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Prova

Metzeler Endurance Test


Avatar Redazionale , il 21/08/07

16 anni fa - Test estremo per pneumatici stradali

Una prova lunga 8 ore per dimostrare cosa sono in grado di fare dei moderni pneumatici stradali supersportivi. L'ha inventata Metzeler che, per farci toccare con mano le potenzialità del suo Sportec M3, ci ha fatto correre (nel vero senso della parola) sul velocissimo tracciato di Siracusa.



FANTASIA AL POTERE
Diciamo che, ultimamente, agli uomini della Metzeler la fantasia non fa certo difetto. Devono far provare un pneumatico da enduro e organizzano una traversata delle Alpi. Devono far provare un pneumatico supersportivo e cosa ti inventano? Una prova di durata di ben 8 ore su un tracciato velocissimo (Siracusa ha la media più alta tra i circuiti europei, oltre 185 all'ora!) e dall'asfalto tormentato con l'aggiunta di un caldo africano. Il circuito, usato dagli uomini del Test team Metzeler/Pirelli capitanati dal mai domo Salvo Pennisi è, secondo i tecnici Metzeler, l'ideale banco prova per sviluppare pneumatici. Ha curve velocissime e con il suo fondo che pare bombradato mette a dura prova carcasse e ciclistiche delle moto, inoltre il caldo stressa le mescole.

SVILUPPO CONTINUO Già più volte abbiamo sottolineato come per queste gomme lo sviluppo negli ultimi anni sia stato incredibile. La Sportec ha già due primavere sulle spalle, e nel frattempo altri competitor agguerriti sono arrivati sul mercato. Ma per gli uomini dell'elefantino questo pneumatico è ancora un riferimento del settore e questo test speciale è stato organizzato proprio per dimostrare la bontà del loro prodotto, non solo da nuovo (quando tutto è perfetto e come si svolgono la maggior parte delle prove di pneumatici) ma anche durante tutta la durata della sua vita.


La partenza
in stile Le Mans
TEST ESTREMO Una prova estrema, questa inventata dalla Metzeler, che comunque riesce ad offrire anche un bel po' di spunti interessanti. Fin dove si può spingere un pneumatico stradale supersportivo? Secondo gli integralisti del grip, quelli che montano gomme in mescola anche sul passeggino del figlio, gomme come le Sportec sono buone al più per andare su strada (e forse nemmeno per quello) e non offrono la corretta sicurezza quando si guida in modo sportivo. Nulla di più sbagliato, non mi stancherò mai di dire (anche quando tengo i corsi di guida) che chi crede che le gomme in mescola semplifichino la vita, commette un grave errore. E questa prova è qui a dimostrarlo, perché in questa 8 ore abbiamo potuto provare le Metzeler in condizioni estreme con moto ultra performanti girando in modo continuativo a ritmi che, sinceramente, pochi tra i talebani delle gomme in mescola che frequentano anche regolarmente le piste riescono a raggiungere.


VITA FACILE
In realtà gomme come le Sportec la vita te la semplificano parecchio: sono facili da usare, ben si adattano agli assetti standard, non richiedono artifici con le pressioni (le abbiamo usate con pressioni standard) o magheggi con le termocoperte per raggiungere le corrette temperature di esercizio e sono in grado di avvisare con ampio anticipo quando si raggiunge il limite. Insomma sono gomme che vengono incontro al pilota, non impongono il loro carattere.

TRE PER UNA La prova è stata organizzata alla perfezione: due esemplari per ciascuna delle vincitrici del Master Bike (Triumph Daytona Triple, MV Agusta F4 R312 e Yamaha R1), quindici giornalisti a darsi il cambio per turni da 20 minuti ciascuno, telemetria per rilevare velocità e tempi sul giro e ovviamente Metzeler Sportec M3 per tutte.


PER TUTTA LA VITA
La stesura della griglia dei turni deve essere costata qualche pesante mal di testa agli organizzatori perché è stata fatta in modo tale da assicurare a ciuscun tester un turno con ciascuna moto con le gomme a differenti livelli di vita: nuove, con due turni, tre turni, quattro turni. Dopo quattro turni, corrispondenti a oltre 250 km in pista il posteriore veniva cambiato e ricominciava la solfa, l'anteriore invece cambiava ogni 8 turni. Una prova, insomma, davvero estrema a cui vanno aggiunte le caratteristiche del circuito siciliano (veloce da far paura e pieno di buche) e la temperatura di un caldo luglio.


PARTENZA DA ENDURANCE
Ovviamente non era una gara, ma nella perversione degli organizzatori non poteva mancare una partenza in stile Le Mans, con moto da una parte e piloti dall'altra. Non è una gara, ma una partenza del genere ti mette una adrenalina addosso esagerata così nessuno si è tirato indietro mettendocela tutta. Inutile dire che al sottoscritto la parola Endurance ha messo il prurito alle mani. Per prima mi è capitata la MV F4, solito motorazzo che fa la differenza e una precisione direzionale incredibile che sui curvoni di Siracusa è un gran vantaggio. Per garantire la sicurezza (all'uscita delle varianti dove si viaggia a 200 e passa i guard rail sono pericolosamente vicini al cordolo...) gli organizzatori hanno messo dei coni per tenerci lontani dal bordo pista ed evitare problemi. Ciò non toglie che in uscita il tachimetro viaggiasse ben oltre i 180 all'ora.


