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Aprilia Pegaso Tuscany-Tibet


Avatar Redazionale , il 12/05/03

20 anni fa -

La voglia di avventura in casa Aprilia contagia anche la monocilindrica Pegaso 650 che si veste di una livrea bicolore e cambia in qualche particolare per affrontare in modo più disinolto sterrati e pozzanghere. Più protettiva e disposta a viaggiare costa 500 € in più della Pegaso normale.

La Caponord si riveste da moto-deserto, la Pegaso presa da un moto d’invidia si mette il cappotto di lana e va in Tibet. Scherzi a parte, in Aprilia tengono molto al mondo adventure e già che affrontavano il tema con la Caponord, non si sono fatti sfuggire l’occasione per mettere mano anche alla loro monocilindrica. Ma la Pegaso Tuscany-Tibet, ha anche altri significati. È la replica fedele (nella grafica) della moto che con Emerson Gattafoni ha raggiunto il tetto del mondo, il Tibet appunto. Una missione con scopi umanitari ha portato, infatti, due Pegaso 650 ie a percorrere la strada più alta del mondo.

VOGLIA DI FUORISTRADA

Più avventura anche per la Pegaso, dunque, anche se grafica a parte le modifiche sono molto più limitate di quelle apportate alla Caponord. La base tecnica è identica a quella della Pegaso normale, da cui la Tuscany riprende il sofisticato motore monocilindrico da 650 cc alimentato a iniezione e con cinque valvole e il telaio in alluminio (ancora oggi l’unico della categoria). SI ALZA UN PO’ A furia di abbassarsi la sella delle Pegaso era ormai rasoterra, sulla Tibet torna un po’ più su (da 81 a 83 cm) grazie ad una nuova conformazione meno scavata e alla forcella che ha visto gli steli allungarsi di 26 mm con conseguente escursione maggiorata (ora 175 mm). Dietro, invece, niente cambia: l’ammortizzatore è quello di serie, ancora regolabile comodamente per mezzo del manettone e con escursione di 165 mm.

PROTEGGE MEGLIO La maggiore propensione ai viaggi è rispettata anche dalla presenza di un cupolino rialzato che protegge meglio dall’aria e dalle intemperie. Rientrano nel "pacchetto avventura" anche i pneumatici Metzeler Sahara 3 dalla tassellatura più pronunciata, più adatti per un utilizzo su fondi difficili. Nessuna variazione per il motore, il monocilindrico non è catalizzato e omologato Euro1. Unica colorazione disponibile quella bicolore, un po’ vistosa, anche se nel complesso la Pegaso è una moto piacevole. Già disponibile dai concessionari la Tuscany Tibet costa 7190 € franco concessionario, 500 € in più della Pegaso standard che ovviamente resta inalterata in listino.

COME PRIMA PIÚ DI PRIMA In sella non si notano differenze sostanziali tra la Tibet e la Pegaso standard. La seduta leggermente più alta non crea alcun imbarazzo perché la moto è leggera e molto bilanciata. Tuttavia la nuova sella non provoca, come nella Caponord, uno stravolgimento dell’assetto. Sebbene sia una versione più avventurosa, la Tuscany non va, infatti, considerata una fuoristrada, ma una moto in grado di muoversi con minor impaccio su fondi difficili.

È ANCORA DA STRADA

La posizione di guida rivela subito il suo retaggio prettamente stradale, la triangolazione sella-pedane-manubrio è poco adatta ai continui spostamenti dalla guida seduta a quella in piedi facendo intuire che con la Tibet si affronteranno volentieri sterrati leggeri ma non il fuoristrada duro.

MOTORE DI SEMPRE

Solo conferme dal motore, il monocilindrico è potente a sufficienza e soprattutto molto elastico. Grazie all’iniezione offre un'erogazione estremamente lineare, perfetta per una moto come la Pegaso che non va in mano solo a smanettoni ma anche a principianti. Tra l’altro anche le velocità di crociera sono più che interessanti, tali da non far sentire l’assenza di un cilindro in più. In viaggio il comfort è ulteriormente enfatizzato dalla migliorata protezione aerodinamica. CAMBIO LUNGO Il cambio era e resta il suo tallone d’Achille con una corsa lunga e innesti non sempre precisi, soprattutto quando viene utilizzato con gli stivali da cross. I penumatici moderatamente tassellati "mordono" a dovere anche su sterrato e la nuova forcella assorbe meglio i colpi. Insomma, anche per la monocilindrica Aprilia, arriva l’avventura, sia pur in piccole dosi.
Pubblicato da Stefano Cordara, 12/05/2003
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