrema, metà granturismo e con un occhio alla storia del marchio, della SLR si apprezzano le forme esagerate e il cofano lungo, anzi lunghissimo, che avrebbe fatto felice Giacomo Balla o qualche altro futurista. La stessa versione speciale 722 rappresenta la memoria storica della SLR che fu, quella capace di segnare una media superiore ai 190 km/h nel tratto iniziale Brescia-Verona, in una Mille Miglia trionfale. Doppietta con Moss e Fangio, era il 1955.

UN PEZZO DI TELA Cosa aggiunge la variante Roadster? Fondamentalmente niente. O tutto, considerato che tali prodigi meccanici finiscono per gironzolare a Miami, Montecarlo, Dubai e dintorni. Intanto c'è la tela e non tetti rigidi da paguro Bernardo. Il tetto robotico, con tutti i suoi manovellismi, non ha davvero nulla a che fare con lo spirito sportivo. Il tetto in tela poi aggiunge personalità anche quando è chiuso, proprio per il fatto di sembrare fuori posto su una freccia d'argento tutta luccicante. E, una volta raccolto dietro i sedili, trasforma la SLR in un'auto superba.

TRATTI CONOSCIUTI Dal punto di vista stilistico rimane un insieme di ricercatezze. Che, forse, non riescono a trovare la giusta armonia, ma per le quali non si riesce a trattenere l'emozione: dalle quadripartite branchie laterali con le doppie bocche da fuoco (scarico) sottostanti che riecheggiano la nonnina, agli specchietti torniti e appoggiati su due gambi esili, fino ai fanali posteriori "multilivello" e lavorati come un diadema.

PERSONALITÀ AL CARBONIO E poi i tratti distintivi che rendono unica la SLR. Tutta la carrozzeria, in fibra di carbonio per garantire ultraleggerezza e ultrarigidità, esce dalle autoclavi del Quartier generale McLaren di Woking, firmata da Sir Norman Foster, uno degli Architetti dell'auto con la A maiuscola. Il baronetto dalla matita pregiata ha disegnato una fabbrica, se così si può chiamare, che trasfigura perfettamente le linee della freccia d'argento in un insieme talmente pulito e perfettamente formale da inquietare noi latini.

FINEZZE E comunque, indipendentemente dal gusto e dall'arredamento della Casa natale, quante supercar al mondo (Maranello a parte) possono vantare di essere nate nello stesso stabile dove nascono delle F1 vincenti nei Gran Premi? E qui, tra supporti del motore in alluminio, airbrake e diffusori aerodinamici per effetti a deportanza variabile in funzione della velocità non si può dire che manchino tutte le finezze da "manuale dei sogni".

COSA TOGLIE? Rimangono anche le porte con apertura ad ali di gabbiano. Gli altri le usano ai Saloni dell'auto perché fanno scena e le foto degli interni vengono meglio. Con la SLR si possono usare tutti i giorni, e il brivido che regala solo ad accomodarsi nell'abitacolo, dove non manca davvero niente sia in termini di lusso che di ricercatezza, ha davvero pochi eguali.

INTERNI MULTILIVELLO La cabina di pilotaggio non offre spazi infiniti, ci sono comunque interni raffinati con sedili a guscio, dove cruscotto, plancia e strumenti di bordo si inseguono in un gioco di piani sfalsati. E disegnano un ambiente lontano dai sapori spartani delle supercar tuttopista ma anche - non ce ne vogliano stilisti e ideatori - fatalmente distante dalla poesia della "ali di gabbiano" originale. Se vi capita di andare ad una Mille Miglia e buttare l'occhio dentro l'abitacolo della nonnina non serve molto per capirlo.

CARTA IGIENICA Ovviamente il menu tecnologico di bordo prevede tutto il necessario e superfluo, navigatore satellitare compreso. Ben diverso però da quello utilizzato da Stirling Moss per non sbagliare strada nell'edizione trionfale della MM del '55: un navigatore... di carta igienica, con percorsi e disegni ad hoc. Dato che il rumore a bordo rendeva impossibile le conversazioni con il copilota, l'improvvisato roadbook - poco digitale molto manuale - assolse comunque ai suoi compiti nel migliore dei modi.

TUTTO COME PRIMA Particolare invece che interesserà chi poi la userà davvero, il lunotto posteriore riscaldabile e sbrinabile nonostante la capote in tela. Rimangono anche tutti i pregi, i difetti e gli eccessi della SLR. Un motorone supercharged da 5,4 litri e otto cilindri pensato per incutere timore, a partire dal suono, accoppiato al cambio automatico con i paddle al volante. Ci sono cinque marce e differenti tarature - comfort o sport - in base agli umori del pilota. Rimangono le sospensioni tutte d'alluminio a doppi triangoli e soprattutto i freni in carboceramica che tanto schiacciano allo schienale alle alte velocità, quanto bisogna prenderci al mano ad andature da passeggio.

NUMERI DA TOP MODEL? Anche i numeri assoluti non sono limitati dal tetto in tela: 626 cavalli a 6500 giri e una coppia da rinoceronte: 779 Nm pronti al pedale tra i 3.250 e i 5.000 giri. E lo zero-cento si brucia in 3,8 secondi, mentre la barriera dei 300 km/h viene abbondantemente superata (332 la velocità massima). Unico elemento stonato, nonostante il ricorso a materiali nobili e dietetici nello scheletro, la massa complessiva che, girando pericolosamente intorno ai 1.800 kg (1.760 per la precisione) parla di una Top Model leggermente appesantita.

IRRISOLTA La classica supercar destinata a dividere. I detrattori troveranno il suo stare nel mezzo (meno estrema di una Pagani o di una Lambo e meno confortevole di una Rolls, e comunque sempre troppo costosa) il suo più grande limite, quello che forse ne ha impedito una diffusione secondo i piani degli ambiziosi genitori. Non a caso la versione 722 (l'ultrasportiva dedicata alla vittoria di Moss nella Mille Miglia) e la Roadster tentano di allargare il target di riferimento. Oggi di SLR ce ne sono tre (Base, 722, Roadster) una per ogni gusto. E forse proprio la "scoperta" rappresenta la giusta chiave d'interpretazione della Mercedes (McLaren) più veloce di sempre.


Pubblicato da Luca Pezzoni, 31/07/2007
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