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Prova su strada

Piaggio Free 100


Avatar Redazionale , il 04/09/02

21 anni fa - Spirito Libero

È simpatico, economico e si guida con un dito. Il Piaggio Free adotta l'austero propulsore Hi-PER4 quattro tempi da 100 cc. Crescono le prestazioni ma non i consumi allo stesso livello dell'economico cinquantino. La soluzione ideale per chi alle mode preferisce la praticità. Costa solo 2.030 €.

COM’È Quello della crescita è un fatto fisiologico cui nessuno può venir meno. Ma ognuno cresce a proprio modo: alcuni nelle dimensioni, altri rimangono fisicamente immutati. L’importante è sapersi adeguare e tirare fuori il meglio di sé. Un po’ quello che ha fatto la Piaggio con il suo Free. Inalterato nelle dimensioni, ha ricevuto nuova linfa vitale grazie al trapianto di un cuore tutto nuovo. Esattamente quello a quattro tempi da 96,2 cc, che affianca quello a due tempi da 50 cc.

BADA AL SODO Degno erede dei ciclomotori Piaggio, il Free è uno scooter, pratico, cui non interessa far bella figura, parcheggiato di fronte al Pub o all’Università. È un mezzo di sostanza, qualcuno, osando, lo ha paragonato all’ immortale Renault 4, forse non bellissima ma trendy, utilitaria nel vero senso della parola, e praticamente indistruttibile.

TANTO SIMPATICO

Non si può dire, infatti, che il Free sia bello, certo è simpatico. Il musetto tutto simpatia disegnato dal manubrio e le grosse frecce alla sua estremità gli donano tanta personalità. Se ciò non bastasse, è un tipo dalle poche pretese, che tende a non pesare troppo sul portafogli: costa poco (€ 2.030) e viaggiando secondo Codice, per bere 1 litro di verde impiega più di 40 Km, tutto nel rispetto delle normative Euro 1.

LOOK SBARAZZINO

Come lo stesso nome dice, al Free piace sentirsi libero, per questo odia i "vestiti" lunghi ed ingombranti e predilige abiti sportivi. Motore, ammortizzatore posteriore e forcella, tutto è li in bella mostra. Nessuna smagliatura: le plastiche sono ben assemblate, non scricchiolano ed i colori pastello (tassativo comprarlo colorato per non essere scambiati per il postino di turno) ben si accostano al carattere frizzante del Piaggio.

TUTTO INVERTITO

Insomma, uno "spirito" un po’ anticonformista quello del Free 100. La sua voglia di differenziarsi dalla massa s’evidenzia anche nella particolare (se non bizzarra) disposizione dei comandi elettrici. Dove di solito vi è il comando delle luci, troviamo quello degli indicatori di direzione, oltretutto privo del ritorno "a bottone", cosa alquanto scomoda e fastidiosa.

POCO MA BUONO

Look succinto e dotazione di serie rastremata all’osso. Lo sfarzo non è contemplato dal piccolo Piaggio, che offre né più né meno dell’indispensabile. La strumentazione, frizzante nella colorazione, si compone di un tachimetro, contaKm (solo totale), più quattro spie, tra cui manca quella della pressione olio, per fortuna c’è quella della riserva. Manca il comodo cavalletto laterale, ma l’azionamento del centrale non richiede alcuno sforzo, grazie anche alle maniglie ricavate dal portapacchi di serie. Niente male la capacità di carico. Sotto la sella c’è spazio per un casco Jet (ma nulla più) mentre, nel retroscudo, è ricavato un utile vano per gli oggetti di piccole dimensioni. Se si necessita di maggiore spazio, si può sempre sfruttare l’utile portapacchi, dove ancorare uno zaino, una borsa non troppo voluminosa oppure un bauletto in tinta.

SEMPLICE, SEMPLICE

Essenziale pure nella tecnica. Il telaio è un monotrave in acciaio, sorretto da forcella a perno avanzato e ammortizzatore singolo al posteriore regolabile nella molla. Le ruote, in lega a sei razze, sono da 14", come si usavano sui ciclomotori di una volta e calzano scarpe tubless da 90/80.

COME VA

Compatto, snello e giovanile, il Piaggio Free è lo scooter perfetto per le donzelle. La sella è a 810 mm da terra, ma la sezione stretta non crea problemi al semaforo. La scarsa protezione aerodinamica (ma si può sempre utilizzare un parabrezza) e le pedane limate al minimo indispensabile, sono i veri nei di uno scooter perfetto per le città. Lo spazio dietro lo scudo non è abbondante ed avere le gambe lunghe non giova un granché.

SCOMODO IN DUE Nonostante ciò, le misure dell’abitacolo sono ben studiate per ospitare il guidatore. Braccia e gambe sono ben angolate ed il busto assume una posizione perfettamente eretta e poco stancante.
La sella, identica nelle dimensioni a quella del "cinquanta", è un po’ troppo corta e, per ospitare comodamente il passeggero, ci si deve stringere un pochino, a discapito della comodità per entrambi.

NUOVA VITA

Con la nuova motorizzazione, il Free riacquista linfa vitale e motivo di esistere. Il quattro tempi Piaggio è brillante il giusto, sia in accelerazione, sia in ripresa in caso di sorpasso. Non è velocissimo ma, gli oltre 90 Km/h indicati, sono più che sufficienti per spostarsi in città con disinvoltura. Convince un po' meno il comando del gas, un po’ duro e con una corsa a vuoto iniziale troppo lunga, piuttosto fastidiosa.

PIANTATO A TERRA

Nonostante sia uno scooter economico, il Free è uno scooter divertente e dotato di una ciclistica sincera e solida come poche. La forcella, piuttosto rigida nella taratura, incassa colpi su colpi, senza venir mai meno e senza far scomporre l’avantreno, nemmeno contro il temibile pavé cittadino. Anche l’ammortizzatore posteriore se la cava egregiamente con il solo pilota a carico mentre, con passeggero, accusa (ma neanche troppo) la maggiore mole di lavoro sulle spalle.

FREE NO LIMIT

I 91 Kg di peso non si sentono per nulla, né da fermo, né in movimento. Le dimensioni compatte fanno del Free uno scooter adatto a schivare traffico e pedoni distratti e, doti come agilità e maneggevolezza, permettono di scorazzare per la city in scioltezza. L’interasse di soli 1.255 mm, lo rende uno scooter reattivo e veloce nei cambi di direzione, mentre la ciclistica non mostra alcuna incertezza nell’affrontare anche le curve più impegnative.

MIX AZZECCATO

Ottimo il sistema frenante di tipo "misto". Il disco all’anteriore ha una discreta forza frenante, è piuttosto modulabile e difficilmente si arriva al bloccaggio. Il tamburo posteriore è il fido aiutante che tutti vorrebbero. È robusto, ben modulabile ed il limite del bloccaggio è di facile intuizione.
Pubblicato da Alfredo Verdicchio, 04/09/2002
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