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Kawasaki Z 750


Avatar Redazionale , il 28/08/03

20 anni fa -

Da tempo si vociferava sull'ampliarsi della famiglia "Z", l'aggressiva super naked di Akashi ed ecco qua, la Z 750 è arrivata e la si potrà vedere allo stand Kawasaki all'EICMA a Milano dal 18 al 21 settembre.

Muscolosa, tagliente e con lo stesso sguardo corrucciato della 1000, la Z 750 non è però una semplice copia della sorellona, ma una moto con propria personalità ed elementi distintivi.

ERA IL MILLE Il motore è certamente il pezzo forte di questa media street fighter, che guarda caso è lo stesso della Z 1000, ma solo nell’estetica, visto che dentro tutto è stato un po’ cambiato.
A partire dall’alesaggio dei cilindri passato dai 77,2 mm della millona ai 68,4 mm della Z 750 (la corsa è immutata con i suoi 50,9 mm), ritoccato appositamente per ricercare una maggiore coppia ai bassi e medi regimi, così da ampliare le occasioni di utilizzo della moto sempre più a 360°. I condotti di aspirazione e di scarico sono stati ridisegnati, così come la camera di combustione modificata e l'interasse delle valvole adattato al ridotto alesaggio.

MAGGIORE FLUIDITA' Un po’ di tecnologia non guasta mai, così, insieme alla Fazer la futura Z 750 sarà l'unica naked di media cilindrata a godere dei benefici dell’iniezione elettronica (corpi farfallati di 34 mm con doppia valvola a farfalla), per una risposta più pulita e fluida in accelerazione, insieme a consumi ed emissioni più contenute (non manca il sistema di catalizzazione KLEEN che né garantisce il rispetto della Euro 2).

UN DIAMANTE NEL TELAIO Rivista anche la ciclistica per adattarla alla minore potenza della 750. Il telaio monotrave sdoppiato secondo lo schema a diamante è ripreso direttamente dalla Z 1000, modificato per l’occorrenza in modo da garantire grande maneggevolezza e il giusto grado di rigidità in tutte le situazioni.
Modifiche sostanziali all’avantreno, dove spunta una nuova forcella idraulica tradizionale con steli di 41 mm priva di regolazioni ed una coppia di dischi da 300 mm pronti ad essere morsi dalle pinze flottanti a due pistoncini. Leveraggi progressivi in alluminio per il monoammortizzatore idraulico posteriore che, come sulla sorellona Z1000, anche qui sfoggia regolazioni non solo nel precarico della molla su 7 posizioni, ma anche nell’idraulica nell’estensione su 4 posizioni. Il freno a disco è di 220 mm, con una pinza a pistoncino singolo.

SEMPRE PARTICOLARE Insomma, molte le affinità con la bellissima Z 1000, ma tanti anche gli elementi distintivi, magari più semplici, ma sempre ricercati per non venir meno alla particolarità del look. Il cupolino, che mantiene lo stesso design, è ora più compatto nelle dimensioni, lo scarico non più 4-in-1-in-2-in-4, è un più semplice 4-in-1 in acciaio, ma con silenziatore a sezione ovale, che ha portato all’adozione di pedane passeggero indipendenti.
Nuove anche le ruote, che riprendono il design a 6 razze con sezione trasversale ad "H" usato sulla nuova supersportiva ZX-1000R. La strumentazione, invece, non cambia nel look e nelle funzioni, le stesse della famiglia Ninja.


Pubblicato da Alfredo Verdicchio, 28/08/2003
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