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Audi, la vera storia della quattro


Avatar Redazionale , il 31/05/10

13 anni fa - La trazione integrale con gli anelli compie trent'anni. In mezzo ci sono intuizioni ingegneristiche, vittorie e strategie commerciali. Con una buona metà del successo ottenuto grazie alla parolina "quattro" suggerita da...

La trazione integrale con gli anelli compie trent'anni. In mezzo ci sono intuizioni ingegneristiche, vittorie e strategie commerciali. Con una buona metà del successo ottenuto grazie alla parolina "quattro" suggerita da...

TRENTA QUATTRO Oltre tre milioni di auto a trazione integrale prodotte, trionfi nei rally, innovazioni tecnologiche, meccaniche ed elettroniche sono pronte a testimoniare l'unicità di un percorso per metà ingegneristico e per metà di marketing. Perché senza la trazione integrale, il sogno di Ferdinand Piëch, ovvero vedere Audi nell'Olimpo dei brand insieme a BMW e Mercedes, non si sarebbe avverato. Una storia fatta anche di auto da corsa leggendarie, come la Sport Quattro Gruppo B che portò al debutto il cambio a doppia frizione o la derivata che trionfò a Pikes Peak, prototipi futuribili come la Avus e auto normali di grande serie, pronte a percorrere chilometri in sicurezza su strade innevate. Ecco i contorni, le date principali e le curiosità di una storia che deve molto alla caparbietà di alcuni uomini ma anche al caso fortunato… Come, ad esempio, il passaggio di consegne che ha dato inizio alla storia.

1976 Volkswagen deve disegnare un nuovo off-road per scopi militari ma decide (i casi della vita…) di passare la mano all'interno del Gruppo. Il compito viene affidato ad Audi dove, un ingegnere di grande sensibilità e felici intuizioni, Roland Gumpert, provando i primi prototipi capisce subito che la trazione integrale applicata alle auto di serie avrebbe potuto avere grandi potenzialità. Gumpert convince il proprio capo Jorg Bensinger a realizzare un esperimento "civile" partendo da una 80 con passo allungato e motore turbo: la proposta arriva al vulcanico Ferdinand Piëch che cavalca l'idea e dà disco verde al progetto. Forse nella sua testa frulla già il sogno di portare in alto Audi e vede proprio nella trazione integrale un fattore differenziante e in grado di colmare il gap con i marchi più nobili…

1977 La prima Audi a trazione integrale si muove sulle strade innevate dell'Austria e in poco tempo il progetto prende forma. Per convincere i grandi boss Audi basta far provare il prototipo che riesce a salire le colline con disinvoltura anche sui prati bagnati, gli stessi che i pompieri usavano per le esercitazioni dei loro fuoristrada.

1978 Solo un anno prima un giovane di belle speranze Martin Smith, oggi designer di fama, entra in Audi e disegnerà proprio la Quattro. Nel frattempo infatti arriva l'ok a progettare e disegnare una coupé a trazione integrale… Unica pecca i sobbalzi nelle manovre strette e nelle curve dovuti alla trazione integrale, rilevati dalla moglie di un componente del board Audi. Manca ancora qualcosa in termini di raffinatezza per portare la trazione integrale anche su veloci e comode berline. I tecnici non si danno per vinti e inventano un albero secondario cavo e lungo 263 mm attraverso il quale il moto fluisce in due direzioni (treno anteriore e posteriore) e collegato direttamente al cambio al posto dei due assai rigidi.

1979 Audi decide di voler investire nei rally per promuovere la prossima tecnologia di punta e Hannu Mikkola, all'epoca pilota Lancia, dopo aver provato un prototipo firma subito un contratto. Nello stesso anno Walter Treser, un ingegnere Audi, suggerisce di chiamare "quattro" la nuova tecnologia e vince la competizione interna con le altre proposte (tra cui Quadro e Carat).

1980 In una pista da pattinaggio, vicino ai padiglioni del Salone di Ginevra, i giornalisti specializzati vengono invitati a un'anteprima. Su una piattaforma rotante abbellita da fiori gira su se stessa una coupé dalle forme squadrate. Un Ferdinand Piëch emozionato parla di "trazione integrale pronta a diffondersi su larga scala". La Quattro, con la q maiuscola, monta sotto il cofano anteriore un cinque cilindri turbo in posizione longitudinale, con 2.144 cm³ di cilindrata, una pressione di alimentazione di 0,85 bar e intercooler eroga 200 CV e una coppia di 285 Nm. La produzione calibrata sull'obiettivo delle 400 unità, quota necessaria per raggiungere l'omologazione alle competizioni, viene subito rivista verso l'alto. Terminerà solo nel maggio del 1991 con un totale di 11.452 esemplari realizzati.

