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Prova su strada

Prove di MotoGP/2


Avatar Redazionale , il 07/03/06

18 anni fa - Nessuno può battere Rossi?

Per il secondo anno consecutivo Rossi non riesce vincere la BMW in palio. Almeno quella la lascia ad altri (stavolta ad Edwards) perché l'analisi spietata dei tre giorni di test a Barcellona ha chiaramente mostrato che il Dottore è nettamente superiore. L'analisi del nostro inviato a Barcellona.


Colin Edwards
I TEST IN SINTESI L'estrema sintesi dei test Irta di Barcellona della MotoGP è questa: Valentino Rossi sembra avere una superiorità devastante, Colin Edwards è al momento l'unico che si avvicina a Rossi, la Yamaha M1 non è mai stata così competitiva, la Honda è sempre più allo sbando e c'è il dubbio che la RC211V 2006 sia addirittura una moto sbagliata, la Ducati e le Bridgestone non sono male ma sono un po' in ritardo nella preparazione, la Dunlop non è così indietro, Kawasaki e Suzuki sono un po' più vicine alle altre moto.

TRE GIORNI La tre giorni spagnola ha confermato quanto era già emerso nelle precedenti prove invernali e al momento pare davvero difficile individuare un rivale in grado di impensierire seriamente il campione del mondo. Rossi è in forma come forse non lo è mai stato nella sua carriera: è sereno, tranquillo, soddisfatto di guidare una M1 finalmente competitiva, in questo momento addirittura la migliore moto del campionato. La teorica mancanza di stimoli è ampiamente compensata dal gusto che Vale prova in sella alla Yamaha e questo rende tutto più facile. Per i suoi rivali, la situazione è addirittura umiliante: sia venerdì sia sabato Rossi è sceso in pista almeno un'ora e mezzo dopo gli altri, ma gli sono bastati sei passaggi il primo giorno e otto il secondo per portarsi al comando della classifica.

PIOVE SUL BAGNATO Anche sul bagnato, al di là del risultato finale, la sua forza fa impressione: domenica Vale è stato l'unico a non provare prima dell'ora cronometrata, quella che assegnava la BMW Z4M, ma gli sono bastati tre giri per trovare il giusto assetto pure per l'acqua. Una scivolata nel finale gli ha impedito di fare meglio di terzo, ma è lui quello che ha il ritmo migliore, così come sull'asciutto. A Barcellona, solo il compagno di squadra Edwards è riuscito ad avvicinarlo, a conferma che la M1 è davvero un'ottima moto. Piuttosto veloce sul singolo giro, Colin non è ancora all'altezza di Valentino sulla distanza e come dimostra l'analisi dettagliata dei tempi è meno costante.

LA LONTANANZA Tutti gli altri sono lontanissimi, a cominciare dai piloti Honda, sempre più in difficoltà. Nonostante Nicky Hayden non fosse completamente convinto di abbandonare la RC211V 2005, quella che utilizzano anche Melandri, Pedrosa, Tamada e Stoner (assente al Montmelò per infortunio), la HRC ha deciso per lui, facendogli trovare nel box due moto "Evoluzione", quella più piccola nelle dimensioni. Una imposizione che non ha certo rasserenato l'americano, che non sembra in grado di sopportare la pressione di essere il punto di riferimento della Honda.


DANI IL PICCOLO In difficoltà anche Daniel Pedrosa, che non è riuscito a ripetere le ottime prestazioni della Malesia e dell'Australia. Il minuto spagnolo è anche scivolato sabato pomeriggio, senza mai girare in tempi veloci. Inoltre, Pedrosa non ha mai fatto più di 10 passaggi consecutivi e i dubbi sulla sua tenuta alla distanza non sono quindi stati sciolti.


