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Peugeot Geopolis 250ie


Avatar Redazionale , il 12/09/06

17 anni fa - Il terzo incomodo

Nella lotta tra giapponesi e italiani per la leadership del mercato a ruota alta spunta il terzo incomodo. E il Geopolis è scomodo davvero per la concorrenza, perché la Casa francese ha lavorato molto bene. Il motore (Piaggio) è una garanzia, ma il francesino piace anche nella guida.

COM'È Che Peugeot abbia deciso di dare una sferzata alla propria gamma è ormai chiaro da un po'. Almeno dal Salone di Parigi dello scorso anno, quando la Casa transalpina ha mostrato due nuovi prodotti che andavano all'attacco di altrettanti segmenti importanti: il Satelis e il Geopolis. Il secondo, in particolare, assume un ruolo ancor più determinante per il rilancio della gamma Peugeot, perché va a mettere il naso in un segmento non solo molto affollato e combattuto, ma che è anche quello dove ultimamente si è giocata la leadership delle vendite nel segmento scooter.

VOGLIA DI PROTAGONISMO Una sfida importante che Peugeot gioca sicura di recitare un ruolo da protagonista. Perché il Geopolis è figlio di una progettazione molto attenta e, soprattutto, appare chiaro che chi l'ha creato è stato molto attento a studiare la concorrenza ed ha cercato di migliorarne i limiti.

PREMIATO La ricetta è quella classica del ruote alte, che Peugeot ha vestito con linee moderne e con un taglio moderatamente sportivo, che gli è valso addirittura il premio di scooter più bello del 2006, assegnatogli dalla Motorcycle Design Association. Ma è soprattutto è la qualità percepita a segnare un deciso passo avanti rispetto alle precedenti realizzazioni Peugeot, Satelis escluso che già fa parte della "nuova guardia" Peugeot. Se il Geopolis avesse un marchio giapponese sullo scudo nessuno se ne meraviglierebbe.

CUORE TOSCANO L'anima, come per il Satelis 250, è italiana. Il monocilindrico che spinge il Geopolis è il Leader Piaggio Euro 3, quattro valvole con iniezione elettronica capace di 22 cv che già si sta facendo apprezzare su molti veicoli di questa categoria. Una garanzia per prestazioni e consumi ridotti. È installato su una ciclistica tradizionale, con il classico telaio a tunnel centrale coadiuvato da una forcella da 37 mm e da una coppia di ammortizzatori regolabili nel precarico molla su quattro posizioni.

FRENO NORMALE (PER ORA) Almeno per questa prima versione del Geopolis, (già disponibile nelle due versioni City e Premium) l'impianto frenante è di tipo tradizionale: niente servofreno, o sistema integrale: la leva sinistra comanda il freno posteriore, quella destra il freno anteriore. In compenso la componentistica è di gran pregio, come testimoniato dalle pinze Nissin a doppio pistoncino che vanno a frenare un disco da 260 mm (davanti) e da 226 mm (dietro). Gli amanti dell'ABS, comunque, non temano, a breve sarà disponibile la versione Executive con ABS e PBS.

RUOTE ALTE MA C'È SPAZIO Le due ruote da 16 pollici lascerebbero poi supporre uno spazio limitato nel sottosella. Invece, sorpresa! Sollevando la sella appare uno dei vani più ampi della categoria (per categoria intendo quella dei ruota alta), in grado di ospitare addirittura due caschi jet, anche se piccoli (il mio Nolan N42 non ci stava) e di cui uno senza visiera, comunque un ottimo risultato per uno scooter a ruota alta. A questo spazio si aggiunge anche il cassettino nel retroscudo che più che altro fa presenza perché a dispetto di un'apertura esagerata offre ben poco spazio (un paio di guanti o il telefonino al massimo).

FIAT LUX Come il Satelis anche il Geopolis mostra linee spigolose ma piacevoli e con il maxi a ruote "piccole" condivide l'impianto luci montando lampade alogene H7 che assicurano una luminosità aumentata del 30% rispetto a un impianto tradizionale. Immobilizer e specchietti asferici è di serie e sulla versione City di serie c'è anche la catena Abus da 140 cm progettata ad hoc per il Geopolis ma che, contrariamente a quanto annunciato al momento della presentazione al salone di Parigi non sparisce inghiottita nell'apposito spazio nella zona posteriore (pare per problemi di omologazione), ma resta sballonzolante nel vano sottosella. Di serie anche la presa per ricaricare il cellulare, piazzata intelligentemente nel cassetto dietro lo scudo e non nel vano sottosella, così da essere più rapidamente raggiungibile.

