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Prova su strada

VOR EN 2004


Avatar Redazionale , il 21/12/03

20 anni fa -

VOR Motorcycles, made in Ronco Briantino. Le nere moto della piccola factory brianzola si rinnovano nel motore e nella ciclistica per essere ancora più esclusive. Più cavalli ma soprattutto più affidabilità accompagnano l'arrivo delle versioni 2004 che si dotano di sospensioni al top, per riconfermarsi moto esclusive e care.

COM'E' Signori in sella, si riparte! Dopo le svariate vicissitudini finanziarie che l’avevano portata quasi alla chiusura definitiva, la "bestia nera" torna a far parlare di sé. Nuovi soci, nuove finanze fresche e soprattutto nuove moto. Archiviato con soddisfazione il salone di Milano (dove ha avuto ottimi responsi dal pubblico) la piccola Factory brianzola ci ha permesso di provare sul campo la nuova gamma enduro. Non la supemotard, purtroppo, che ci ripromettiamo di provare al più presto in sede opportuna.

LAVORO DI FINO

C’è stato tanto lavoro attorno alla VOR, più che altro per migliorarne l’affidabilità, visto che i cavalli al mono 4T Brianzolo non sono mai mancati. Non stravolto ma affinato in moltissimi particolari, il monocilindrico (previsto in versione 450 e 530) vanta ancora la distribuzione comandata da catena di ingranaggi, e la testa a quattro valvole con un solo albero a camme in testa. I tecnici sono intervenuti "dentro" bilanciando al meglio l’imbiellaggio e potenziando il circuito di lubrificazione per un funzionamento più rotondo e un’affidabilità aumentata nel tempo. E alla fine qualche cavallino in più è saltato fuori lo stesso.

CARBURATA ALLA GIAPPONESE

Al miglior funzionamento generale contribuisce anche l’arrivo di un nuovo carburatore Keihin FCR 39 a sostituire il Dell’Orto montato dalla precedente versione.

DOPPIA ANIMA

Elettrica per i "comodi", a pedale (con la classica scalciata in avanti, vera gioia per gli stinchi) per i puri. La Vor la potrete scegliere come la vorrete, sinceramente non vedo vantaggi nel rinunciare a qualche chilo quando lo scotto da pagare sono innumerevoli scalciate…. Fate vobis. Le cilindrate restano quelle classiche per VOR: 450 e 530 cc, quest’ultima disponibile anche nella cattivissima versione Ahola Replica, senza avviamento elettrico, con carter in magnesio ma soprattutto con il Keihin da 41 al posto di quello da 39 a buttar benzina nel cilindro.

PERIMETRALE

La ciclistica ricalca quella del modello cross, sfruttando la classica e snellissima struttura perimetrale, ma con l’arrivo gradito di sospensioni Öhlins pluriregolabili, e freni Brembo. Si avverte insomma come in VOR abbiano voglia di proporre un modello non solo elitario, ma soprattutto ben dotato quanto a componentistica, di quelli che una volta acquistati non ci devi più mettere le mani per andare a correre. Non potrebbe essere altrimenti visto che il prezzo sfiora quota 9000 euro per la 530 EN-E e addirittura la supera per la Supermotard.

OBBIETTIVO AFFIDABILITÁ

Anche lei, ovviamente, ha ricevuto tutte le migliorie motoristiche delle versioni Enduro, il che per una moto che non dovrà solo correre ma probabilmente si farà vedere anche davanti a qualche bar di tendenza non è male. Ohlins a metà però per la SM (anch’essa prevista nelle cilindrate 530 e 450), la forcella è infatti una Paioli Kayaba da 46 mm mentre della marca svedese è l’ammortizzatore posteriore regolabile in ogni dove.

PESO PIUMA

Ovviamente sono presenti i cerchi da 17 con pneumatici stradali e il disco anteriore da 320 mm frenato da pinza Brembo a 4 pistoncini. Praticamente è una moto pronto-pista con un peso a secco di soli 122 kg. Nere, come sempre, e con un’estetica assolutamente aggressiva, rimarcata dal telaio cromato, le VOR 2004 possono anche contare su una nuova strumentazione completamente digitale (però è la stessa della Malaguti XSM 50…), sulla nuova mascherina e sul nuovo portatarga che ne rendono più filante la linea.

COME VA

L’ultimo mio contatto con le VOR l’ho avuto un paio di anni fa al crossodromo di ciglione Malpensa. Erano le prime con l’avviamento elettrico, le prime 450. Bene i due anni non sono assolutamente passati invano. Le nuove VOR vanno decisamente meglio di quelle che avevo provato. Innanzitutto il motore.

MONO ROTONDO

L’avviamento elettrico è sempre un po’ "stentato", occorre insistere qualche secondo sul bottone per sentire cantare il mono attraverso il lungo silenziatore di alluminio, ma una volta in moto si avverte subito che il motore gira molto più rotondo che in precedenza. Sarà l bilanciamento globale, sarà il carburatore ma sta di fatto che il mono Vor non solo gira meglio ma vibra anche meno.

CAVALLI NO PROBLEM

Ciò che non è cambiata è la prontezza nel prendere i giri, deciso e potente risponde all’acceleratore con indubbia grinta, e non occorre salire sul focoso 530 per capirlo, basta il 450. Tra l’altro a parer mio se non si è proprio una "manetta" del fuoristrada, il 450 è il motore ideale. Ha potenza a sufficienza ma manca di quella brutalità che può impensierire i meno esperti rispondendo deciso ma dolce alle sollecitazioni dell’acceleratore.

ERBA BAGNATA

Il fettucciato preparato per la prova è quantomai insidioso, qualche buca, qualche salto, ma soprattutto tanta erba fradicia di rugiada. Di sicuro non il percorso ottimale per sfruttare a fondo una moto, di sicuro difficile per me che non sono un grande esperto. La VOR in ogni caso ha messo in luce ottime doti di trazione e un telaio di alto livello.

LE SVEDESI CHE CONQUISTANO

Il passo avanti più avvertibile è quello delle sospensioni, non sarò certo io il primo a dire che le Ohlins sono davvero di un altro livello, mostrano un controllo e una scorrevolezza assoluti e a beneficiarne è soprattutto il rendimento di chi guida. Ad affaticare un po’ è invece la frizione, idraulica, ma comunque un po’ dura alla trazione. Ottimi invece i freni, potenti e modulabili, li senti in mano che è un piacere. In certe svolte invece mi è parso che lo sterzo fosse un po’ limitato raggiungendo in fretta (o meglio più in fretta di quel che mi aspettassi) il fondo corsa.
Pubblicato da Stefano Cordara, 21/12/2003
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