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Test Drive

Suzuki Liana 1.4 DDiS


Avatar Redazionale , il 07/04/05

19 anni fa - Ok, il prezzo è giusto!

Forse non sarà la più bella del reame ma è davvero un ottimo partito, con un prezzo a dir poco interessante. Tra i suoi punti di forza ci sono anche un abitacolo spazioso e un motore brillante e poco assetato.

MERITA DI PIU' "Ciao Tarzan! Cita dove l'hai lasciata?". Di sicuro non gli varrà un posto nel cast di Zelig ma la battuta del vicino di casa la dice lunga su quello che forse è principale limite della Liana. Non soltanto pochi la conoscono bene ma pochi sono pure quelli che la prendono sul serio. E' uno sbaglio bello e buono, perché dietro quel nome un po' improbabile c'è una proposta seria e che merita ben più considerazione, specie nella versione 1.4 DDiS.

TAGLIO CLASSICO La linea non è che aiuti molto questa Suzuki a guadagnarsi un po' di notorietà. Non che sia brutta, tutt'altro: è proporzionata e dopo un giro di perlustrazione nulla appare stonato o fuori luogo. Semplicemente è un po' anonima: la Liana non è insomma quel tipo di auto che i passanti si girano a guardare due volte. O se lo fanno è per capire di che auto si trattava. Il frontale spiove dolcemente verso un muso dal disegno molto classico, con due fari di forma vagamente triangolare separati da una mascherina solcata da due listelli orizzontali.

SALE SULLA CODA La fiancata ha un'aria imponente, movimentata giusto da una leggera bombatura del parafango posteriore e da una minigonna che dà un tocco di sportività. La parte più personale finisce così con l'essere la coda, per la quale la Suzuki ha scelto un taglio obliquo che permette alla Liana di distinguersi senza possibilità di equivoci in un mondo di monovolume che paiono invece sagomate da un colpo di ghigliottina. Quella di monovolume è però una definizione adatta fino a un certo punto per la Liana, per la quale sarebbe forse più comodo ripescare il trito e ritrito termine crossover. In fondo, con il cofano motore che si staglia in modo netto dal resto della sagoma autorizzerebbe forse a definirla anche station wagon.

VIAGGI NELLO SPAZIO Comunque la si voglia considerare, quel che è certo è che l'abitacolo di questa giapponese è molto accogliente. Se a livello anteriore la cosa sorprende fino a un certo punto, lo stupore maggiore lo prova chi siede sul divano. Anche considerando che i 423 cm di lunghezza non sono pochissimi, lo spazio per le gambe è davvero elevato e quello per la testa non è da meno. Alla Liana mancheranno forse le doti da trasformista delle monovolume compatte più recenti ma i centimetri non sono un'opinione e in fatto di versatilità la Suzuki resta vincente. Una conferma viene anche dal bagagliaio, che con un volume utile di 348 litri permette di fare le valigie senza farsi prendere dall'angoscia.

CURA CERTOSINA Un'altra nota positiva viene dalla qualità delle finiture. La plancia è tanto solida all'aspetto quanto piacevole al tatto, capace di reggere il confronto con auto di categoria ben superiore. I vari componenti sono realizzati con materiali di prim'ordine e gli assemblaggi sono curati come in un puzzle. Solo le maniglie delle porte hanno un che di improvvisato ma sono la proverbiale eccezione alla regola. L'unica critica è così per l'insonorizzazione, che si dimostra un po' carente quando si viaggia a velocità sostenuta. Non tutti i mali vengono però per nuocere: la rombosità per fortuna si fa fastidiosa soprattutto quando si superano i limiti autostradali, fungendo così da campanello d'allarme salvapunti.

VITA DI COPPIA Per il resto la Liana a gasolio mostra doti da ottima passista con consumi sempre contenuti e con i suoi 90 cavalli non si fa pregare quando si cercano spunti brillanti. Il piccolo turbodiesel 1.400 (nato in Francia, sotto il segno del Leone) chiede solo di essere fatto trotterellare attorno al regime di coppia massima (1.750 giri) per scattare all'occorrenza veloce al galoppo. Solo a basso numero di giri si dimostra un po' pigro ma ripaga comunque con ottime doti di allungo, degne più di un'unità a benzina.

COMPROMESSO STORICO Il cambio asseconda bene un simile temperamento, con marce ben scalate e innesti abbastanza rapidi, anche se un po' gommosi. Un peccato tutto sommato veniale, anche perché questa Suzuki non ha ambizioni da dragster né da rallista, come conferma anche l'assetto. Le sospensioni cercano con successo un compromesso tra le esigenze di chi punta al comfort, di chi ama la guida allegra e di chi usa l'auto come un animale da soma.

NICE PRICE Ce n'è insomma a sufficienza per considerare più che ragionevole la richiesta di 16.641 euro comprensivi del quasi indispensabile pacchetto di accessori My Car, che al costo di 1.500 euro, comprende il climatizzatore automatico, gli airbag laterali, i fendinebbia, i cerchi in lega e il sinto-lettore CD con comandi al volante. Ok... il prezzo è giusto!


Pubblicato da Paolo Sardi, 07/04/2005
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