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Calendario Metzeler 2016


Avatar di Andrea  Rapelli , il 11/12/15

8 anni fa - Al centro della scena, moto e cinema

Due edizioni, splendide foto: è il calendario Metzeler 2016

CIAK La moto e il cinema: un capitolo corposo, denso di fascino, che il calendario Metzeler 2016 celebra con straordinarie foto e due versioni. La prima (Classics) è dedicata alle pellicole di una volta, volentieri in bianco e nero. L'altra (Contemporary) si muove invece su film più attuali ripresi dal Motorcycle Film Festival, kermesse nata tre anni fa a New York che celebra i migliori lungometraggi sulla moto di registi indipendenti.

FELLINI, PASOLINI E MAMOLA La copertina del calendario Metzeler 2016 in veste Classics mostra un fotogramma di No Limit, pellicola inglese del 1935 girata con piloti veri per celebrare il Tourist Trophy di quell'anno. Il film ebbe così tanto seguito che, sull'isola di Man, a Douglas, c'è ancora una statua dedicata a George Formby, protagonista del lungometraggio. Ma nei dodici mesi compaiono anche un certo Federico Fellini che dirige Scureza nello straordinario Amarcord (1973), James Coburn che si riposa durante le riprese di Giù la testa di Sergio Leone (1971), Pier Paolo Pasolini (Mamma Roma, 1962) e Randy Mamola, che girò in pista a Laguna Seca con una cinepresa da 13 kg montata sul cupolino per girare alcune scene di Take It to the limit, girato da Peter Starr nel 1980.

CONTEMPORARY Questa parte del calendario Metzeler 2016 dà visibilità ad un cinema contemporaneo meno conosciuto, certo, ma non per questo da sottovalutare. Con immagini che fanno - ugualmente - battere il cuore e venir voglia di salire in moto e partire alla volta di luoghi sconosciuti. Ci sono le cinque motocicliste parigine che in "L'équipée en Himalaya" raggiungono la catena montuosa più alta del mondo con le loro Royal Enfield, lo scrittore che gira il West in sella alla sua BMW R 60/2 con sidecar (The Best Bar in America) o la storia di Leopoldo Tartarini e Giorgio Monetti che, nel '57, in sella a due Ducati 175 attraversarono cinque Continenti, 35 Paesi e ben quattro rivoluzioni (Una mappa per due, 2013).


Pubblicato da Andrea Rapelli, 11/12/2015
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