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Prova

MV Agusta Brutale S


Avatar Redazionale , il 01/09/03

20 anni fa -

In giro con Lei per vedere l'effetto che fa. E l'effetto è dirompente non solo per chi la vede, ma anche per chi la guida. La MV Brutale S è finalmente arrivata. Bella, ricercata e con un rumore incredibile ha un avantreno roccioso e un motore che sa il fatto suo. Scatena istinti repressi, impossibile non farsi coinvolgere.

COM’È Il motociclista distratto passa guidando la sua Bandit. La vede, la pupilla ruota, dal centro fino all’estremità esterna. Poi gira anche la testa, rallenta, quasi si ferma. E si becca la strombazzata dal pensionato sulla Panda che gli urla qualcosa in dialetto… é l’effetto Brutale, quello che ti fa girare la testa, quando la guardi, quando la senti, quando la guidi. Ebbene si, l’accoppiata Castiglioni-Tamburini ne ha combinata un’altra delle sue. Se con la F4 aveva fatto girare la testa a mezzo mondo, con la Brutale vuole completare l’opera.

EFFETTO BRUTALE E l’effetto Brutale lo ritrovi ovunque. In città, dove i passanti ti fermano, in autostrada dove curiosamente ti capita di vedere macchine che ti sorpassano, poi rallentano e si fanno sorpassare, così chi guida può guardare sia il lato sinistro sia il lato destro. Insomma, avrete capito che la Brutale non è moto per timidi. Almeno per ora, che in giro ce ne sono poche.

OCCHIO CHE ARRIVA Sarà così per poco, la catena di montaggio a Varese adesso gira che è una bellezza, e le Brutale stanno arrivando velocemente dai concessionari, e ancor più velocemente ne escono, alla faccia di tutti quelli che la consideravano un bell’esercizio di stile destinato a rimanere solo negli stand delle fiere. Personalmente non ho mai sentito un esercizio di stile fare un rumore del genere….

COME LA F4 Attesissima. Poche moto hanno creato un’attesa così spasmodica e anche per questo che la Brutale scatena queste reazioni un po’ infantili in chi la incontra. Intanto l’attesa ha fatto bene alla Brutale, il cui quattro cilindri a iniezione ha beneficiato di tutti gli interventi arrivati sulla F4 EV 03: nuovi cilindri e pistoni della Mahle, camere di combustione riviste, nuove molle valvole. La meccanica è dunque identica a quella della ultima F4, con l’eccezione degli alberi a camme dal differente profilo per tirar fuori un po’ più di grinta ai medi regimi dal settemmezzo MV (coppia max 7,9 kgm a 10.500 giri). La Brutale si distacca poi dalla F4 per l’utilizzo del radiatore dell’olio al posto dello scambiatore acqua/olio e le bobine Plug Top integrate nelle pipette. Il motore, poi è completamente verniciato.

RAPPORTO CORTO Di cavalli in più non ne servivano, sono rimasti 127 quelli che rispondono all’acceleratore a 12.500 giri, più che sufficienti per soddisfare il palato di qualsiasi smanettone. E a cambiare sono anche i rapporti decisamente più corti. Bella, mai banale, ricercata in ogni particolare, sexy. Non serve aggiungere altre parole per descrivere la Brutale, che si fa notare da qualsiasi angolazione la si guardi.

INCONFONDIBILE Mica facile fare un naked così. Una sportiva è molto più semplice da disegnare, perché ha le carenature, tanta plastica che si può modellare a piacimento. Ma una naked no. Ha tutto in vista, telaio, motore. Roba tecnica che deve essere prima di tutto funzionale. Il desginer può metterci del suo solo "sopra", tra serbatoio, sella, codino e faro. Poca roba, spesso insufficiente a creare moto dalla spiccata personalità. Invece la Brutale conquista in ogni particolare. Non è una F4 spogliata è una moto a se, è piccola, incredibilmente corta.

HA FATTO SCUOLA E con particolari che hanno fatto scuola, come il faro a pera (ripreso da Hornet e Fazer) o il doppio silenziatore rialzato sul lato destro recentemente ripreso dalla Ducati S4R (solo che il padellone sotto al motore sulla Brutale è molto più bello). Ma la Brutale è particolare in tutto.

