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Prova

Peugeot Tweet 50 e 125cc


Avatar di Luca Cereda , il 14/05/10

13 anni fa - Look e colori europei per il Peugeot Tweet

Il ruota alta tira in Italia, e può anche costare poco senza per questo costringere a troppe rinunce. Il Peugeot Tweet ha look e colori europei ma sotto sotto c'è una vecchia (e buona) conoscenza con gli occhi a mandorla.

IL TERZO MOSCHETTIERE E' l'ultimo arrivato dei tre picchieri del Leone, quelli con moschetto da 16'', ma si schiera in prima linea, davanti a LXR e Geopolis. Il Tweet - alias Sym Symphony di sartoria francese – è infatti il più economico della gamma a ruota alta Peugeot. Economico, ma non cheap, sia chiaro. Se la partnership con Sym – un bis di quanto già fatto per l'LXR, nato sulla base tecnica del taiwanese HD – si è resa necessaria per ottenere un prezzo competitivo, va detto che Peugeot ha scelto molto bene perché i prodotti Sym hanno da sempre una qualità eccellente. Tutto ciò non fa del Tweet un prodotto low-cost tout court, ma un prodotto valido che costa poco.

SCUDO CORNUTO L'estetica è europea, e si vede; nella cura dei particolari, nel prevalere di superfici verniciate sul plasticato, nel look cittadino dettato dalle cromature e da uno scudo con scollo a "V” col Leone al vertice, e infine nei colori, per i quali Peugeot si mantiene sul classico: un nero lucido, un grigio vivo ed un vaniglia che inequivocabilmente strizza l'occhio a signore e signorine. Le due luci anteriori "a corna” sono un replay di quelle viste sul Vivacity, il farone centrale, invece, un copia-incolla di quello del Symphony. Fa tutto parte della politica di condivisione dei pezzi (e delle spese…).


DOPPIO DISCO
Tirate le somme, alla vista il Tweet fa certamente la sua buona figura. E a dispetto di qualche elemento concorrente (Liberty, ma anche altri prodotti di fascia superiore) offre, nelle cilindrate 125 e 150 cc, un plus tecnico come il doppio freno a disco. Il Tweet 50, invece, monta il disco da 226 solamente sull'anteriore, e sul posteriore si affida a un tamburo da 130 mm. Le altre differenze tra il cinquantino e le cilindrate superiori - tra loro identiche nell'estetica, fatto salvo per la strumentazione (in parte digitale sulle maggiori) - risiedono nel poi passo (più corto di 27 cm sul 50cc) e nell'ammortizzatore idraulico: doppio per le due cilindrate maggiori, singolo per il Tweet cinquantino.

PREZZO OK Poi c'è tutto quello che serve in termini di dotazioni per un mezzo del genere: il cavalletto laterale, il maniglione per il passeggero, la pedana piatta e le due pedanine ripiegabili per il passeggero. Non bastasse, si può sempre attingere dal parco optional: parabrezza, manicotti, coprigambe e bauletto (da 30 o 34 litri, eventualmente in tinta con la livrea). I motori sono gli stessi in dote al Symphony: tutti monocilindrici 4 tempi raffreddati ad aria a due valvole con cilindrate di 49,9 – 124,6 e 150,6 cc. Il prezzo è da battaglia: si attacca a 1.600 euro con il Tweet cinquantino per poi salire a 1.800 (per il 125) e a 1.900 (per il 150cc).

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BEN VESTITO Abbiamo testato le versioni 50 e 125 cc per le vie di Milano, sotto nuvoloni neri minacciosi. E ribadiamo il concetto che, nel rapporto col prezzo, il look curato e la qualità percepita sono certamente il punto di forza del Tweet. La sella non è bassissima (80 cm), e in questo non aiuta le ragazze più minute; ma è abbondante anche per girare in due ed è comoda, oltre che ben rifinita da cuciture doppie. Sotto, lo spazio è più che accettabile, considerato che si tratta sempre di un ruota alta: un casco demi-jet ci sta senza problemi.

TUTTO QUEL CHE SERVE La strumentazione è completa, intuitiva e, per quanto concerne il cinquantino, sfoggia un contachilometri spiccatamente "automobilistico”, mentre il 125 ha il plus di un piccolo schermino digitale. Si guida in posizione rialzata, ma tutto sommato comoda: lo spazio tra scudo e sella è arioso e la pedana piatta accomoda al meglio anche i piedi king-size. Anche l'handling è promosso: si cambia direzione con discreta facilità, aiutati da un peso contenuto (100 chili il cinquantino, 109 il 125cc), e facendo leva su una ciclistica veramente a punto. In compenso, quando il Tweet gira su se stesso non disegna una moneta, e perciò cimentarsi in un'inversione a "U” richiede un certo spazio, o una manovrina in più.


DISCO E TAMBURO
Il comfort è nella media della categoria. I colpi bassi di buche e pavé si incassano bene, un po' per merito della ruota alta, ovviamente, un po' perché la forcella idraulica fa bene il suo lavoro; sul posteriore, il monoammortizzatore del cinquantino risponde in maniera più morbida rispetto al doppio al ”doppio” del fratello maggiore, apparso un po' più rigido. In ogni caso tutto il comparto ciclistico appare davvero molto a punto e funzionale. Non male davvero se si considera il prezzo di acquisto.  Freni: l'anteriore si fa apprezzare sia nel mordente, sia nella modulabilità; il posteriore è un po' meno potente, ma comunque efficiente se si parla del disco in dote al Tweet 125. L'unico a far storcere il naso rimane il tamburo del cinquantino.

DIMENSIONE URBANA Tra le due cilindrate si fa preferire di gran lunga la più potente. Al semaforo, nessuno dei due "cuori” ha uno scatto da centometrista, ma il motore del 125 aiutato da una trasmissione perfettamente tarata, compensa la risposta leggermente ritardata con un'erogazione piena e lineare e una progressione senza strappi né cali. Il cinquantino, rigorosamente a Codice, deve invece scontare i limiti di legge e appare un filo bolso, e dopo la partenza lenta non garantisce lo stesso brio – sempre tenendo conto della differenza di potenza e cilindrata – del maggiore; verò è, parlando di prestazioni, che vanno sempre considerati anche i limiti intrinseci di un 50cc 4 tempi, parzialmente compensati da consumi più parchi. Nel complesso, comunque, le prestazioni sono in linea con le necessità di chi dello scooter fa un uso prevalentemente "urbano”.


Pubblicato da Luca Cereda, 14/05/2010
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