1981 A dirigere il nuovo team Ferdinand Piëch chiama proprio quel Roland Gumpert che ebbe l'intuizione di credere nella trazione integrale per l'auto di tutti i giorni. Pur a digiuno di corse e con qualche errore di gioventù il team impara in fretta… La Quattro debutta nel rally d'Austria e vince subito in modo molto facile: in condizioni avverse non c'è storia rispetto alle auto a due sole ruote motrici, seppur strapotenti come la Lancia Stratos. Nel rally di Montecarlo Mikkola vince le prime sei tappe sotto la neve prima di essere fermato a un incidente. Alla fine dell'anno sarà terzo in classifica ma, come da tradizione, le basi per i successi futuri sono gettate. Arrivano Michele Mouton e l'anno dopo pure Steve Blomqvist: uno squadrone.

1982 Con sette vittorie la Quattro è l'auto migliore del lotto e porta alla vittoria la prima donna in una gara del Mondiale rally: Michele Mouton manca il mondiale per pochi punti, Walter Rohrl si aggiungerà per l'anno successivo alla pattuglia di piloti. Arrivano altri modelli a trazione integrale: Audi Coupé, Audi 80/90 e Audi 100/200 sono berline che uniscono lusso e tecnologia e si vendono bene, grazie ai successi nelle prove speciali della sorella da corsa, ma anche perché sono coerenti con una strategia di caratterizzazione del brand che diventa sinonimo di lusso e sicurezza.

1983 Hannu Mikkola vince il Campionato Mondiale Rally. Solo tre anni prima non esistevano Audi a trazione integrale e neppure la squadra corse. Debutta anche la Sport Quattro a passo corto che si alterna al modello originario per agevolare la maneggevolezza nelle prove speciali più tormentate: la Peugeot 206 a motore centrale si rivelerà un'avversaria ostica.

1984 Mentre la Quattro Gruppo B riceve l'omologazione, le Quattro stradali arricchiscono la dotazione con l'ABS di serie e con una strumentazione digitale e "parlante": a darle voce una speaker famosa in Germania perché annunciava alla radio le condizioni del traffico. Tripletta storica al Monte Carlo con Rohrl, Blomqvist e Mikkola a dividersi il podio.

1985 – 1986 La illucida follia delle "Gruppo B" volge al termine: solo un anno dopo Audi si ritira al triste rally del Portogallo (morte di piloti e spettatori a seguito di vari incidenti) quando la Quattro aveva raggiunto il suo massimo evolutivo, con oltre 600 cavalli. Le "Gruppo B" devono trovare nuovi sterrati: Michele Mouton vince a Pikes Peak. Verrà imitata da Rohrl due anni dopo.

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1987-1988 Arriva il differenziale Torsen sulle auto di serie, si tratta di un importante passo in avanti tecnologico per rendere più efficace la distribuzione della forza motrice a seconda delle esigenze. Sempre grazie al differenziale l'ABS lavora meglio e, nel frattempo, cresce pure la cilindrata del motore, ora di 2.226 cm³ e anche il turbo viene rivisto per una risposta più pronta. Al vertice della gamma Audi arriva una superberlina, la V8 con 250 CV e trazione solo integrale.

1989 La Quattro cambia ancora il cuore: il propulsore a cinque cilindri raddoppia le valvole, ora sono quattro per cilindro e la scritta 20 valvole fa bella mostra sul portellone… non sono più scritte adesive poco conosciute ma vere icone distintive. Nessun'altra Casa può vantare e legare le proprie auto a concetti di trazione integrale evoluta. Anche le concorrenti sono costrette a mettere in gamma versioni integrali delle loro berline..

1991 Con oltre tre anni di ritardo sulla scadenza programmata (il successo sulle piste allunga la vita, come accade alla rivale Delta Integrale) l'ultima Quattro esce dalle linee di produzione. In totale ne sono state prodotte oltre 11.000 unità.