SOLO PER LEI Come già è accaduto per la F4, anche sulla Naked MV troviamo cose disegnate e realizzate solo per lei (e tutte "firmate" o dal logo Brutale o da quello MV o dalla scritta F4). Come le pinze a sei pistoncini della Nissin, con tanto di pompe brevettate, come le leve del freno con dei registri semplicemente bellissimi, gli specchietti, i cerchi, le pedane. Esclusive che, naturalmente, si fanno pagare (in tutto 14.645 Euro) ma che rendono la Brutale una moto unica. Le sole cose "banali" sono i blocchetti elettrici, gli stessi che troviamo sulle moto "normali", senza il dispositivo luci sempre accese e con i comandi di frecce e clacson fastidiosamente invertiti (sopra il clacson, sotto le frecce).

TELAIO PIÙ APERTO In comune con la F4 il comparto ciclistico con l’immancabile e bellissimo forcellone monobraccio, e il traliccio in tubi d’acciaio che chiude il collegamento tra cannotto e forcellone con due piastre d’alluminio pressofuse. Sulla Brutale però il cannotto di sterzo ha un angolo più aperto (24,5°) per favorire la stabilità (infatti aumenta anche l'interasse fino a 1414 mm), mentre la MV non si smentisce come amante degli avantreni ipertrofici.

AVANTRENO MONOLITICO Per averne conferma buttate un occhio sulle dimensioni del cannotto, della piastra inferiore di sterzo e sulla forcella Marzocchi rovesciata con steli da 50 mm.

NUDA E PULITA E nelle succinte forme della Brutale c’è spazio anche per un piccolo vano sottosella per contenere documenti o il lucchetto bloccadisco. Tutto fatto molto bene, la Brutale è "pulita" non ci sono fili in giro, e Tamburini è riuscito a mascherare molto bene tutti gli ammenicoli che un motore nato per stare sotto una carenatura si porta dietro. Gran lavoro.

COME VA Piccola. Dannatamente piccola. Se non ci fosse quella minimoto che è la Buell Lightning, la Brutale sarebbe nel Guinness dei primati della compattezza. Il manubrio così "sotto" l’ho trovato, infatti, solo sulla naked americana.

RISUCCHIATI A BORDO  Manubrio vicino, serbatoio corto, sella e codino risicato, che finisce subito, prima che finisca la ruota. Ma in sella ci si sta bene (solo il pilota però), come la Ducati 916 (e seguenti) e la F4 anche la Brutale ha la capacità di "risucchiarti" nel posto di guida. Una volta a bordo la sensazione è più quella di essere sopra la moto che "dentro" la moto, ma le gambe s’inseriscono perfettamente negli svasi (il raccordo tra serbatoio e sella è perfetto), le pedane sono li, dove le vorresti e il manubrio d’alluminio si impugna con naturalezza.

CHE SOUND! Tocco allo start e il 4 cilindri prende vita con un rumore che già dal minimo è inconfondibile. La Brutale fa girare la testa, dicevo, e dove non arriva l’estetica arriva il rumore. La guida della Naked MV è accompagnata, infatti, da un sound davvero unico. Tocca ripetermi, ma con la Brutale MV ha dimostrato che si può dare una personalità unica anche al motore più impersonale che ci sia, il quattro cilindri in linea. Un paio di sgassate al minimo sono sufficienti per capirlo.

SINFONIA PER QUATTRO Scarico e aspirazione compongono una sinfonia inconfondibile. Al minimo è lo scarico a farsi sentire, poi l’aspirazione prende il sopravvento e il duello continua fino al limitatore. Un rumore che da solo meriterebbe l’acquisto della moto, ma che mi fa chiedere come diavolo abbiano fatto ad omologarla così. Esaltante. Anche perché non è rumore fine a se stesso. Il motore mostra subito di prendere i giri molto velocemente.

IN CERCA DI COPPIA È un settemmezzo, inutile pretendere una coppia da mille, quindi se vi aspettate il calcione a 2.000 giri potreste rimanerci male. Ma la Brutale è tutt’altro che vuota, anche perché giustamente MV ha optato per una rapportatura molto corta (a 7.000 giri in sesta si viaggia a 135 km/h). In fondo poco importa se la Brutale fa i duecinquanta o i duesessanta, è una naked vera e a 130 il collo già si lamenta. Quindi visto che a quelle velocità non ci va praticamente mai, molto meglio andare cercare la grinta sotto.

