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Prova su strada

Mitsubishi Pajero Pinin


Avatar Redazionale , il 01/08/01

22 anni fa -

La famiglia Pajero si allarga con la versione tascabile, la Pajero Pinin. Pinin perché è costruita in uno stabilimento creato ad hoc da Pininfarina, lo stesso stabilimento da cui, nel 2001, usciranno le nuove fuoristrada Fiat nate dall'accordo Fiat-Mitsubishi. La Pinin è piccola ma, a differenza di molte concorrenti, è una vera fuoristrada, con un sistema di trasmissione sofisticato

LA NOVITA' Deriva direttamente dalla Pajero Io, il modello venduto in Giappone. Pininfarina ne ha reso più italiano il gusto dell'interno, ne ha cambiato alcuni particolari e ne ha curato l'industrializzazione in Italia, nel nuovissimo stabilimento di Bairo a pochi chilometri da Torino. Facendo guadagnare alla mini Pajero il nome di Pinin. Un'auto che mancava nella gamma Pajero, per fronteggiare una concorrenza sempre più agguerrita in un settore nuovo ma di successo quello delle piccole SUV. Nel 2001 la produzione della Pinin verrà affiancata da quella delle fuoristrada Fiat, 4x4 compatte che sfrutteranno lo stesso pianale della Pajerina ma saranno dotate di uno schema di trasmissione meno sofisticato, design e ingombri completamente differenti e motori 1.6 GDI e 1.9 JTD. Anche della Fiat come della Pinin è prevista una versione a 5 porte: quella della Pinin arriverà alla fine del 2000.

DESIGN DI FAMIGLIA Nessun dubbio: la Pinin è una mini Pajero, dallo stile inconfondibile. Il frontale è la parte che ricorda di più la sorella maggiore e molto riuscite sono le fiancate, con un gioco di muscoli squadrati sui parafanghi molto ben disegnato. Piacevole è anche la coda, con bei fari grandi e la ruota appesa al portellone per risparmiare spazio all'interno. Anche se la verniciatura bicolore è tradizione della Casa (costa 600 mila lire), la piccola Pajero sta meglio con una meno vistosa colorazione monotinta.

INTERNI ACCOGLIENTI Il lavoro di Pininfarina all'interno ha reso l'abitacolo accogliente, con una consolle centrale a effetto alluminio, bei tessuti per i sedili e plastiche simil pecary per le portiere. Lo spazio a disposizione è senza limitazioni per i posti anteriori, mentre per i posti posteriori è piuttosto ridotto, anche se il divano posteriore sdoppiato ha una comoda seduta profonda e gli schienali regolabili in inclinazione su differenti posizioni: solo quattro persone di taglia medio piccola trovano posto senza essere pigiati, sempre che ci siede davanti non stia troppo lontano dalla plancia. Anche il bagagliaio non è molto ampio, con una capacità aggiustabile a seconda dell'inclinazione dei sedili posteriori: se sono in posizione verticale (e quindi si viaggia in due), si riescono a caricare anche le borse occorrenti a un fine settimana in montagna. Non si possono del resto ottenere miracoli da una fuoristrada lunga 373 cm e larga 169.

UNA VERA FUORISTRADA Mitsubishi affronta la concorrenza con un'auto differente dalle altre sul mercato, con una vera fuoristrada in formato tascabile. Mentre le concorrenti adottano sistemi di trasmissione a 4 ruote motrici semplificati e non adatti al vero fuoristrada, Mitsubishi monta sulla Pinin quanto di meglio può offrire in tema di 4x4. La trazione è infatti sulle ruote posteriori, con l'anteriore inseribile grazie a una versione junior del collaudato sistema Super-Select: quando si inserisce la trazione sulle quattro ruote, all'anteriore spetta un 20% della potenza, aumentata automaticamente grazie a un giunto viscoso fino al 50%. Una impostazione intelligente e differente da altre concorrenti che passano potenza all'altro asse soltanto quando le ruote motrici slittano, evitando di inserirsi in discesa, quando è utile avere freno motore sulle quattro ruote se il fondo è scivoloso. Nei passaggi più difficili si può bloccare il giunto e si possono anche inserire le marce ridotte, per superare pendenze fino al 70%. Il differenziale posteriore è tipo Torsen, denominato Helical Limited Slip Differential, modificato per ottenere un bloccaggio graduale: se una delle due ruote slitta, la potenza va a quella con aderenza.

