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Prova su strada

Confronto Supermotard 50


Avatar Redazionale , il 10/08/03

20 anni fa -

Supermotard? Ormai è moda anche nei cinquantini e le Case non si sono fatte sfuggire l'occasione di sfornare modellini niente male. Noi ne abbiamo prese tre e le abbiamo messe una contro l'altra per vedere l'effetto che fa. E siamo andati addirittura in pista.

Il fenomeno supermotard sta spopolando, ormai pare che nessuno possa più fare a meno di avere una moto con sospensioni lunghe e gomme scolpite per divertirsi sui tornanti, per darsi battaglia nei kartodromi (e nei motodromi), per fare la sua bella figura al bar. Insomma è moda.

ANCHE PER I RAGAZZI

E come sempre accade con le mode l’onda lunga parte dagli adulti e arriva a colpire gli adolescenti. Così il fenomeno supermotard dilaga anche nei 50 cc. Nessun costruttore è immune, tutti hanno la loro brava versione "SM", motard o supermotard che dir si voglia e, grazie anche a questa moda, il mercato italiano delle moto 50 cc sta lentamente ritornando a livelli importanti. Diciamo italiano perché in Europa (Spagna e Francia in particolare) queste moto hanno una quota di mercato superiore addirittura a quella degli scooter. Insomma sempre più motorette con cambio e frizione si apprestano a solcare le strade della città, e le supermotard sembrano proprio adatte allo scopo.

LA MODA CHIAMA

Sono modiaiole, perfette per "farsi vedere" davanti alla scuola. Sono tecnologiche, con motori raffreddati a liquido, sospensioni professionali, freni racing. Sono anche sicure, perché il loro essere alte (piani sella spesso ben sopra gli 80 cm) porta chi le guida a vedere "oltre" l’auto che lo precede.

SORELLE DELLE ENDURO

E se la moda dilaga, tutti la seguono, ma ognuno con le proprie caratteristiche e la propria personalità. In fondo fare una Supermotard è piuttosto semplice. Chi ha già una piccola endurina in casa non ha che da apportare poche modifiche. Due cerchi a raggi da 17 pollici, pneumatici di tipo sportivo e un disco maggiorato ed il gioco è fatto. Questa è la strada seguita dalla tre case protagoniste del confronto. ITALIA-SPAGNA Aprilia e Beta difendono i colori dell’Italia con la RR Motard e la MX, la Derbi quelli della Spagna con la Senda DRD. Per tutte vale la regola di offrire il massimo di quanto la tecnica duetempistica odierna possa offrire. Motori monocilindrici raffreddati ad acqua, con miscelatore separato, cambio a sei marce e avviamento rigorosamente a pedale perché le motard sono moto da puristi. Derbi si fa tutto in casa, mentre Beta e Aprilia utilizzano la stessa base offerta dalla Minarelli, tarata poi diversamente a seconda degli impianti di scarico. Stesse soluzioni ciclistiche con robusti telai d’acciaio, sospensioni posteriori con leveraggio progressivo.

LA CHICCA NON MANCA MAI

Visto che poi i giovanissimi sono sensibili al "di più" ecco che Derbi offre addirittura un doppio disco anteriore e il forcellone in alluminio, Aprilia è l’unica con la forcella a steli rovesciati, Beta ha la sospensione posteriore regolabile nel precarico.

CARATTERI BEN DISTINTI

Una strada comune, dunque. Ma chi pensa che i cinquantini siano tutti uguali non ha che da provare a saltare in sella alle tre contendenti per capire innanzitutto quanto ci si possa divertire con soli 50 cc, e in secondo luogo quanto abbiano caratteri differenti. APRILIA MX: MOTO DI PESO L’Aprilia è la più "pienotta" delle tre. Deriva dalla gloriosa RX, con qualche modifica grafica e gli ovvi cambiamenti tecnici riguardanti cerchi e pneumatici. Volendo forzare il termine diremmo che è la più "turistica" delle tre. Non è altissima ed è la più pesante. Anche a vederla si capisce che ha una impostazione un po’ più pacifica. La linea è la più scontata ma come sempre, quando si parla di Aprilia occorre annotare sul taccuino la fattura eccellente di ogni particolare dal cruscotto (dalla grafica un po’ datata in verità) alle plastiche, alle decal. Come già detto è l’unica del lotto ad offrire una forcella upside down (steli da 35 mm), e un ammortizzatore a gas (ma non regolabile). L’unica anche ad offrire anche i paramani che con il supermotard c’azzeccano poco ma quando fa freddo fanno un gran comodo. Sella ampia e comoda ci si può star sopra anche qualche ora senza accusare problemi.