Marco Melandri
MACIO A RILENTO Melandri ha lavorato esclusivamente in configurazione gara, ma le sue perplessità sulla nuova RC211V sono aumentate invece di diminuire. Secondo Marco, la nuova cinque cilindri non è fluida in ingresso e centro curva e così Melandri si è preso di passo mediamente 1,5 secondi al giro da Rossi. La squadra fa buon viso a cattiva sorte, dicendo che sicuramente la Honda troverà una soluzione, ma ammette anche che, vista dall'esterno, la situazione può sembrare disastrosa.
Loris Capirossi
DUCATI IN ATTESA Difficile fare una valutazione della Ducati, su una pista che in passato le ha sempre creato problemi. Loris Capirossi ha girato pochissimo, fermato da problemi fisici il secondo giorno e rallentato dalla pioggia il terzo, mentre Sete Gibernau si rende sempre più conto che la Desmosedici non è la RC211V e trovare una buona messa a punto di base non è così facile. Lo spagnolo, comunque, ha fatto progressi costanti sia sull'asciutto sia sul bagnato e il prossimo test di Jerez, l'ultimo prima dell'inizio del campionato, sarà fondamentale per capire la reale competitività della rossa.
John Hopkins
GLI ALTRI AVANZANO Kawasaki e Suzuki hanno recuperato un po' di terreno; per il momento sono abbastanza veloci sul singolo giro, ma poco costanti sulla distanza, così come Carlos Checa con la Yamaha gommata Dunlop. Checa è sicuramente la più bella sorpresa di questo inizio di stagione e ha dimostrato che la Dunlop non è poi così indietro, anche se sul passo gara c'è ancora molto da lavorare.


VENERDI 3 Marzo

SABATO 4 Marzo

DOMENICA 5 Marzo

VENERDI' 3 MARZO

1. Rossi (Yamaha) in 1'43"608

2. Edwards (Yamaha) a 0"455

3. Checa (Yamaha) a 0"462

4. Hopkins (Suzuki) a 0"589

5. Hayden (Honda) a 0"601

6. Nakano (Kawasaki) a 0"791

7. Gibernau (Ducati) a 0"948

8. Melandri (Honda) a 1"064

9. Elias (Honda) a 1"094

10. Tamada (Honda) a 1"113

12. Pedrosa (Honda) a 1"403

14. Capirossi (Ducati) a 1"645

* Pole position 2005 (Gibernau) 1'42"337

* Primato della pista (Rossi, 2005) 1'43"195


Partiamo da Valentino Rossi, entrato in pista dopo almeno un'ora e mezza che i suoi rivali stavano girando. A Vale sono bastati sei passaggi per portarsi davanti a tutti con il tempo di 1'44"571: semplicemente avvilente per chi stava provando in ogni modo a essere veloce. In tutto, Rossi ha totalizzato 54 giri, per poi fare un dritto in quello successivo e concludere lì la giornata. Al 23esimo giro ha ottenuto il suo miglior tempo, arrivato al quinto passaggio di una serie da 8 giri (Rossi era, tra tutti, quello che girava per più giri consecutivi), nella quale è sceso per due volte sotto l'1"44, muro che venerdì nessun altro pilota ha infranto.

EDWARDS - 66 giri totali, così suddivisi:. Il miglior tempo lo ha fatto al 56esimo giro in una serie di sei con 1'44"197 come secondo miglior tempo. Anche Colin, quindi, è stato abbastanza regolare, facendo però un minor numero di giri consecutivi (fondamentali in funzione della gara) del compagno di squadra.

CHECA - 72 giri: La Dunlop era un po' considerata la cenerentola tra le gomme, invece la Casa inglese con il cambio di pilota e di marca si è rivelata ad un livello ben più alto del previsto. Si dice però che non abbia ancora il passo della Michelin (e della Bridgestone) sulla distanza e questa analisi sembra per ora confermarlo, perché Checa ha ottenuto il suo miglior tempo al 63 giro in una serie da 6 nella quale il suo secondo miglior tempo è stato più lento di sette decimi. Insomma, per ora c'è il giro secco, non il passo per tutta la gara.

