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Diventa pilota ufficiale con MotorBox/Parla Alessandro Coggi


Avatar Redazionale , il 12/05/06

18 anni fa -

Più di duemila iscrizioni solo nei primi quattro giorni di lancio. Un successo oltre ogni previsione per la Dunlop Drivers Cup, che conferma come l'iniziativa Dunlop-MotorBox abbia centrato l'obiettivo: coinvolgere i giovani in una esperienza unica nel suo genere. Ecco la genesi di una idea vincente, raccontata da chi è riuscito a far provare l'ebbrezza di una gara vera anche a chi non se lo sarebbe mai sognato

Alessandro Coggi. E' lui il "responsabile" della bella pensata che ha già portato otto giovani inesperti a competere con piloti veri in una gara automobilistica vera. E a farli salire addirittura sul podio. 55 anni, ingegnere nucleare con la passione per i motori e le moto in particolare, Coggi è da cinque anni amministratore delegato della GoodYear - Dunlop italiana, l'azienda che promuove appunto la Dunlop Drivers Cup, iniziativa che ogni anno porta due giovani qualunque a gareggiare in pista nella Sei Ore di Misano.

D. Come vi è venuta in mente un'idea simile? Far sognare non è peccato, ma qui il sogno diventa realtà. Anche se solo per due persone.
R. Cinque anni fa ci siamo chiesti come avremmo potuto fare per rilanciare il marchio Dunlop tra i giovani e questa è stata l'idea migliore che ci è venuta in mente. In fin dei conti la Dunlop è sempre stata legata al mondo delle competizioni automobilistiche, ai giovani e ai loro idoli, i piloti. Tanto per ricordarlo a chi non c'era, Dunlop può fregiarsi di otto titoli mondiali e 82 vittorie nei Gran Premi conquistati con piloti come Jack Brabham, Phil Hill, Graham Hill, Jim Clark, John Surtees e Jackie Stewart. L'unico modo per rinverdirne il mito era cercare di riportare i giovani nei luoghi a noi più familiari: gli autodromi e le gare automobilistiche.

D. E' il quinto anno che viene proposta ma è anche la prima volta che l'iscrizione viene raccolta attraverso Internet. Come mai questo cambiamento di strategia?
R. Prima la partecipazione era riservata solo a chi acquistava gomme Dunlop, ma quest'anno abbiamo voluto allargare la possibilità di far vivere questa esperienza straordinaria anche a chi non è nostro cliente, soprattutto ai giovani, che poi sono i maggiori utenti di Internet. Devo dire che anche in questo abbiamo avuto ragione: dopo solo quattro giorni dal lancio, gli iscritti, quindi coloro che hanno superato il test online e sono candidati a prendere il via a Misano, erano già prossimi ai 2000. Un dato più che lusinghiero, che se continuerà con questi ritmi renderà la competizione molto serrata. Come noto, solo i 200 migliori risultati tra coloro che avranno superato il test nel tempo più breve, avranno accesso alle selezioni sul campo, dalle quali usciranno poi i due piloti "ufficiali" del team Dunlop.

D. Non sarà semplice arrivare tra i primi 200...
R. All'inizio è solo una questione di preparazione teorica, si tratta di rispondere a una trentina di domande sulle caratteristiche dinamiche di un'auto, sull'interazione pneumatico-strada-vettura e sul codice della strada. In funzione del punteggio ottenuto e del tempo impiegato per rispondere i primi 200 verranno ammessi alle selezioni pratiche, effettuate da Siegfried Stohr e dagli istruttori della sua scuola.

D. C'è bisogno di qualche dote particolare per riuscire nell'impresa?
R. Se posso permettermi un consiglio, direi che un aiutino importante si può trovare nei testi di preparazione per l'esame della patente. Si ricordi poi che ogni concorrente ha cinque possibilità a disposizione per tentare di migliorare il proprio tempo e se non andrà bene la prima volta potrà rifarsi successivamente. Dopo cinque risultati negativi però non potrà più partecipare al concorso.

D. Ma non sono tre i concorrenti ammessi alla Sei Ore di Misano?
R. Sì, il terzo sarà infatti un pilota vero, uno degli istruttori della Scuola di guida di Siegfried Stohr, la struttura incaricata di selezionare i due piloti Dunlop tra i 200 finalisti. In gara ogni pilota dovrà infatti sostenere un turno di guida di due ore.

D. Può farci un identikit del finalista tipo?
R. C'è di tutto, di ogni estrazione e provenienza. La passione per la guida è come la scuola pubblica: è interclassista, aperta a chiunque, non solo a chi è del settore o ha possibilità economiche sopra la media. E' però una passione ancora molto maschile. L'80% dei finalisti appartiene al sesso forte, mentre solo il 20% sono donne. Maschi e femmine hanno però una cosa in comune, sono giovani, e comunque tutti sotto i 35 anni di età.

D. Portare dei giovani inesperti a rischiare di fare a sportellate con i volponi della pista può essere pericoloso, non vi siete posti il problema? Come si sono comportati i concorrenti Dunlop nelle edizioni precedenti?
R. Il bello di questa iniziativa è proprio riuscire a portare in una gara ufficiale persone che fino a ieri potrebbero anche non aver mai messo piede in un autodromo. Non solo le facciamo gareggiare, ma fino a oggi hanno anche sempre vinto la loro Classe. Per noi non è fonte di grande soddisfazione essere riusciti in questa impresa. E' la festa della guida. Ed è positivo anche il riscontro di partecipazione che stiamo ottenendo, perché dimostra come l'auto, nonostante sia criminalizzata e considerata politicamente scorretta, continui invece a essere ancora un mezzo capace di coinvolgere e aggregare migliaia di giovani.

D. Un anno di attesa dal giorno della selezione a quello della gara è al limite della tortura psicologica, non le pare?
R. Sì, è vero che i vincitori del concorso di quest'anno prenderanno parte alla Sei Ore del 2007, ma in tutto questo tempo non verranno abbandonati a se stessi, saranno coccolati dalla Dunlop. Avranno tempo di prepararsi all'evento e dovranno anche partecipare a una settimana di corsi di guida veloce con un istruttore di grande esperienza come Siegfried Stohr, che insegnerà loro trucchi e segreti della guida sportiva. I vincitori dovranno prendere confidenza anche con la vettura della gara. Sarà un'attesa intensa.


Pubblicato da Redazione, 12/05/2006
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