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Moto2, problema o opportunità?


Avatar Redazionale , il 24/02/09

15 anni fa - Tornano i telaisti

Snobbata da tutte le Case ufficiali, quasi ignorata dai piloti, la Moto2 si sta invece rivelando un'illuminante prospettiva per il futuro delle gare motociclistiche. Grazie alla sua formula tecnica, tornano in auge i telaisti, piccoli costruttori e artigiani, e ci guadagnano tutti.

COME UNA VOLTA Una volta le moto da corsa erano così: un motore che andava forte e un telaio artigianale che spesso era migliore di quello di serie.La storia delle gare in moto è sempre stata vivacizzata dai telaisti, geniacci della ciclistica che spesso con le loro intuizioni riuscivano a fare meglio delle stesse Case costruttrici. Basta andare indietro nel tempo per trovare esempi lampanti di come la fantasia dei costruttori in questo caso non abbia limiti. A cavallo degli Anni 50 e 60, ad esempio, ci furono parecchi artigiani che per sfruttare al meglio le doti del telaio Featherbed (il leggendario letto di piume) Norton e la maggiore affidabilità del motore Triumph unirono le due cose e creando le Triton, ibridi vincenti, moto desideratissime per correre.


La Bimota con cui
Ekerold vinse
la 350 nel 1980
IN ITALIA Guardando in casa nostra basta pensare a Tamburini e ai suoi telai speciali che vestivano i motori giapponesi, idea da cui nacque la Bimota, un'idea vincente che arrivò a correre anche i GP con John Eckerold.Insomma, se il motore è il cuore pulsante (e immensamente costoso) di una moto, il telaio è l'anima (molto meno costosa) che la può anche rendere vincente. In tempi più recenti ricordiamo la Paton, l'estrosa ELF 500 GP, la JJ Cobas (campione del mondo 125) o le Yamaha con telaio ROC o Harris, le Moriwaki o ancora la KR di Kenny Roberts in pratica l'ultimo telaista della GP (prima di lui ha mollato la WCM), che ha dovuto soccombere ai budget ormai degni della NASA.

INIZIA MALE MA... Ma perchè vi sto raccontando queste cose? Perché vedo quello che sta accadendo nella Moto2. La categoria voluta da Ezpeleta per rimpiazzare la 250 2T è nata sotto i peggiori auspici. Come primo effetto ha avuto quello di perdere tutte le Case ufficiali (KTM se ne è andata subito; Aprilia ha detto che forse interessa ma non troppo; i giapponesi nemmeno hanno risposto). Per cui tutti si sono affrettati a recitare il de profundis della categoria ancor prima della sua nascita.


La Moriwaki Moto2
BASSI COSTI TANTA VOGLIA Invece, grazie ai limiti imposti per i motori (massimo regime 16.000 giri per i 4 cilindri, 15.000 per le 3 e 2 cilindri, centraline bloccate e fornite direttamente dalla Dorna, prezzo massimo del motore 20.000 €, in pratica unità di serie opportunamente elaborate) si sono aperte nuove opportunità interessanti. Ecco quindi, che svincolati dal dover spendere milioni di euro per avere motori prototipo rispuntano i piccoli costruttori e gli artigiani, che nella Moto2 vedono l'opportunità di poter dire la loro e avere una vetrina importantissima.

TORNANO GLI ARTIGIANI Cosa succede quindi? Che gli "artigiani" del telaio rimettono il piedino nelle corse che contano. La giapponese Moriwaki è stata la prima a rompere gli indugi presentando già il luglio scorso a Suzuka la sua Moto2 (vi ricordate il nostro scoop?) ma poi è arrivato l'annuncio di Bimota che vuole tornare a correre ufficialmente (ancora non si sa con quale motore) e sono arrivate le prime Moto2 spagnole, che già da quest'anno (meglio portarsi avanti) sfrutteranno il CEV (il campionato spagnolo) per sviluppare le moto in vista dello sbarco in MotoGP. Come la BQR (motore Honda) o la moto del Team L'Oreal Laglisse (motore ignoto) affidata al transfuga dalla Superbike Fonsi Nieto.


La BQR Moto2
ANCHE I PRIVATI Ma anche Hervè Poncharal, patron del team Yamaha Tech3 (team satellite nella MotoGP) avrebbe dichiarato di voler costruire una Moto2 entro la fine del 2009, moto da affidare a qualche giovane pilota. Insomma, dopo la partenza tutt'altro che convincente, la Moto2 sembra essere davvero diventata una formula allettante per molti, di sicuro più di quelli che attualmente sono interessati alla 250 presente ormai solo nella GP e assente da tutti i Campionati nazionali dove invece la Moto2 potrebbe trovare spazio.


Ecco come
Oberdan Bezzi
immagina
la Yamaha YZR M2
FANTASIA IN GARA I telaisti tornano quindi a farsi avanti, con le loro idee, con la loro fantasia che, spesso svincolata da logiche costruttive da "grande Casa", potrebbe portare a soluzioni ciclistiche inedite e fuori degli schemi, con un vantaggio anche per la produzione di serie (ricordo che il monobraccio della ELF è adesso usato da alcune Honda stradali). La cosa potrebbe interessare anche Kenny Roberts, stritolato dalla Moto GP ma di sicuro in grado di costruire una Moto2. E, volando con la fantasia, c'è anche chi, come Oberdan Bezzi, immagina una Yamaha ufficiale Moto2 da vendere ai privati. Vado più in là: perché non pensare a una Aprilia con motore Suzuki? Una bestemmia? Non più di tanto, perché alla fine quando costruì la RS250 usava proprio il motore V2 di Hamamatsu.


Fonsi Nieto con
la sua Moto2
IN CONTINUA EVOLUZIONE Sono al momento fantasie, ovviamente, ma lo scenario della Moto2 è in rapida evoluzione, e rispetto all'inizio le prospettive sembrano essersi ribaltate. Proprio dalle Moto2 potrebbe ripartire tutto il movimento della Moto GP, un'opportunità che sono sicuro coglieranno in molti, anche perché le cifre di cui si parla sono di sicuro alla portata di molti team.

ERRORI, NON SEMPRE Carmelo Ezpeleta (padre padrone della Dorna) negli ultimi anni di errori ne ha fatto più di uno, ma con la Moto2 sembra averci preso. Scongiurata, al momento, la sovrapposizione con la Supersport 600 (che sono vere derivate dalla serie), sta riuscendo a creare una categoria che si preannuncia non meno combattuta della "vecchia" 250 che ormai, volenti o nolenti, è destinata a soccombere e che costava anche parecchio di più. Non sono un veggente, ma prevedo la griglia piena e la cosa bella non sarà più leggere solo i soliti 5 nomi (Ducati, Honda, Kawasaki, Suzuki, Yamaha) ma anche Bimota, Moriwaki, e perché no, Segoni, Paton, Harris e tanti altri nomi che nel loro piccolo hanno contribuito a fare del mondo delle corse qualcosa di unico e spettacolare che adesso sembra essere scomparso.


Pubblicato da Stefano Cordara, 24/02/2009
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