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In viaggio con Ducati Multistrada/2


Avatar Redazionale , il 01/08/05

18 anni fa - Tanta autostrada per stressare la Multi-ducati.

Prosegue il giro d'Europa di Giovanni Zamagni a bordo della Multistrada 1000 S, Tanti chilometri, una foratura e un piccolo problema per una maratona quasi completamente autostradale che ha messo alla prova le capacità di globe trotter della Ducati con le gambe lunghe.


IMPOSSIBILE MANCARE Il settimo GP stagionale del motomondiale si disputa in Olanda, sul mitico tracciato di Assen. Anche se leggermente modificato per la stagione 2005 per motivi di sicurezza, il circuito mantiene per il momento inalterato il suo fascino (l'anno prossimo, purtroppo, verrà cambiato radicalmente) e per un appassionato di moto quella di Assen è una trasferta da fare almeno una volta nella vita. Da qualunque parti si arrivi, man mano che ci si avvicina al piccolo paese nel nord-est dell'Olanda, i motociclisti vengono accolti da decine e decine di donne, uomini, bambini, anziani festosi, che applaudono, salutano, incitano, in cambio solamente di un colpo di clacson o un gesto con la mano.

Non esiste nessun altro GP sentito come quello d'Olanda e, non a caso, è Assen l'unico tracciato che può vantarsi di over ospitato un GP dal 1949 a oggi, ovvero da quando esiste il Campionato del Mondo di Velocità. E' quindi una trasferta che affronto sempre con grande piacere, anche se da quelle parti spesso e volentieri piove. Non è però successo quest'anno e così non ho mai dovuto infilare la tuta antipioggia.


IL VIAGGIO DI ANDATA

- Parto da Milano martedì 21 giugno, con l'obiettivo di essere ad Assen attorno alle 13 del giorno successivo. Come purtroppo mi capita (quasi) sempre, sono in ritardo su tutti i programmi e così mi immetto sull'autostrada dei laghi, direzione Svizzera, soltanto attorno alle ore 16. Percorro circa 50 chilometri e mi fermo all'ultima stazione di servizio in Italia, la "Lario Est", ma appena fatto il pieno, ecco la brutta sorpresa: la Ducati Multristrada 1000 S DS butta fuori carburante da tutte le parti. Ci metto un attimo a capire che il problema è la guarnizione del filtro benzina posto sotto la sella del passeggero.

Chiamo immediatamente la Ducati e dopo circa un'ora vengo recuperato dal "Ducati Como": carichiamo la moto sul furgone e ci rechiamo in officina. Il meccanico conferma la mia diagnosi e in pochissimi minuti la guarnizione difettosa viene sostituita. E' il classico particolare da pochi euro e un inconveniente veramente inconsueto, ma comunque fastidioso: fatto sta che, tra una cosa e l'altra, quando ritorno in sella sono già le 7 del pomeriggio. Rinvio quindi la partenza al giorno successivo. Sono così praticamente obbligato ad affrontare tutti i circa 1200 chilometri in autostrada e per trovare quella migliore nel groviglio delle autostrade tedesche, traccio il percorso sfruttando i preziosi consigli del sito www.viamichelin.com ottenendo il percorso più rapido.


Eccolo nel dettaglio: A8+A9 in Italia fino a Chiasso; attraverso la Svizzera (è obbligatoria la vignetta, 40 franchi svizzeri, circa 30 euro) tramite la A2; si passa in Germania sulla A5, quindi A6, A67, A3 fino al confine con l'Olanda, dove per raggiungere Assen si percorrono l'A12, A50 e A28. In totale sono 1251 chilometri, che faccio per l'appunto tutti in autostrada, tranne i 35 chilometri del Passo del Gottardo (*****). Se si ha fretta, il Tunnel è ovviamente più veloce, ma vi assicuro che i 17 chilometri della galleria sono veramente faticosissimi per chi viaggia in moto, perché dopo tre chilometri la temperatura sale di circa 15 gradi, il caldo si fa insopportabile, si respira una quantità imbarazzante di anidride carbonica, tanto che è difficile tenere gli occhi aperti, ed è rigorosamente obbligatorio rispettare il limite di 80 km/h. Il Passo, al contrario, è una vera goduria, specie se c'è il sole. La strada è bellissima, le curve permettono pieghe di tutto rispetto e il panorama è semplicemente fantastico. Percorro i 1251 chilometri in 11 ore esatte, alla media di circa 110 km/h.

IL VIAGGIO DI RITORNO

- Dopo tanta autostrada, per il ritorno il mio obiettivo è attraversare la Germania su strade statali. Anche perché lascio Assen già il sabato sera alla volta di Arnhem, cittadina al confine Olanda/Germania a circa 135 chilometri dal circuito. Ho quindi tutta la domenica per percorrere "solamente" un migliaio di chilometri.

Domenica 27 giugno, purtroppo, il tempo non è bellissimo, ma non piove ed è già sufficiente. Mi immetto in autostrada (A3) per raggiungere Colonia (Koln), distante poco meno di 200 chilometri. Qui mi fermo per visitare un po' la città (bella, per quel poco che ho visto) e poi mi dirigo sul lungo Reno, parte orientale. Imbocco quindi la statale 42 (***), che costeggia il fiume; il panorama è più che piacevole e la strada sufficientemente scorrevole e sicuramente da percorrere in moto. Superata Koblenz (merita una visita), sono però costretto a deviare sulla statale 260 (****) per una manifestazione ciclistica, in programma tutti gli anni l'ultima domenica di giugno. Devo quindi rivedere i miei piani, che prevedevano di costeggiare il Reno almeno fino a Mannheim. Non mi scoraggio, però, perché la 260, che teoricamente porta fino a Wiesbaden, è davvero piacevole e più si va avanti, più si fa tortuosa, sempre più immersa in un bel parco naturale.