MOTORE SUPER
La MV a Siracusa fa valere il suo incredibile motore, non a caso è stata lei a spiccare (con il sottoscritto al manubrio) la maggiore velocità di punta, con il GPS che l'ha "beccata" a ben 268 all'ora, 5 km/h in più della R1. Si guida forte la MV e le Sportec dimostrano di reggere alla grande anche le sue scariche di cavalli sul posteriore aiutando il pilota a gestire le accelerazioni con perdite di aderenza molto morbide e sempre controllabili.

VELOCI E SICURE È proprio in questi casi che si apprezzano gomme come le Sportec: le gomme specialistiche offrono anche più grip ma non sono altrettanto capaci di comunicare al pilota quando sono al limite e capita che poi ci si trova con il sedere per terra senza nemmeno capire il perché. Comunque, chi conosce Siracusa capirà certamente che pur con i coni (che costano almeno 2 secondi al giro) girare in 1.53.0 significa andare forte, molto forte.


R1 DA RECORD
Ma ancor più forte si è andati con la R1, la Yamaha pare sposarsi alla perfezione con le Metzeler e in mano ad Alessandro Abate (velocissimo tester Metzeler che conosce alla perfezione il tracciato) ha fermato il cronometro su uno strepitoso 1.49.8, miglior tempo di giornata,oltretutto realizzato con le gomme al terzo turno. Ulteriore dimostrazione di come questi pneumatici supersportivi stradali possano andare forte e mantenere costanti le performance nel tempo. Sulla R1, in particolare, ho potuto apprezzare la stabilità dell'anteriore.

ANTERIORE PROMOSSO Non è certo una moto con l'avantreno calamitato a terra la Yamaha, ma anche sul fondo tormentato di Siracusa non abbiamo avuto problemi di sbacchettamenti o altro. Inoltre, va sottolineata la capacità dell'anteriore di sopportare anche ingressi in curva "sbarazzini" senza battere ciglio, al punto che c'era da chiedersi fino a quando era lecito osare inserire la moto con i freni in mano. Il profilo tondo e rassicurante delle Metzeler non ha influenzato negativamente la maneggevolezza della R1 che accusava solo una minor precisione direzionale rispetto alla MV, caratteristica di una moto, più agile e leggera.


LA PICCOLA MERAVIGLIA
Ma se devo dare il voto pieno con lode lo do alla Triumph. La piccolina di Hinckley una volta di più ha dimostrato di possedere doti di eccellenza sia a livello di motore sia a livello di ciclistica. I turni con lei erano puro e assoluto divertimento, la potenza dell'inglesina non è tale da mettere in crisi le Metzeler il che si traduce in manate al gas date senza troppi patemi. Incredibile quanto si possa ritardare la frenata con questa moto e quanto si riesca a scorrere in curva, anche in questo caso le Metzeler hanno fatto un figurone soprattutto l'anteriore perché con moto come la Daytona occorre fidarsi ad entrare forte in curva e se la gomma non ti supporta e non ti dà fiducia chiudi inevitabilmente il gas. Se si esclude il giro strepitoso fatto da Abate con la R1, alla fine il distacco accusato dalle mille oscilla tra i 3 e 4 secondi, il che significa che, anche in una pista velocissima dove l'apporto del motore è fondamentale la 675 inglese è riuscita a difendersi alla grande, pur cedendo alla MV oltre 25 km/h di velocità di punta. Inoltre la Triumph è, ovviamente, anche quella che ha stressato meno le gomme, che ai cambi si presentavano ancora fresche e avrebbero potuto continuare almeno per altrettanti turni.


COSTANTI NEL TEMPO
Interessante poi notare come anche a gomme finite i tempi non siano affatto crollati, ma anzi siano rimasti molto simili a quelli fatti registrare a gomme nuove, segno che anche la costanza di rendimento di un pneumatico supersportivo è ormai di altissimo livello. Dopo tutto questo pensate davvero che le gomme in mescola siano le uniche che fanno per voi? Prima di spendere i soldi fateci un pensiero.

Per la cronaca ecco come è andata a finire la 8 ore, come potete vedere la Triumph si è difesa alla grande, riuscendo addirittura a sopravanzare la MV che ha perso un po' di tempo ai box per la sostituzione della frizione.

1° Yamaha R1: 244 giri, 1246 km, giro veloce 1.49.8 velocità max 263 km/h
2° Triumph Daytona Triple: 225 giri, 1162 km, giro veloce 1.56.6, velocità max 243 km/h
3° MV Agusta F4 R 312: 222 giri, 1147 km, giro veloce 1.53.00, velocità max, 268 km/h


Pubblicato da Stefano Cordara, 21/08/2007
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