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Prova

Peugeot 20Cup


Avatar Redazionale , il 07/12/05

18 anni fa - Tre ruote mozzafiato.

Tre può essere il numero perfetto anche quando si parla delle ruote di un'auto? Per scoprirlo abbiamo guidato la 20Cup, uno tra i prototipi più curiosi apparsi nel 2005. Da togliere il fiato e non solo per il freddo

 


C'E' PAPA'

A fare gli onori di casa c'è nientemeno che il padre della 20Cup in persona, Jean Christophe Bolle Reddat, che ha appena finito di inanellare un po' di giri della pista nel tentativo di scaldare la creatura. La sua è un'impresa quasi disperata: fa un freddo cane, ha appena smesso di piovere acqua mista a neve e per mandare in temperatura le gomme servirebbe la fiamma ossidrica. Dati il clima e l'umidità, sotto la tuta ignifuga della Sparco avrei potuto indossare la mia muta della Cressi...

A ME GLI OCCHI

Se vista in foto la 20Cup seduce, dal vivo ipnotizza e si fa una fatica boia a toglierle gli occhi di dosso. Questa Peugeot ha un look fuori da ogni schema. Il frontale, per stessa ammissione della Casa, evolve il family feeling della Casa e prefigura "i tratti stilistici che caratterizzeranno un modello futuro". Muso basso, grintoso, con l'enorme bocca spalancata come a fagocitare la strada e fari bislunghi e appuntiti: se sarà così proprio la 207 prossima ventura lo scopriremo nell'arco di un mesetto.

MEGLIO DA DIETRO

La vista più spettacolare è però quella di tre quarti posteriore. E' così che si ammirano meglio gli enormi squarci nelle fiancate che fanno da diffusori e il muscoloso forcellone di stampo motociclistico che sorregge il vero pezzo forte della 20Cup, la mastodontica ruota singola posteriore da 18 pollici con pneumatico 377/71. E' una sensazione strana quella che ispira: l'impressione è che manchi qualcosa. Se non fossi curioso come una scimmia, mi sorgerebbe il dubbio se ci sia da fidarsi o meno a mettersi al volante.

TOCCA A ME

Sono il secondo della lista e il primo collega che si è cimentato sta già rientrando alla base. Mi infilo sottocasco, casco e guanti e salgo sulla 20Cup, anche se sarebbe forse più corretto dire "scendo nella". L'altezza dichiarata è di 116 cm ma il punto più alto è il roll-bar. Tolto quello, l'auto sarebbe ben più bassa di un metro. L'abitacolo è a due posti ma non è matrimoniale, è doppio, con i due posti ben divisi. L'effetto auto da corsa è assicurato anche dalla necessità di rimuovere il volante per sistemarsi al posto di guida. Di regolazioni nemmeno l'ombra; poco male però: con il mio metro e ottanta abbondante sono alto più o meno come il buon Bolle Reddat e la 20Cup mi calza a pennello.

CHE VOCIONE

Ci si siede praticamente rasoterra, con le gambe più in alto dei fianchi e il volante vicino e verticale, proprio come lo si vorrebbe sulle sportive doc. Dietro le razze ci sono i due pulsanti per inserire le marce, a destra a salire e a sinistra a scendere. Un clic sul pulsante d'avviamento e la 20Cup inizia a borbottare cupa e grintosa da uno scarico tagliato a fetta di salame, che se non è completamente libero, poco ci manca. La frizione è dura come un muro, ha una corsa brevissima e capisco come mai chi mi aveva preceduto aveva fatto ammutolire la Peugeot al via. Capìta la situazione, mollo il pedale al rallentatore e giocando con l'acceleratore mi muovo senza sussulti.

UN FULMINE

La prima curva arriva mentre ho ancora nelle orecchie le ultime raccomandazioni: "Vai piano, frena presto, guarda che le gomme sono fredde, abbiamo un'auto sola...". Ok, farò il bravo, parola di Giovane Marmotta! Lo sterzo è direttissimo e la 20Cup si butta nelle curve come un fulmine. La leggerezza si sente, eccome: meno di 500 kg dice la scheda tecnica e ci si può credere. Le sospensioni a triangoli sovrapposti sono tarate sul rigido ma digeriscono abbastanza bene anche le buche che tormentano l'asfalto.

NON SCODINZOLA

Alla faccia dell'architettura a dir poco bizzarra, l'equilibrio telaistico è superbo. Il baricentro è bassissimo e fa sembrare la 20Cup incollata a terra. Anche arrivando lunghi e inserendosi comunque in traiettoria, la coda non si muove di un millimetro. La quasi totale assenza di peso nella zona posteriore e la generosa impronta a terra della ruotona la rendono a prima vista molto stabile.

SCALPITANTE

In uscita dalle curve non c'è verso di non far pattinare le gomme anteriori taglia 210/65-18. Troppa l'esuberanza del quattro cilindri 1.6 turbo sviluppato a quattro mani dal gruppo PSA e da BMW. I suoi 170 cv abbondanti e i 240 Nm di coppia massima vanno gestiti con cura sull'asfalto bagnato e nemmeno pulitissimo. Tuttavia, non appena le ruote fanno presa, la 20Cup schizza in avanti come una molla e il corto rettilineo finisce in un batter d'occhio. Inutile tirare le marce, meglio viaggiare in scioltezza e passare al rapporto successivo, operazione che richiede sempre l'uso della frizione, nonostante i pulsantini farebbero supporre altro.

MI PRENOTO

Il mio turno finisce proprio quando iniziavo a prenderci gusto ma mi so accontentare e scendo con un sorriso a trentadue denti. Avrei adesso una sfilza di richieste da fare, riguardanti la 307 WRC, le auto del Campionato Turismo e, già che ci siamo, anche quella che parteciperà in futuro alle Le Mans Endurance Series. Io sono pronto.
Pubblicato da Paolo Sardi, 07/12/2005
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