BETA RR: NO LIMTIS

La Beta punta tutto sul racing a tutti i costi. La sua Supermotard è degna sorella della RR da enduro. Una moto specialistica, con sella altissima (91 centimetri!), sospensioni dall’escursione rilevante (la maggiore delle tre: ben 230 mm anteriore e 285 posteriore) e sovrastrutture ridotte all’osso. Ha una vita strettissima e una lunga sella (a sgancio rapido) a sormontare lo smilzo serbatoio da 6 litri e anche il silenziatore d’alluminio è estremamente compatto. Avviamento elettrico, ovviamente, assente, il motore prende vita con il classico calcio (e sempre al primo colpo), ma c’è l’interruttore di sicurezza sulla stampella per cui occhio a tirarla su bene, altrimenti scalciate per niente. Il look è indubbiamente racing, senza nulla più del necessario come vuole la tradizione della Casa toscana che ben sa costruire moto estremamente essenziali ed efficaci grazie all’esperienza nel trial. Così si rinuncia anche al vezzo del contagiri, perché la RR ha solo un contachilometri e le spie necessarie. Nulla di più. E non è un caso che la Motard Toscana sia la più leggera delle tre. Chi ama le moto da competizione (anche quelle di maggior cilindrata) potrebbe invaghirsi facilmente della piccola motard Beta, perché è un vero gioiellino, curata nel dettaglio, pulita, essenziale, racing.DERBI SENDA: TECHNOBIKE La Derbi è quella dall’aspetto più tecnologico. Davvero bello il telaio a doppio trave discendente, pare quello di una 125 tanto è dimensionato. Il forcellone è d’alluminio, e siccome esagerando non si sbaglia mai ecco che all’avantreno compare addirittura un doppio disco da 240 mm. Ha una forcella da ben 41 mm ma le escursioni delle sospensioni sono minori delle tre, così che è anche la più bassa di sella. La strumentazione è molto completa e senz’altro quella da design più moderno. Insomma come vedete ognuna ha delle buona carte da giocare per conquistare il teen ager assatanato… e se in sella ci sale un adulto? Venite a giocare con noi.IN PISTA PER CAPIRE Potevamo accontentarci di una provetta facendo il giro dell’isolato (tanto sono tutte uguali no?), ma siccome le cose amiamo farle per bene, abbiamo caricato le tre moto su un pick up e siamo andati a Castelletto di Branduzzo, con tanto di tuta e stivaloni. Un paio d’ore, giusto il tempo di provare per bene i mezzi e per gli scatti fotografici, poi gli sguardi a metà tra il divertito e il compatente dei piloti del campionato italiano motard (già poprio il giorno dopo si sarebbe svolta una gara del campionato nazionale di specialità) ci hanno consigliato di smettere.

VECCHIETTI IN MOTORINO

In effetti vedere tre ultratrentenni (uno dei tre anche decisamente appesantito) che si tirano gomitate in sella a dei cinquantini deve aver fatto sorridere più di uno, ma il fatto è che in sella a queste "zanzarine" si torna un po’ tutti bambini. Chi ha vissuto la generazione del Caballero capirà al volo cosa si prova. In ogni caso le tre contendenti hanno messo in luce personalità differenti che si traducono anche in prestazioni differenti. BETA: RACING E BASTA La Beta RR è uscita vincitrice della disputa. Ha convinto tutti i tester per l’ottima ciclistica, e le prestazioni del pepato motore, evidentemente in Beta hanno saputo tirare fuori il meglio dal Minarelli, grazie ad uno scarico ben studiato e dal rumore probabilmente alla soglia dell’illegalità ma molto gasante. La "betina" è la più lesta in accelerazione, ha il motore più pieno anche ai bassi, anche se parlare di bassi con dei 50 cc pare quasi un controsenso. E in pista i tempi le danno ragione, perché è agile e reattiva e il motorino sa il fatto suo. È alta davvero la RR ma una volta in sella si vive come su una moto da competizione. L’unico appunto è da riservare al pedale del cambio. Ottimo per guidare con gli stivali da cross, ma decisamente troppo lontano con le scarpe civili. Anche se chi guida porta un 44, è praticamente obbligato ad appoggiare il tallone sulla pedana per cambiare. APRILIA: MISS COMFORT L’Aprilia conferma dinamicamente quanto era già emerso dall’esame statico. È la più "moto grande" delle tre nel senso che potrebbe essere benissimo una 125, ha un peso elevato che penalizza le prestazioni in accelerazione. Il motore deve cantare parecchio per offrire il meglio e il 50 Minarelli pare sottotono rispetto al peperino della Beta. In compenso è molto comoda, silenziosissima, dotata di freni eccellenti (e di una forcella che affonda in modo molto controllato, davvero a punto. Il comfort di livello superiore la rende senz’altro più adatta a qualche temerario che vuole affrontare magari il viaggio-vacanza e il serbatoio da ben 9 litri e mezzo è li pronto a dare la giusta autonomia.DERBI CARATTERE MORBIDO La Derbi con il suo aspetto estremamente tecnologico e aggressivo è però la più pacata delle tre. La posizione di guida è un po’ differente dalla altre due. È la meno aggressiva e con un manubrio che oltre ad essere basso pare anche eccessivamente largo. Il motore gira estremamente rotondo e lineare, soprattutto se si considera che è un 50, ma le prestazioni, soprattutto in accelerazione, sono leggermente inferiori a quelle delle altre due. In compenso la Senda è molto ben bilanciata e le sospensioni funzionano molto bene. Stupisce la frenata, ma in negativo. Con quel po’ po’ di impianto ci aspettavamo staccate al ribaltamento, invece la Senda richiede che sia tirata forte la leva per avere l’efficacia necessaria. A sua discolpa va detto che l’esemplare in prova era letteralmente nuovo (km 0 sul contachilometri), un po’ di adeguato rodaggio non avrebbe potuto che migliorare la situazione. Pensate ancora che i cinquanta siano tutti uguali? Non avete che da provarle…

PREZZI ALTI

Intanto sappiate che i prezzi sono da promozione con dieci in pagella. 2949 € per la Derbi, 2350 € per la Aprilia, 2324 € per la Beta.
Pubblicato da Stefano Cordara, 10/08/2003
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