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Toyota Ist


Avatar Redazionale , il 20/05/02

21 anni fa - Prima per nascita

Tre lettere con un'infinità di associazioni possibili per l'ultima nata della famiglia Toyota: ist come artist, come stylist o molto più concretamente come first, la prima, la migliore. Una moderna compatta che promette faville: perché la base meccanica è la stessa collaudatissima della Yaris, perché non mancano gli sfizi stilistici ed elettronici che fanno tanto hi-tech e, soprattutto, perché mira a un segmento di mercato molto particolare

Dinamica, profilata, spigolosa.

Così appare nelle prime foto ufficiali l’ultima nata del marchio delle tre ellissi, con quel design che sembra voler dire "Provate a riconoscermi" e quell’aria un po’ hi-tech che non guasta mai. Lunga 3 metri e 85, larga 1,69 e alta 1,53 (tre centimetri in più del Piccolo Genio versione berlina), la vettura ha gli stessi motori 1.3 e 1.5 VVT-i della Yaris e lo stesso passo di 2,37 metri.

Con l’unità di un litro e mezzo si può avere anche la trazione integrale, accettando un piccolo decremento di potenza, mentre il cambio d’ordinanza sul mercato nipponico rimane sempre l’automatico quattro marce. Inoltre per il momento non si parla di propulsori a gasolio, ma in compenso quelli a benzina sono del 75% meno inquinanti rispetto agli standard minimi giapponesi. Gli occupanti poi dovrebbero essere protetti in caso d’urto come su una Lexus LS430, stando alle dichiarazioni della Casa.

Forse però i quattro passeggeri noterebbero qualche piccola differenza prima dell’eventuale impatto, dato che all’interno i designer si sono alquanto divertiti nel caratterizzare la plancia: un singolare vano dal coperchio traslucido trova posto sulla console, retroilluminato da luce ambrata, ed è prevista la possibilità di ottenere ben otto combinazioni cromatiche per creare effetti particolari sugli oggetti che contiene. Non a caso nelle intenzioni della Toyota il nome Ist esprime proprio quella "creatività" che emerge da parole come artist o stylist, oltre alla voglia di primeggiare rappresentata da "first".

Fortunatamente i progettisti hanno pensato anche all’ergonomia, adottando strumentazione centrale e comandi secondari ben disposti, senza dimenticare una nutrita dotazione di serie che comprende l’autoradio con CD e si allarga a fari allo xeno e vetri oscurati per le versioni di punta.

Resta una domanda: quest’auto piccola, carina, curata, varcherà mai i confini del Sol levante? La risposta è meno scontata del previsto. Anzitutto perché non ci sono notizie ufficiali in merito, ma anche perché indiscrezioni sostengono che questo prodotto possa essere l’ideale per incrementare gli utili Toyota in occidente…anzi, più precisamente, in America!

No, non c’è nessun errore, si parla davvero di vendere la Ist negli USA. Ovviamente con tutte le cautele: nessun costruttore automobilistico in questo momento può permettersi scelte avventate, e non si è mai visto un veicolo sotto i quattro metri sfondare sul mercato statunitense. Quindi se gli strateghi del marketing prenderanno questa decisione sarà solo nell’ambito di una politica commerciale più ampia, in cui i numeri e il mercato saranno tenuti nella dovuta considerazione.

Questa politica si chiama Scion,

che significa "figlio" o "erede", ed è il nuovo brand con cui la Toyota vuole sbarcare oltreoceano alla ricerca di (giovani) clienti, dopo essersi resa conto che la loro età media non scende sotto i quarant’anni per la Corolla e i cinquanta per la Camry. Dato che il problema non è indifferente per una grande industria, l’unica soluzione è sviluppare una nuova linea di modelli, un po’ come ha fatto la Mercedes con Smart, Classe A, SLK.

«Non vogliamo

fare lo stesso errore della GM e trascurare l’ultima generazione» dicono a Tokyo, ben sapendo che negli States la patente si prende a sedici anni e che a quell’età i ragazzi hanno già i loro gusti in merito a vestiti, cellulari e a tutti gli oggetti possibili e immaginabili che si trovano dietro la vetrina di un negozio. Anche se il negozio in questione dovesse essere un concessionario: ecco perché gli esperti hanno già ideato una campagna pubblicitaria basata più su Internet che sui luoghi di promozione tradizionali («Se tutto va bene, un quarantaquattrenne non dovrebbe mai vedere uno spot Scion») e ad aree separate per la distribuzione del nuovo marchio.

Diversamente dalla Lexus, comunque, la nuova divisione dovrà pur sempre condividere gli showroom con le cugine di meno giovanili ambizioni, benché l’approvvigionamento di veicoli rispetterà un processo ad hoc per garantire consegne rapide a costi minori. Anche la formazione dei venditori seguirà standard più elevati, con grande attenzione al trattamento soft riservato alla clientela e ai sistemi di commercio telematici.

E poi naturalmente ci sono loro, le automobili: design accattivante e a tratti sorprendente, contenuti tecnici "stimolanti", ampia possibilità di personalizzare gli allestimenti sulla base di uno standard piuttosto ricco già di suo (climatizzatore, sedili sportivi, autoradio Pioneer con CD, retrovisori e alzacristalli elettrici, chiusura centralizzata) sono i contenuti che tutte le Scion offriranno al loro pubblico. Contenuti che faranno la felicità di ex-teenager alla ricerca di un mezzo grintoso, confortevole quanto basta e non troppo costoso.

La Ist risponde perfettamente a queste specifiche

, anche grazie alla meccanica non inedita; potrebbe quindi essere lei la candidata ideale per aprire le danze. Del resto in questa prima fase non si parla ancora di una vera e propria "gamma", né dei progetti completamente autonomi che dovrebbero cominciare a vedere la luce fra due anni, ma solo di "possibili proposte".

Fra circa dodici mesi potrebbe essere lanciata la Scion bbX, l’ennesima sport-utility dal sistema di intrattenimento multimediale, in seguito si annuncia la coupé ccX (già vista al Salone di Detroit 2002) che dovrebbe portare una ventata di originalità con il doppio tetto apribile open-air e soluzioni intelligenti come il frigobar portatile.

Certo, non è facile fare pronostici sul successo di questa operazione "youth-oriented", neppure per gli analisti che si limitano ad osservare le dimensioni e la situazione del gruppo Toyota, fra i migliori in questo momentaccio. Dodici anni fa, però, anche l’avventura Lexus sembrava un azzardo, e oggi Mercedes e BMW devono guardarsi da questo nome; senza contare che già da tre anni e mezzo esiste il team Genesis incaricato dello sviluppo di modelli molto attuali come Corolla, Celica, la spider MR2 e la stessa Yaris. È da queste premesse che nasce il marchio Scion. E se l’equilibrio fra styling, qualità percepita e brio sarà quello giusto…


Pubblicato da Silvio jr. Suppa, 20/05/2002
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