TELAIO IBRIDO Per non essere troppo fuoristrada e offrire un buon comfort anche sulle autostrade, il telaio è ibrido, con un telaio a longheroni leggero saldato direttamente alla scocca. Anche lo schema delle sospensioni è ibrido: sono indipendenti Mc Pherson all'anteriore e a ponte rigido multi-link con molle e ammortizzatori al posteriore. I freni sono stradali, a disco sulle quattro ruote.

IL MOTORE Motorizzazione unica per ora, con il collaudato 1.800 GDI a iniezione diretta di benzina tarato su 120 CV (5 in meno della versione montata sulla Carisma) per rendere la guida più fluida nel fuoristrada. Consente di sfiorare i 170 km/h (168 dichiarati) e di percorrere 11 km/litro con la trazione solo al posteriore. Può essere abbinato anche al cambio automatico.

QUATTRO ALLESTIMENTI Base, Air, Comfort e Target, per prezzi da 37,9 milioni a 48.150.000 lire. La versione base offre già una dotazione completa: doppio airbag frontale, trasmissione Super-Select, cerchi in lega, alzacristalli elettrici automatici (salita/discesa), portapacchi sul tetto, specchi a regolazione elettrica. Con la Air si aggiunge il condizionatore manuale e con la Comfort anche l'Abs e gli airbag laterali, lo spoiler posteriore e i fendinebbia oltre all'autoradio con Cd. La Target aggiunge il navigatore satellitare e il tetto apribile elettrico.

AL VOLANTE Il feeling con il posto di comando è immediato, anche se ci si trova un poco disassati rispetto ai comandi di guida. I sedili sono ben imbottiti e confortevoli, con come profilature ai lati che tengono ben saldi anche in curva. Tutto è a portata di mano, peccato per gli strumenti a fondo azzurro che non sono né belli né funzionali.

MOTORE POTENTE Il motore è molto dolce ai bassi regimi, molto regolare e si fa apprezzare in fuoristrada dove si può procedere anche in seconda su salite accidentate senza che il motore sembri mostrare fatica e tentennamenti. Se si guida con dolcezza, una spia verde "GDI econ" segnala che si sta tenendo la condotta ottimale per ottenere consumi contenuti, risultato che i motori a iniezione diretta di benzina ottengono girando proprio ai bassi regimi. Se si preme a fondo il pedale dell'acceleratore si scatenano tutti i 120 CV, con buone prestazioni in accelerazione, anche se dopo i 4.500 giri rimane ben poco da spremere e conviene passare a una marcia superiore. La velocità massima dichiarata si raggiunge dopo un buon lancio.

COMFORT RIGIDO L'impostazione fuoristradistica e le dimensioni esterne minime con il passo corto rendono la Pajerina un poco nervosa e sensibile alle ondulazioni della strada, che si ripercuotono all'interno fino ai sedili. Il livello di comfort è comunque più che accettabile anche per il viaggio di trasferimento fino alla montagna per veloci fine settimana invernali, senza problemi di maltempo e strade innevate. Il comfort acustico è curato e adatto anche a trasferimenti lunghi.

DUE AUTO IN UNA Con la trazione diretta soltanto alle ruote posteriori, la Pajerina si comporta bene, sicura e agile, facile da guidare una volta abituati al suo passo corto. Ci si trova con un poco di indecisione quando si impostano le curve e si viaggia spediti, con il volante un poco leggero che non trasmette molte sensazioni sulla impostazione della curva. Le cose cambiano decisamente se si inserisce anche la trazione anteriore. Sembra che la Pinin abbassi il baricentro e il volante trasmette bene tutte le informazioni necessarie alla guida anche sportiva. Diventa più facile da guidare anche se un poco più sottosterzante (tende, cioè ad allargare la curva), ma molto più stabile. L'inserimento della trazione anteriore, eseguibile fino a 100 km/h, è consigliato quando si ha fretta e con strade bagnate e scivolose, con un notevole incremento di sicurezza.

FUORISTRADA Con Pinin difficilmente si incontrano problemi anche nel fuoristrada impegnativo. La dotazione da 4x4 è più che completa e nel percorso di prova, facile ma con alcuni punti fangosi e guadi, si è mossa senza problemi sfruttando soltanto il minimo della dotazione, la trazione integrale. Il comfort si mantiene buono anche se dimensioni e peso non invitano a una guida dakariana, per paura dei rimbalzi. Lo sterzo filtra bene gli ostacoli per una guida rilassante e facile.

di M.A Corniche
22 luglio 1999


Pubblicato da Redazione, 01/08/2001
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