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Test Drive

Triumph Thruxton


Avatar di Mario Cornicchia , il 18/02/05

19 anni fa - Britannica con il vizio di correre

Pare uscita da un album di foto in bianco e nero ed è fatta tanto bene da sembrare un restauro perfetto. La Thruxton è una sportiva molto british e molto atipica. Manubri bassi, ma per finta perché è una moto morbida e piacevole da usare anche in città. Un bicilindrico morbidissimo e una ciclistica sana fanno rivivere emozioni perdute.


L'APPARENZA INGANNA "Complimenti per il restauro, sembra nuova!". È nuova, tonto... ma l'intenditore tratto in inganno (storia vera) non è un caso isolato se si viaggia in sella alla Thruxton 900. Anche chi non ama le repliche ha di che rimanere affascinato: l'operazione nostalgia è riuscita a perfezione. Anche nei dettagli. Versione da sparo della Bonneville, la Thruxton è un bel oggetto, gialla poi come quella del nostro day-by-day, con la sottile striscia a scacchi che la percorre in tutta la sua lunghezza fa girare la testa ai semafori e la fa girare a tanti. Forse anche per il rombo di tuono del suo bicilindrico, perfettamente riprodotto anch'esso dai suoi due scarichi cromati (in versione america e quindi con voce più grossa).

GOMME SLIM

Il rumore è quello di una vecchia moto sportiva e le gomme con disegno d'antan rendono la guida del tutto diversa dalle moto moderne che magari pesano meno di lei ma con le gomme larghe così stanno praticamente in piedi da sole e per tirarle giù in curva devie essere Hulk Hogan. La Thruxton ha le ruote grosse di diametro, e sottili, in curva ci cade letteralmente dentro, una guida molto vicina a quella di una moto d'epoca. Meglio stare attenti sul bagnato, anche se devo dire che la giallona mi ha portato a casa addirittura sotto una violenta e scivolosissima nevicata.

BASSI MA ALTI

La posizione di guida è sportiva, ma sportiva all'antica, con i mezzi manubri più alti rispetto a quelli di tante barre moderne. Un gruppo massiccio, tra manubri, strumentazione e grande faro cromato, che riesce a offrire una discreta protezione aerodinamica pur essendo, la Thruxton, più nuda che così non si può. E poi è smilza, tra le gambe non stringi niente a parte le testate del motore che pur protette da opportuni distanziali trasmettono comunque un bel po' di calore alle ginocchia.

TUTTO DI FIANCO

La chiave di contatto è rigorosamente sul faro, a sinistra, con il bloccasterzo con la chiavetta da Ciao sul canotto di sterzo. Un po' più complicato rispetto alle chiavi tuttofare moderne, ma il gioco del finto restauro si porta avanti fino ai dettagli.

COMODI SI NASCE

Sportiva, almeno formalmente, nell'impostazione di guida, comoda, in realtà, nella guida di tutti i giorni, con la schiena nella giusta inclinazione per assorbire al meglio i colpi della strada. Anche se le sospensioni vecchio sportive con i molloni cromati a corsa corta fanno il loro dovere anche sul pavè cittadino. Il motore, oltre al rumore che eccita i sensi di noi eterni bambini, ha anche una piacevole propensione alla guida cittadina. È un esempio di fluidità, difficile per non dire impossibile trovare un bicilindrico parallelo altrettanto morbido nell'erogare la potenza.

 


VIA IN SOUPLESSE Vibra niente ed è pronto a spingere appena si rilascia la leva della frizione come un moderno turbodiesel. Si cambiano le marce a pochi giri, con una guida quasi automobilistica, ma è meglio tenere un occhio sul tachimetro poiché la souplesse di guida può ingannare e portare in fretta alla tacca dei 100 km/h sui viali cittadini. Fuori, poi le prestazioni sono adeguate co i 200 orari indicati che arrivano senza nemmeno troppo lancio.

DISCO SOLITARIO

Per fermarsi, però c'è da tirare forte, perchè il discone anteriore vorrebbe la compagnia di un gemello. Frena bene se si guida disimpegnati senza stressarlo troppo, rivelandosi anche facile da dosare,ma dimostra i suoi limiti quando si fa la guida da staccata all'ultimo. Ma se volete le staccate a fuoco, cambiate genere: la Thruxton è un gran bel piacere se si usa nella guida brillante, anche veloce, ma fluida e distaccata, corre con aplomb da vera signora inglese.

ANCHE IN PISTA

Anche se ci fanno un trofeo (che promette di essere davvero divertente) la pista per lei resta solo un piacevole gioco, più che una sfida al cronometro. Città e statali è il suo terreno ideale, compatta e apparentemente leggera (supera i 200kg), agile e con un bel rumore (praticamente obbligatori gli scarichi america) per farsi sentire quando si superano gli automobilisti che utilizzano gli specchi solo per eliminare i brufoli. Come provare il piacere di una guida di una volta, senza i problemi di una moto vecchietta...
Pubblicato da M.A. Corniche, 18/02/2005
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