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Yamaha YZR M1


Avatar Redazionale , il 14/01/02

22 anni fa - Ricomincio da quattro

Presentata a Milano la versione definitiva della YZR M1, e con lei anche i programmi sportivi per la stagione 2002 del dream-team Yamaha. Moto nuova, squadra sempre più italiana e nel mirino il campionato del mondo.

L’abbiamo vista da molto vicino, osservata, analizzata per quello che le carenature lasciavano intravvedere. Vista così, tutta colorata, con le grafiche dello sponsor tabaccaio, la M1 fa una gran figura, molto più che la versione tutta nera che avevamo ammirato al salone di Milano. E per presentare la sua arma a quattro tempi in versione definitiva la Yamaha ha scelto ancora una volta l’Italia, ancora una volta Milano. Un po’ perché il suo pilota numero uno è l’italianissimo Max Biaggi, ma soprattutto perché la squadra corse ufficiale d'ora in poi avrà sede a pochi passi dalla Belgarda, in quella brianza che per la Yamaha è ormai un po’ come una seconda patria. Così, questo team diventa sempre più italiano e non solo perché ci corre Max Biaggi, non solo perché quasi tutti i meccanici che si prendono cura delle moto di Max sono italiani. Anche perché a dirigerlo è stato chiamato Davide Brivio, il team Manager che con Noriyuki Haga ha sfiorato il titolo mondiale SBK, uno che con i quattro tempi ci lavora da una vita, una garanzia quindi. Sempre più Italia, dunque, la Yamaha confida nelle capacità dei nostri uomini oltre che nella produzione normale anche nelle competizioni, per la Belgarda, quindi, una soddisfazione in più. E, intanto Fiorenzo Fanali, responsabile tecnico della moto di Max, si sbilancia: "la moto va bene, è nata molto bene, vinceremo il campionato del mondo". Non abbiamo visto dove Biaggi abbia messo le mani al momento dell’affermazione, certo è che il romano ha usato i piedi di piombo, pur senza nascondere che la nuova quattro tempi gli piace molto. Prima di tutto perché non è più afflitta dagli irrisolvibili problemi di chattering, il saltellamento dell’avantreno in frenata, che lo ha fatto dannare in tutti questi anni. Partire con un problema in meno del solito non è niente male.

Per concludere, un paio di considerazioni. L’anno prossimo vedremo in pista una

Honda 5 cilindri a V, un’Aprilia tre cilindri in linea, una Suzuki quattro cilindri a V: per tutti si tratta di soluzioni nuove, da sperimentare, la cui efficacia va verificata sul campo.
La Yamaha ha forse scelto la strada più facile, quella più scontata. Ma il quattro cilindri in linea è anche il motore più facile da costruire e quello di cui forse si conoscono maggiormente i segreti. Nulla di rivoluzionario quindi ma probabilmente qualcosa di più facile da gestire tecnicamente, e, soprattutto qualcosa di molto vicino all’attuale produzione di serie (leggasi R1). In caso di vittoria il ritorno d’immagine sarebbe grandissimo. E qualcuno durante la serata si è anche fatto scappare "ci sarà anche una M1 di serie". Non ci resta che aspettare.
Pubblicato da Stefano Cordara, 14/01/2002
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