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Alpinestars, il punto sull'airbag


Avatar di Luca Cereda , il 27/07/10

13 anni fa - E' il futuro della sicurezza sulle due ruote, ma non si sa ancora quando arriverà (in versione senza cavo). Cerchiamo intanto di capire come funziona l'airbag da moto secondo Alpinestars...

E' il futuro della sicurezza sulle due ruote, ma non si sa ancora quando arriverà (in versione senza cavo). Cerchiamo intanto di capire come funziona l'airbag da moto secondo Alpinestars...


PIACCIA O NON PIACCIA Quando si parla di sicurezza su due ruote, il tema del momento è l'airbag. C'è chi è pro e chi è contro, e su questo i motociclisti si divideranno in Guelfi e Ghibellini fino all'ultimo (o almeno finché non lo potranno testare tutti di persona). Fuori dalla querelle, però, le firme di abbigliamento tecnico portano avanti sofisticate ricerche per rendere questo dispositivo il più possibile efficiente e il meno possibile fastidioso in ottica di una futura diffusione su larga scala. L'ultima frontiera è l'airbag wireless: dove l'input all'attivazione lo danno alcuni sensori in grado di determinare l'imminente caduta, senza alcun cavo che colleghi il pilota alla moto.

WORK IN PROGRESS Cerchiamo allora di comprendere meglio questa tecnologia sulla quale Alpinestars sta lavorando più o meno da una decina d'anni a questa parte, e che fra un po' entrerà in commercio, inizialmente riservata esclusivamente a un utilizzo pistaiolo. Ad esempio, come fanno i sensori a riconoscere la situazione di pericolo e di conseguenza attivare l'airbag?

CALCOLO MULTISTADIO Il segreto sta nel monitorare costantemente la posizione del pilota in relazione al terreno. Posizione che viene letta in termini matematici dai sensori (sette in tutto), finché questi non riscontrano alcune situazioni critiche: un'angolazione "anomala”, ad esempio, che può preannunciare una caduta laterale, oppure una decelerazione brusca sintomo di un'imminente collisione. In poche parole, il processo di apertura dell'airbag è determinato da una serie di complessi algoritmi che danno la definizione matematica dell' incidente. E, prima che il dispositivo gonfi l'airbag, il software effettua una serie di controlli incrociati dei dati registrati per assicurarsi che vi sia reale situazione di pericolo, onde evitare un' attivazione indesiderata dell'airbag.

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Stoner ha provato
l'airbag gia ai
tempi in cui correva
per Cecchinello
BATTITO DI CIGLIA Tutto ciò in uno spazio di tempo infinitamente breve. Se l'airbag ci mette 0,05 secondi per attivarsi, tutti i controlli necessari per diagnosticare la situazione d'incidente richiedono complessivamente 8 millisecondi. L'ultimo stadio dei controlli vede un classificatore di numeri organizzare le informazioni raccolte dai sensori, e ogni parametro coinvolto nella decisione di attivare l'airbag esprimere il proprio "voto”. Se tutti i parametri denunciano una condizione di rischio, all'ottavo millisecondo l'elettronica prende la decisione definitiva e dà il via alle "operazioni di salvataggio”.

TEMPI TECNICI Il gonfiaggio avviene in seguito a una piccola esplosione che determina la fuoriuscita di una miscela di gas e azoto destinata a riempire due sacche. Una volta gonfiato, l'airbag resta tale per 5 secondi, prima di iniziare a rilasciare la miscela. Cinque secondi non è una durata casuale: i tecnici Alpinestars hanno infatti calcolato che il rischio di infortunio grave si ha nel giro di 4,7 secondi dall'impatto. Intanto, le due sacche gonfie riparano spalle e clavicole del motociclista – i punti più critici nella maggior parte degli incidenti – assicurandogli una protezione vitale. Passati i 5 secondi, l'aria comincia a defluire mettendoci in tutto circa 25 secondi.


BIS L'airbag è alimentato da una batteria della durata di 10 ore a pieno carico, quanto basta e avanza ai piloti di Moto GP che lo stanno testando per essere coperti dalla protezione nei frangenti trascorsi in pista durante il weekend di gara. Grazie al particolare sistema di gonfiaggio messo sotto brevetto Alpinestars, l'operazione può essere ripetuta una seconda volta senza bisogno di resettare o ricaricare il sistema. Il pilota può dunque ri-montare in sella, riprendere a guidare, e in caso di una seconda caduta beneficiare di un secondo intervento dell'airbag. Dopodiché, forse sarebbe il caso di prendersi una pausa…  
Pubblicato da Luca Cereda, 27/07/2010
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