1992-2000 Sono anni di consolidamento, di strategie commerciali e di immagine. Il marchio quattro, ormai una vera "divisione" all'interno di Audi, diventa sinonimo di trazione integrale. Nascono auto da intenditori in edizione limitata, come la RS2, una 80 Avant firmata Porsche. Mentre nel 1995 la trazione integrale diventa disponibile sulla A4 anche per i modelli Diesel. Si susseguono i prototipi equipaggiati con trazione integrale, alcuni evocativi come la Avus e altri più vicini alla produzione come la TT. Che con il sistema Haldex e il motore trasversale, stessa formula della compatta A3 e della sorella Golf 4motion, devia dai concetti originari facendo storcere il naso ai puristi… ma la linea che sembra uscire da un museo Bahuaus assicura un notevole successo.

2000-2010 Storia recente, Audi veleggia verso i tre milioni di unità a trazione integrale vendute nel mondo. La gamma quattro spazia dalla A3 alla A8, passando per i Suv Q5 e Q7 e la supersportiva R8. RS4, RS6 e TT seconda generazione in versione RS uniscono prestazioni da supercar alla trazione integrale. La RS5, versione di punta della coupé erede immaginaria della prima Quattro, porta al debutto una nuova generazione di trazione integrale con differenziale a corona dentata ed elettronica evoluta (Torque Sensing) in grado di replicare il comportamento di una trazione posteriore, sbandate comprese, ma senza gli svantaggi… E la storia continua.

LE QUATTRO INDIMENTICABILI
Non tutte le Audi a trazione integrale occupano lo stesso spazio nella storia del marchio e nel cuore degli appassionati. Ecco di seguito, a sindacabilissimo giudizio della redazione alcune fuoriclasse per doti nascoste, nobili origini o…. portamento. Proposte più recenti, come la R8, o la TT RS ancora in produzione, devono dimostrare ancora di invecchiare bene come il vino buono…

UR QUATTRO La mamma di tutte le Audi a trazione integrale (Ur significa originale) oggi fa quasi tenerezza. Nonostante le linee squadrate che denunciano il suo sapore tipicamente eighties ci sono abbastanza particolarità per custodirla gelosamente in garage: la prima trazione integrale Audi, il motore turbo a 5 cilindri sotto il cofano e il pulsante sul tunnel per bloccare il differenziale. Se cercate un esemplare usato, le ultime con motore a 20 valvole e la scritta quattro sui sedili possono essere una buona scelta…

SPORT QUATTRO Mentre i concorrenti come Lancia e Peugeot pensano a veri prototipi camuffati da auto comune (Delta S4 e Peugeot Turbo 16), in casa Audi si decide di rimanere collegati alla realtà della produzione. Ma con qualche compromesso: la Sport Quattro è a nostro giudizio la Quattro più affascinante di sempre con il suo passo accorciato, i parafanghi allargati e le branchie per far respirare turbine e 300 cavalli. Un compromesso tra ragione ed esagerazione…

RS2 Finita l'epopea delle competizioni la trazione integrale diventa arma commerciale per caratterizzare berline dalle linee tipicamente aerodinamiche. Ma nel 1994 la RS2 sembra uscita dai sogni di un tuner raffinato, è l'Audi che non ti aspetti. La versione Avant della 80, a fine carriera (ancora oggi piacente al posteriore tremendamente contemporaneo) si trasforma in RS2. Sviluppata a quattro mani con Porsche nasconde 315 cavalli e un turbo sotto il cofano, ha un cambio a sei marce e accelera da zero a cento in meno di 5 secondi. Specchi e cerchi presi di peso dalla 911 fanno battere il cuore e creano una Instant Classic prodotta in soli 2.000 esemplari.

RS4 Oltre dieci anni dopo la RS2 in Audi ritrovano il coraggio di osare e, con la RS4 basata sulla A4 coeva, creano un perfetto esempio di understatement al contrario. Se agli occhi dei distratti potrebbe sembrare la solita berlina o station con i cerchi più grandi, chi la guida apprezza una personalità unica, elogiata unanimemente dalla stampa internazionale. E premendo il tasto sul volante, acceleratore, sterzo e motore (un V8 da 4,2 litri e 414 cavalli) cambiano intonazione…


Pubblicato da Luca Pezzoni, 31/05/2010
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