PREZZO D'ATTACCO Un equipaggiamento più che valido per uno scooter che supera appena i 4.000 € (4.018) franco concessionario nella versione Premium (4178 € per la versione City) ovvero uno dei prezzi in assoluto più competitivi del segmento. Al 250 seguiranno presto altre cilindrate: 125 e 400.

COME VA L'impatto con il Geopolis è ottimo. Lo scooter si presenta bene, con plastiche e verniciature curate, ottimi accoppiamenti e una gamma colori che sta sul classico (nero, grigio, blu, bordeaux). Solo per la strumentazione si poteva, a mio parere, fare qualcosina di più, soprattutto per quanto riguarda la grafica. Nei tre strumenti ci sono tutte le informazioni necessarie, ma disposizione e design sono un po' datati.

SELLA ALTA In sella non si fatica a trovare una buon feeling con i comandi, l'acceleratore è molto scorrevole e le leve a portata di mano. La voglia di offrire un vano sottosella ampio ha portato ad avere una sella non è bassa (805 mm) e nemmeno così stretta nella zona di passaggio delle gambe, va da sé che se si è sotto il metro e settanta si tocca con le punte. Tuttavia il peso del Geopolis è ben disposto e lo scooter appare leggero e quindi è facilmente governabile anche da chi non ha le gambe lunghe.

BUON EQUILIBRIO Una volta in movimento, invece nessun problema: il Geopolis mostra da subito una ottima maneggevolezza e una buona sintonia tra avantreno e retrotreno che porta subito ad avere una certa confidenza con il mezzo piegando da subito in sicurezza senza troppi problemi.

A PROVA DI PAVÈ Le sospensioni sono "alla francese" ovvero tarate piuttosto morbidamente, la forcella impressiona molto favorevolmente per la sua scorrevolezza, anche sulle strade di Roma il Geopolis passa l'esame pavè a pieni voti grazie all'ottima capacità di assorbimento sia dell'anteriore, sia del posteriore che tuttavia accusa la solita inerzia dovuta al peso del motore.

SELLA DURA Un'accoppiata che assicura un buon comfort, quindi, anche se è la sella a smorzare un po' l'entusiasmo. La sua conformazione spinge infatti il pilota verso la punta, proprio dove l'imbottitura cede fin troppo facilmente facendo appoggiare le terga sulla dura plastica.

BORDO ALTO Da segnalare anche il parabrezza piuttosto alto che offre una protezione più che adeguata ma che, a mio parere, disturba un po' la vista nella zona del bordo superiore (che è proprio all'altezza dello sguardo) dove il plexiglas tende a fare un po' di effetto lente sia pur minimo. In compenso il passeggero è accomodato come si deve, con pedane ampie e due validi appigli; il dislivello c'è ma non è così importante come lascerebbe pensare la forma della sella stessa.

CUORE GENEROSO Il motore non è certo una sorpresa, il duemmezzo di Pontedera si conferma un ottimo propulsore anche sul Geopolis; è potente, silenzioso, vibra niente, ed è l'artefice di partenze scattanti al semaforo e anche di una buona prestazione velocistica (dichiarati 127 km/h effettivi). La trasmissione è tarata in modo corretto, il Geopolis scatta veloce poi ha una piccola flessione in corrispondenza dell'attacco completo della frizione per poi lanciarsi in una bella progressione.

FRENI DA SCOOTER Prestazioni supportate da una ciclistica valida e tenute a bada da un impianto frenante che richiede una pressione piuttosto decisa alle leve per offrire decelerazioni consistenti. L'anteriore piace per la buona modulabilità, il posteriore non entusiasma per potenza ma nemmeno blocca, a meno che non sia sollecitato di proposito. Tutto nella norma per un impianto da scooter.


Pubblicato da Stefano Cordara, 12/09/2006
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