MORBIDA IN BASSO Grinta che la Brutale, sciorina a partire da 5.500 giri. Sotto questo regime il quattro in linea gira bene ma senza troppo brio (qualche incertezza spalancando il gas a meno di 2.000 giri), ma dicendola tutta questa morbidezza non mi dispiace, considerando che la Brutale è una moto che deve fare anche passerella, che non andrà in mano solo agli smanettoni ma anche a chi, magari meno esperto, è comunque affascinato dalla sua bellezza. Avere tanta grinta da subito quindi potrebbe essere per certi aspetti anche controproducente. Chi cerca la "birra" sposti il suo range di utilizzo qualche migliaio di giri più sopra, oltre quota 5.500 dove il quattro cilindri cambia decisamente carattere.

PRIMA DA TRIAL Non ci vuole molto, la prima è cortissima e il motore sale svelto, e a partire da quella soglia la risposta alle sollecitazioni del gas è perentoria ed eccitante, con un crescendo che coinvolge il pilota fino ai 13.000 giri del limitatore. Quindi avete 8.000 giri buoni da tirare, anche se su strada basta guidare dai 6 ai 9.000 per filare via in scioltezza e di buon passo.

SANTA BEVITRICE Tirare troppo marce può anche non servire, il cambio ha rapporti molto ravvicinati, e non fa mai scendere il motore sottocoppia. Difetti? Il consumo… Avere rapporti corti ha i suoi pro e i suoi contro. La Brutale ha sete, e se come me vi fate prendere dalla libidine della bella guida non è difficile sfiorare i 10 km/litro.

MONOLITO A supportare il tutto una ciclistica eccellente con un avantreno che per stabilità non trova riscontri su nessuna naked attualmente in produzione. La rigidezza del gruppo cannotto-forcella è tale che la sensazione è quella di impugnare direttamente il perno ruota, provare per credere.

AMA IL VELOCE Questo fa si che la Brutale sia quasi più gratificante sul veloce che sullo stretto, dove non è agile come ad esempio può essere una Raptor (tanto per restare in casa). Va guidata molto con il gas.

GUIDA DI GAS In pratica non esiste più la "fase morta" tra frenata e accelerazione. Si frena, si piega e si accelera subito sostenendo la moto con il gas, perché altrimenti la tendenza è quella di cadere un po’ all’interno della curva. Peccato che la manovra sia un po’ osteggiata da un comando dell'acceleratore che quando si va a riaprire dal tutto chiuso fa un po’ scalino.

GRATIFICANTE Aumentando la velocità aumenta anche la gratificazione di guida, il motore spinge deciso e la sincerità d’avantreno è davvero eccellente. Solo la forcella accusa un affondamento un po’ troppo repentino in frenata (mentre il posteriore è piuttosto rigido), rendendo la Brutale un po’ sensibile all’ingresso in curva a freni tirati. Tutto ovviabile regolando accuratamente idraulica e molla, cosa che io per motivi di limitato tempo a disposizione non ho potuto fare. Comunque sul veloce si potrebbe davvero esagerare se non fosse che poi è il pilota sferzato dal vento a cedere fisicamente.

SCARICO LARGO Ma la posizione di guida è perfetta per il massimo controllo, il manubrio non è eccessivamente largo e anche quando ci si sposta di sella nulla intralcia. L’unico fastidio arriva dallo scarico che costringe ad allargare un po’ il tallone verso l’esterno quando si guida "in punta di piedi", questo anche perché le pedane sono davvero aderenti alla moto.

FRENI ECCELLENTI Sull’impianto freni nulla da dire, soprattutto davanti. Il comando è pastoso, l’attacco mai troppo repentino e la risposta all’aumentare della pressione sulla leva è eccellente. Il posteriore, come su tutte le sportive frena poco. Ma non si vorrebbe di più.

CITTADINA Grazie alla posizione di guida rialzata la Brutale è una MV "civile", godibile ogni giorno senza spaccarsi i polsi. Anche questo contribuisce a renderla molto gradita al pubblico. Perché se con la F4 bastavano 2 km di traffico per fartela odiare, con la Brutale la città si affronta senza problemi. Qualche sacrificio al comfort è comunque d’obbligo. Lo sterzo è davvero limitato, la sella è dura, il pavé fa battere un po’ i denti e lo scarico così corto causa un giro di fumi che alla fine della giornata costringe a buttare in lavatrice giubbotto e zainetto. Nulla di che, davanti alla montagna di emozioni che questa moto trasmette. Chi è stato contagiato dall’effetto Brutale non si fermerà certo davanti a questi dettagli insignificanti. Lei è sexy.

In questo servizio:Casco:LEM TsunamiGiacca:Dainese G. Trax PelleGuanti:Alpinestars SMX-4


Pubblicato da Stefano Cordara, 01/09/2003
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