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Diario di bordo di una Peugeot 807


Avatar Redazionale , il 17/11/03

20 anni fa -

Uno dentro l'altro. Un kart dentro una monovolume. Storia semiseria di un week end in pista in compagnia di un Birel e di una Peugeot 807.

Ok, io sono quello che va in moto, prova le moto, corre in moto. Insomma, il mototopo della redazione. Quindi cosa ci faccio in questa sezione? Semplice. Per andare bene in moto occorre allenarsi e per allenarsi occorre fare sport preferibilmente differenti da quello che si fa abitualmente. Quindi cosa potrà mai fare nel tempo libero uno che per mestiere va in moto? Semplice, va in kart.

CATTIVE COMPAGNIE Trascinato dall’amico di infanzia (anche lui un ingegnere bacato) con cui ho condiviso tutte le mie esperienze meccaniche (dalla Vespa diesel, al motorino monomarcia con sospensioni del Caballero, alla costruzione in casa di una supermono) mi sono tuffato anche io nel fantastico mondo di queste piccole Formula uno.

UN MONDO A PARTE

Perché di questo si tratta. Piccoli sibilanti bolidi apparentemente semplici, in realtà complessi all’inverosimile. Anche per chi è abituato a giocare con le regolazioni qui c’è da perdersi. Insomma, un mondo a parte in cui come al solito ci siamo tuffati con entusiasmo. Il bello del Kart è anche che occupa poco spazio, e non richiede nemmeno troppo impegno per trasportarlo. Un paio di barre sul tetto, un bagagliaio un po’ capiente e si può andare dove si vuole.

PROVA CAPACITÀ

A meno che non si voglia esagerare, come noi, e si decida di sottoporre una Peugeot 807, strappata con subdole menzogne al caporedattore, al test di capacità… Per una volta niente barre, niente strappi alla schiena. Ma si apre il portellone e via. L’unico lavoro è quello dello smontaggio delle due file di sedili. Il che, devo dire, mi ha piuttosto sorpreso. Abituato com’ero alle complicazioni delle monovolume, mi sono trovato quasi spiazzato per la semplicità di smontaggio e rimontaggio dei sedili della "Pegiottona". Due binari, un click e il gioco è fatto.

SEDILI LEGGERI

Non male. Anche il peso non è male. Non delle piume ma comunque manovrabili, i sedili della 807 mostrano i passi avanti fatti in questo segmento. Almeno non ci vuole la gru per tirarli via.

CI STA? NON CI STA?

Il dubbio è amletico, ma certo vedere il pancione vuoto della 807 fa un po’ impressione. Un pancione illuminato dai tre tettucci apribili e dalle ampie superfici vetrate. Rovinare il velluto dei rivestimenti pareva brutto, quindi un bel lenzuolino a protezione e poi vai con i tentativi. Pensavamo già di dover smontare mezzo Kart, invece tutto si è risolto con sei viti, quelle delle ruote posteriori. Il pancione della Peugeot ha ingoiato kart, carrello, cassetta degli attrezzi e, naturalmente, i due piloti. Una capienza che definirei smisurata per un veicolo che non è un furgone.

ALLA FACCIA

Altro che furgone! Qui c’è tutto quanto possa desiderare anche l’automobilista più viziato. Un esempio lampante: le porte laterali scorrevoli ad apertura elettrica telecomandata. A bordo, insomma, regna il lusso, niente a che vedere con la fredda spartanità del kart che stiamo trasportando, il quale per dare maggiore sensibilità a chi guida non ha alcuna imbottitura nel sedile... ah, e naturalmente non ha nemmeno le sospensioni.VIAGGIO IN BUSINESS Con la 807 si viaggia invece in prima classe. Sedili comodi, ampi, confortevoli da vera grande routière francese. Il viaggio da casa al kartrodromo ci fa un po’ montare la testa, quasi fossimo due piloti ufficiali in viaggio da un gran premio all’altro. Vita comoda a bordo. Con la 807 mi sono sciroppato anche un paio di viaggi da 700 km senza accusare stanchezza. Ha un comfort davvero di livello superiore, e una notevole silenziosità a bordo. E il duemiladue HDI è il motore ideale per un’automobile come questa. Non esagera nelle prestazioni ma è potente quanto basta, veloce quanto basta (potendo si sfiorano i 200 all’ora) e con consumi da utilitaria. ELEGANTE NEL PADDOCK E c’è anche da dire che nel paddock la 807 si distingue sicuramente. Tra furgoni da trasloco e tende da meccanico il bordeaux e le cromature della leonessa Peugeot fanno la loro figura… Dicono che gli uomini sono degli eterni bambini e a vederli giocare con i kart c’è quasi da crederci. Se non fosse che dietro questi piccoli bolidi c’è un mondo di tecnologia. Non si può capire se non si prova, e per provare non intendo i kart a noleggio ma uno vero. Non serve un 125 a marce, basta un cento monomarcia per capire le sensazioni forti che si possono vivere a bordo di un kart. Su circuiti veloci si possono raggiungere anche i 130 km orari, che a pochi centimetri dal suolo fanno un bella impressione. RITI TRIBALI E c’è sempre un non so che di rituale in tutto ciò che circonda la "messa in strada" del kart. La miscela si fa come ai tempi andati, con un bricco di olio e la classica tanica, riempimento del carburatore, ingrassaggio della catena, controllo della candela e così via. Aderenza esagerata spinte laterali impressionanti. Guidare un kart richiede occhio fermo decisione e anche una buona dose di fisico. Una giornata al volante stanca parecchio… braccia gambe e schiena, sono tanti i muscoli chiamati in causa, davvero un bel allenamento anche per chi va in moto. IL GUSTO DELLA SFIDA E se poi c’è la sfida, c’è anche più gusto. Cronometro alla mano scappa la garetta con l’amico sul filo dei decimi di secondo… con le classiche polemiche finali che tra di noi non sono mai finiti… Frasi come "avevo un doppiato davanti" o "non ho mai fatto un giro pulito" sono all’ordine del giorno. Chiaramente a perdere non ci sta mai nessuno. E’ così, da 30 anni… Mentre discutiamo, la 807 ci riporta a casa. In silenzio.
Pubblicato da Stefano Cordara, 17/11/2003
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