Dopo una decina di chilometri, però, la Multistrada si fa improvvisamente dura, faticosa da inserire in curva. Ancora un paio di tornanti e il "dramma" affiora nel mio cervello: ho bucato! Mi fermo a controllare e, purtroppo, ho lo conferma che il pneumatico posteriore è sgonfio. Mi sento perduto: sono le 13 di domenica, sono in mezzo al nulla, non parlo una parola di tedesco e non vedo proprio come riuscirò a venirne fuori. Si ferma un motociclista, che però non sa l'inglese e se ne va poco dopo. Ma la fortuna mi assiste: quattro signori sui sessant'anni mi chiedono se ho bisogno di aiuto. Uno di loro parla inglese e gli spiego qual è il problema. A quel punto inizia un fitto scambio di opinioni tra i quattro: intuisco che arrivano alla conclusione di chiamare l'ATAC, l'ACI tedesca. Fanno un po' di telefonate senza successo, finché a uno dei quattro si ricorda di avere un amico gommista. Lo chiama in officina, ma è naturalmente chiusa, allora cerca al "12" locale il numero di casa; lo trova, gli telefona, gli spiega la situazione. L'officina è distante circa 5 chilometri, che percorro in moto a bassissima velocità dietro all'auto del mio salvatore.

Quando arriviamo sul posto, il gommista è già lì, apre l'officina per me, individua il buco e mi ripara la gomma! Incredibile, mai avuto una fortuna così: inutile dire che, d'ora in avanti, avrò sempre con me un kit per riparare le gomme tubeless (ne ho comprato uno da 40 euro)... Riparto avendo perso al massimo un'ora e ritorno sulla 260 in direzione Mannheim. Ci sono però mille deviazioni sempre per la manifestazione ciclistica, mi perdo, torno un paio di volte allo stesso punto e tra foratura e sbagli di strada, ci metto due ore per percorrere 40 chilometri. Esasperato, torno in autostrada e lì rimango fino in Italia, fatta eccezione per il solito Passo del Gottardo. Arrivo a Milano completamente esausto dopo 14 ore di moto.


ALTERNATIVE E CONSIGLI - In Svizzera, se non si ha fretta, si possono fare tutte statali e i passi: sono bellissimi ed estremamente adatti a una moto come la Multistrada, ma richiedono tempo. In Germania, vale veramente la pena di percorrere il lungo Reno, sia dalla parte orientale sia da quella occidentale. Senza inconvenienti, in sei, sette ore si arriva a Colonia. Altre alternative in Germania non ne conosco, mentre in Olanda le statali non sono quasi mai esaltanti e conviene viaggiare in autostrada (gratis, così come in Germania) per raggiungere il più velocemente possibile la propria meta. Inutile dire che se si va da quelle parti, è assolutamente obbligatorio fare un salto ad Amsterdam, semplicemente sfiziosa. E divertente... In Olanda, così come in Svizzera, il limite in autostrada è di 120 km/h, che conviene rispettare quasi al chilometro. In Germania, invece si può viaggiare forte quanto si vuole e da quelle parti vanno veramente veloci: andare a 170 km/h vuol dire essere tra i più lenti. Attenzione, però: in alcuni tratti autostradali ci sono dei limiti - solitamente 80, 120 e 130 km/h a seconda della situazione - che vanno assolutamente rispettati, perché i controlli sono frequentissimi.


LA MOTO - Questa volta ho messo la Ducati Multistrada 1000 S DS sotto torchio soprattutto in autostrada, con buoni risultati. In Germania ho fatto lunghi tratti a 180-190 km/h (circa 6500-7000 giri), con una dignitosa protezione aerodinamica e vibrazioni avvertibili solo sul manubrio. Per non stancarsi eccessivamente, la velocità giusta è di 170 km/h, perché le spalle non si affaticano e la testa non sbatte troppo a destra e sinistra; a questa andatura si fanno circa 16,5 km/litro. Sul Passo del Gottardo ho goduto particolarmente alla guida della Ducati, stabile, veloce e precisa nell'inserimento in curva. Ad Assen ho anche fatto persino tre giri di pista, ma ero talmente esaltato che non ho pensato minimamente a come andava la moto...

MILANO-ASSEN-MILANO
TOTALE KM PERCORSI: 2551, dei quali 2241 in autostrada e 310 su strade statali.
MASSIMA DISTANZA PERCORSA: MILANO-ASSEN, 1251 km
COSTO BENZINA: euro 182,50, per un totale di 150 litri
CONSUMO MEDIO: 17 km/litro
COSTO AUTOSTRADA: ITALIA euro 7,20, SVIZZERA Fr 40 (circa 30 euro) TOTALE 37,20 euro

**** LEGENDA ****
Per ogni mio viaggio, giudico con un punteggio da * a ***** le strade che percorro, escluse naturalmente le autostrade. Il giudizio tiene conto principalmente del divertimento che si prova a percorrere la strada in moto, ma anche della bellezza del panorama.

*: noiosa
**: niente di speciale
***: da fare
****: divertentissima
*****: indimenticabile.


Pubblicato da Redazione, 01/08/2005
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