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Comprereste una Honda da quest'uomo?


Avatar Redazionale , il 09/12/03

20 anni fa -

Tredici domande al manager che ha convinto decine di migliaia di italiani ad acquistare una Honda. A colui che vi ha reso felici possessori di un'auto con l'H sulla calandra o al quale inviare suggerimenti e lamentele nel caso contrario. Ecco il volto e il pensiero di Alessandro Skerl, direttore generale Honda Italia.

D.

Provi a presentarsi da solo. Iniziando dal nome magari, così poco italiano...
R.
Sono triestino al 100%, ma di lontana origine austriaca. Ho 43 anni, mi sono laureato a Trieste in Scienze politiche con indirizzo economico, ho fatto le prime esperienze in banca quindi, dopo un master in marketing, sono entrato in Fiat Auto. Ho diretto varie succursali - Bolzano, Trieste, Genova - poi sono stato per un anno in Lancia, come responsabile di un progetto pilota. Nel 1992 sono passato alla Honda, e dal 1998 sono direttore generale. 

D. Una formazione "torinese" quindi. Quali differenze ha trovato passando dalla Fiat alla Honda?
R. La differenza di fondo è che noi lavoriamo di più a medio-lungo termine mentre loro sono più attenti al breve periodo. Diciamo che siamo meno stressati sul brevissimo. Possiamo permettercelo perché crediamo a questo approccio pur tenendo molto alla quotazione in borsa e al profitto: le cose non sono in antitesi. E’ solo un altro approccio. Lo stile aziendale invece dipende solo dagli uomini.

D. Che cosa rappresenta il mercato italiano per Honda?
R. Siamo il terzo mercato in Europa, dopo Inghilterra e Germania. Ora però con l’arrivo di modelli a gasolio, come la Accord diesel, contiamo di crescere fino a diventare il secondo. Quest’anno chiuderemo intorno alle 19-20 mila auto, grazie al fatto che anche noi siamo entrati nel segmento del diesel. La Civic (che monta un diesel di derivazione Isuzu-ndr) oggi si vende più nella versione a gasolio che a benzina; se l’avessimo detto due anni fa nessuno ci avrebbe creduto. Con la Accord e poi con la CR-V, che lanceremo nel 2004, potremo arrivare a 25-30 mila auto entro i prossimi due anni.

D. Numeri non proprio da record... come li spiega?
R.

Non siamo una casa automobilistica che insegue le quote di mercato a tutti i costi. Seguiamo innanzitutto la redditività della rete e il livello di soddisfazione del cliente, dove primeggiamo. Inoltre, abbiamo avuto un tipo di prodotto che fino a ieri non era completamente in linea con tutti i segmenti presenti in Italia, ci stiamo entrando gradualmente. Non avendo avuto il diesel fino al 2001 è stato più difficile conquistare quote di mercato. Ora invece, dieselizzando la gamma potremo avere anche noi dei volumi più grandi.

D. Cosa manca ancora alla Honda per sfondare in Italia?
R.

Per esempio, la tradizione. In Italia le auto si acquistano con criteri non strettamente razionali. Non si fa un’analisi del prodotto in modo disincantato, guardando pregi e difetti, vantaggi e svantaggi. Da noi, e non solo nell’auto, conta ancora molto la tradizione, il marchio, l’abitudine, il prestigio, lo status. Oggi, con la Accord diesel presentiamo un prodotto che è nuovo, è un outsider, ma prima dobbiamo vincere tutta una serie di resistenze consolidate, un valore di status che è presente su altri marchi e che noi ancora non abbiamo.

D. Come spiega questo improvviso interesse per i motori diesel?
R. Le aziende più prestigiose hanno puntato su questi motori evolvendoli molto dal punto di vista tecnico. Quindici anni fa chi comprava un'auto diesel era il rappresentante che percorreva tanti chilometri all’anno e voleva una macchina che consumasse poco, affidabile, che non si fermasse mai. Oggi invece il diesel è diventata la prima scelta nella maggioranza dei segmenti di mercato e anche chi fa pochi chilometri guarda al diesel con interesse. Si vedono addirittura vetture sportive con motori diesel. Il gasolio sta diventando la norma e la benzina l’eccezione. Non sempre però si fanno i conti giusti, perché non sempre il diesel conviene.

D. Perché non sempre il diesel conviene?
R. Perché l’auto con motore diesel mediamente costa di più. Sulle piccole cilindrate poi non offre le stesse prestazioni di un motore a benzina. La vettura è più pesante, tutto sommato più rumorosa, con più vibrazioni e meno piacere di guida. La differenza nei consumi non si vede, non è significativa. Non sempre è un acquisto giustificato, soprattutto quando si fanno al massimo 10 mila chilometri l’anno. Diverso invece il discorso per i motori di cilindrata superiore e per le vetture di prestigio. Qui le cose sono diverse, le prestazioni di un motore diesel sono anche superiori ai benzina e la guida a volte più piacevole.

D. Vi manca ancora l’ammiraglia. Come mai?
R.

La nostra ammiraglia, che poi sarebbe la Legend, è una vettura a benzina. E dovendo importarla in Italia andremmo a scontrarci con le altre ammiraglie diesel, che rappresentano ormai il 90% delle richieste. Prima di importare una vettura di 3000cc a benzina con sei cilindri dobbiamo pensarci bene.

D. C’è un’auto che le piacerebbe avere nel listino Honda tra quelle di altri marchi?
R.

Mi piacerebbe un SUV di grandi dimensioni, come quelli tedeschi. E come abbiamo del resto in America, tipo Honda Pilot o Acura MDX. Mi piacerebbe un SUV più grande del CR-V questo sì. Forse arriverà in futuro. Del resto lo abbiamo e qui sono di moda, sono molto di tendenza.

D. Un’auto che invece le piacerebbe avere per sé, escluse le Honda naturalmente?
R.

Mi piaceva la vecchia Morgan, quella con il telaio in legno e il cofano che si chiudeva con le cinghie, e mi piacerebbe anche la Porsche Cayenne, che trovo una bella macchina.

D. Quali saranno le novità Honda del 2004?
R.

Oltre alla Accord, che andrà in vendita nel gennaio 2004, e il CR-V diesel, presenteremo dei nuovi motori su alcuni modelli in gamma. Inoltre avremo un leggero restyling della Jazz e della S2000. Per avere qualcosa di nuovo si dovrà attendere il 2005. Arriverà una specie di monovolume di taglia media, una cosa che non esiste ancora.

D. Qual è stata la sua prima auto?
R.

Una Fiat 127, nel 1979.

D. E quella che ricorda con più piacere?
R.

Una Accord Coupé di produzione americana, una macchina splendida. E’ stata la mia prima Honda.
Pubblicato da a cura di Gilberto Milano, 09/12/2003
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