HAYDEN - 103 giri: Ha girato come una trottola: quantità, ma poca qualità, con soli quattro passaggi sotto l'1'45". Lo stesso giorno, Rossi è sceso sotto l'1'45 per ben 29 volte! Da sottolineare che da questo test Hayden sta usando esclusivamente la RC211V evoluzione, quella più piccola nelle dimensioni. Non è stato Nicky a volerlo, ma la Honda a imporla, vista l'indecisione dell'americano e questo la dice lunga sulla situazione nel box HRC...*BRPAGE*

SABATO 4 MARZO

1. Rossi (Yamaha) in 1'42"477

2. Checa (Yamaha) a 0"665

3. Nakano (Kawasaki) a 0"768

4. Edwards (Yamaha) a 0"911

5. Gibernau (Ducati) a 1"307

6. De Puniet (Kawasaki) a 1"370

7. Hopkins (Suzuki) a 1"493

8. Hayden (Honda) a 1"552

9. Tamada (Honda) a 1"769

10. Pedrosa (Honda) a 1"892

12. Melandri (Honda) a 2"035

13. Capirossi (Ducati) a 2"104

Dei tre giorni, sabato è stato quello con le migliori condizioni atmosferiche e, quindi, il più significativo. Molti piloti hanno anche provato le gomme morbide da tempo. Va sottolineato che Capirossi ha effettuato pochi giri, perché stava male.


ROSSI - 72 giri Il tempo migliore Valentino l'ha fatto in una sessione da soli tre giri, quindi utilizzando i pneumatici da qualifica. Ma sono le serie da 10 giri che impressionano: nella prima, ha fatto tre passaggi consecutivi sotto l'1'44", tre anche nella seconda, addirittura cinque nella terza. Insomma, sul passo Rossi appare imbattibile.

NAKANO - 58 giri: Nella serie più lunga, quella da otto giri, Nakano ha ottenuto come miglio tempo un buon 1'43"841, che è anche l'unica volta in tutta la giornata che il giapponese è sceso sotto il muro dell'1'44, a parte quando al 57esimo giro ha utilizzato le gomme da tempo. Si può quindi dire che la Kawasaki è sicuramente cresciuta, le Bridgestone hanno fatto un passo in avanti anche sulla pista a loro ostica di Barcellona, ma la Yamaha (e Rossi) sono ancora molto lontani.


Sete Gibernau
GIBERNAU - 82 giri: Gibernau non ha utilizzato le gomme da tempo e in questo senso il suo 1'43"784 è abbastanza soddisfacente. Sete, con la Honda era abituato a fare tanti giri consecutivi, intervenendo pochissimo sulla moto, mentre si vede come con la Ducati sia costretto a tante soste per cercare il giusto bilanciamento della Desmosedici GP6. Il passo è ancora alto, con un solo giro sotto l'1'44".

PEDROSA - 71 giri. Dopo aver impressionato, e molto, nei precedenti test, Pedrosa ha incontrato parecchie difficoltà a Barcellona. Come si vede dai numerosi giri consecutivi che fa in ogni sessione, lui lavora sempre per la gara, ma anche lui ha patito i problemi in ingresso e centro curva della RC211V 2006, girando sempre piuttosto piano.

MELANDRI - 76 giri. Marco è stato tra i pochi a non montare i pneumatici super morbidi da tempo, tanto che ha ottenuto il suo miglior tempo al sesto passaggio consecutivo in una serie da dieci. Il "passo" conferma le grandi difficoltà di Melandri e della nuova Honda RC211V: mediamente il pilota del team Gresini si è beccato più di un secondo al giro da Valentino.*BRPAGE*

DOMENICA 5 MARZO

Pioggia e freddo per l'ultima giornata di test, con Colin Edwards che si è aggiudicato la BMW Z4M da 60.000 euro, messa in palio per chi otteneva il miglior tempo nell'ora cronometrata. Anche con la pista allagata, si è visto che la Yamaha M1 è molto equilibrata e soltanto una caduta a 8 minuti dal termine, mentre stava facendo un giro da primato, a impedito a Rossi di tornare a casa in macchina. Come dire: i rivali della Yamaha non possono nemmeno sperare che piova...


Pubblicato da Giovanni Zamagni, 07/03/2006
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