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Come nasce una Bmw


Avatar di Luca Cereda , il 07/09/10

13 anni fa - Anche per le auto gli esami non finiscono mai.

Anche per le auto gli esami non finiscono mai. Prima di arrivare alla catena di montaggio, passano di test in test per verificare che tutto funzioni a dovere. A Monaco per esempio...    

OLTRE LA CATENA Mica facile realizzare un'auto. La catena di montaggio non è che l'ultima fase del ciclo di produzione. Prima di arrivare ad essere completata in ogni sua parte, ha dovuto sottoporsi a tutta una serie di test che non t'aspetti. Una parte di questi, e sono forse quelli meno noti ai più, ha lo scopo specifico di valutare come si comportano tutti i suoi componenti nelle diverse condizioni climatiche: pioggia, neve, gelo, caldo torrido in tutte le loro varianti, senza dimenticare le variabili di altitudine. Trovare le condizioni ideali per ciascun esperimento non è facile, ma soprattutto costa tempo e denaro. A meno che non si ricorra agli effetti speciali...

5 CAMERE La casa di Monaco, per esempio, ha trovato il modo per lo meno di risparmiare sui tempi. Neve, pioggia, sole, caldo e freddo se li è "fatti in casa", creati ad hoc nella galleria del vento dove la messa a punto si completa sotto lo sguardo vigile dei tecnici. Accade così all'EVZ, il centro tecnico dove BMW testa i suoi modelli attraverso non uno ma cinque differenti banchi di prova, racchiusi tutti sotto lo stesso tetto: tre differenti gallerie del vento (climatica, termica e ambientale) e due camere per la prova in quota e al freddo. Così, in otto ore, l'automobile può effettuare tutti gli approfondimenti del caso senza muoversi da casa, girovagando per il mondo alla ricerca dei vari meteo.

RULLI Le gallerie hanno tutte la stessa dimensione e tutte dispongono di un'emissione d'aria verticale con  il soffiante posto a circa 15 metri sopra il tratto di misurazione. Per riprodurre l'effetto della strada, i tecnici si servono di quattro rulli motorizzati che simulano il movimento sul fondo delle quattro ruote, mentre nei test di accelerazione (per valutare il comportamento dell'auto quando avanza in montagna, ad esempio), gli stessi rulli servono a simulare la resistenza.

CAMBI DI MARCIA La regolazione dei rulli è rapidissima, proprio perché repentinamente, quando si guida, cambiano anche le situazioni di marcia per pendenza, caratteristiche del suolo e velocità di crociera. Contemporaneamente, i rulli svolgono anche la funzione di generatori, accumulano la corrente prodotta nei vari processi e la immagazzinano nella rete elettrica dell'intero impianto. Una soluzione all'insegna del risparmio energetico e della riduzione al minimo dell'impatto ambientale. Ma fin qui niente di trascendentale.

CLIMATICA Le vere novità sono le nuove gallerie del vento. Nella "galleria del vento climatica", per esempio, si testano i sistemi di climatizzazione, ma anche il comportamento dei freni in condizioni estreme. Qui l'escursione termica può andare da -10° a 45° e l'irradiazione solare viene simulata attraverso un solarium proiettato sulla vettura. I test ad alta dinamicità, invece, si svolgono a una velocità massima di 250 km/h e sono in grado di riprodurre l'accelerazione di una M5.          

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TERMICA La "galleria del vento termica" si occupa invece di certificare l'efficienza dei sistemi di raffreddamento, attraverso test termografici estesi anche al sottoscocca. Qui si valuta soprattutto il comportamento dell'auto sottoposta ad un carico elevato, ricercando il limite sostenibile per il sistema di raffreddamento, che nelle variazioni di carico deve sopperire alle circostanze in cui viene a mancare il supporto del flusso d'aria del vento (ad esempio quando ci si ferma per una coda dopo aver viaggiato a lungo ad alta velocità). In questa galleria, il range di temperatura realizzabile è compreso tra i 20° e i 45°, mentre il soffiante produce vento fino a 280 km/h per simulare test ad alta velocità.

AMBIENTALE La terza galleria del vento è detta "ambientale", e già il nome spiega che è qui che vengono riprodotte - in maniera molto vicina alla realtà, a partire dal flusso d'aria che circonda la vettura nel banco di prova - tutte le sollecitazioni climatiche alle quali può essere sottoposta la nostra auto. Le intemperie (neve e pioggia) che si abbattono sull' "auto-cavia" hanno diversi gradi di intensità e consistenza, e sempre in questa postazione i tecnici sono in grado di ricreare gradazioni differenti di umidità, di irradiazione solare e temperature da -20° a +55°.  

ALTA QUOTA Gli altri due banchi di prova dell'EVZ che una Bmw attraversa prima di ricevere il "nulla osta" alla produzione sono quello dell'alta quota e del freddo. Il primo, più piccolo delle gallerie del vento, registra le risposte dei sistemi di raffreddamento e climatizzazione in base all'altitudine (simulabile fino alla soglia dei 4200 metri, in un range di temperatura dai -30° ai +45°) e alla pressione (fino a 620 millibar). Si effettuano qui anche la misurazione integrata di emissioni e consumi attraverso un apposito impianto chiamato CVS.

SURGELATA Il banco del freddo è invece deputato a test a bassissima temperatura, che non necessitano di flusso dell'aria sulla vettura. Stiamo parlando, ad esempio, di test di avviamento a freddo, prove di funzionamento della batteria in condizioni estreme, e dei processi di sviluppo e verifica del sistema di riscaldamento e del sistema anti-appannamento. Si prende la vettura, la si congela a una temperatura di -20°, dopodiché si aziona il motore posizionando la leva sulla funzione di sbrinamento. L'efficienza e la velocità di queste funzioni viene monitorata e valutata attraverso un sistema di telecamere poste all'esterno che riprende e registra il comportamento dell'auto in fase di sbrinamento e riscaldamento.


Pubblicato da Luca Cereda, 07/09/2010
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