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Moto GP:

Gran Premio di Valencia


Avatar Redazionale , il 04/11/07

16 anni fa - Fine dei giochi a Valencia

Game Over. La Moto Gp chiude la serranda a Valencia senza troppe emozioni. Confermata la ritrovata competitività della Honda di Pedrosa, confermata la Forza di Stoner confermata la debacle Yamaha che molla Rossi e gli fa perdere il secondo posto nel mondiale. Ecco alcune riflessioni e alcune anticipazioni del 2008, che inizia già martedì

FINE DEI GIOCHI Siamo arrivati alla fine di una stagione lunga, esaltante, a volte noiosa, dove si è parlato troppo di gomme e poco, purtroppo, di sorpassi, di piloti, di imprese memorabili, di vittorie da ricordare per sempre. Ma non si va ancora in vacanza, perché nelle prossime ore inizierà il 2008, con tante novità, tanti cambiamenti che fanno già venire voglia di gare. In attesa di quello che verrà, ecco cosa ha detto l'ultimo GP della stagione. Ma questa volta, il commento non è mio, ma di un caro collega (anonimo) che non aveva nulla da fare, seduto al mio fianco in sala stampa a Valencia. Un pensiero, il suo, che condivido totalmente. E voi, amici di Motorbox?

COMMENTO FINALE

Finito. Ora si parla, tra amici, dell'incommensurabile stagione di Stoner, di Pedrosa che è stato perfetto proprio quando praticamente non serviva più. Di Rossi che quando invece ancora serviva, si è rotto e ha rotto... il motore.


POLI OPPOSTI
Il conto con la pista di Valencia resta aperto per Rossi e per Stoner che sono poi i due poli opposti di una stagione che ha rilanciato una rivalità inedita. Non tanto tra i due, ma tra sostenitori da un lato di una marca, dall'altro di un uomo. C'è stato dell'accanimento, pure troppo, in questo anno che analizzato obiettivamente ci ha consegnato una realtà nuova, la Ducati col suo fenomeno Stoner, da affiancare a una realtà vecchia, Valentino Rossi. Una rivalità se vogliamo, che però non è e non sarà mai - per quanto si possa litigare - un impoverimento del motociclismo italiano, semmai un vero arricchimento. Abituarsi a godere di regali di questo genere aiuterà tutti a divertirsi ad ogni Gp.


SENZA PICCHI La speranza è però che si possa assistere a Gran Premi più divertenti di così.
La gara di Valencia è stata un'altra volta di quelle da puristi e basta. Con qualche scaramuccia all'inizio e poi quegli allunghi che fissano le posizioni. Bella ferma la Honda di Pedrosa, bella sulle gomme quasi fino alla fine quando ha cominciato a diventare bruttina e ballonzolante anche la Ducati di Stoner che, per una volta, ha dovuto darla persa (perdendo l'opportunità di eguagliare a undici vittorie in stagione il record personale di Rossi). Mentre Hopkins faceva correre bene la sua Suzuki in terza posizione, ma lontano dai due là davanti, perché la GSV-R è buona nel telaio, ma ancora un filo carente nel motore e sarà forse Capirossi a godere delle evoluzioni Suzuki già sperimentate da Aoki anche in gara.


VOGLIA DI CAMBIARE
Capirossi dunque, e Melandri. Arrivano subito dietro al podio, quarto e quinto, pronti a passarsi il testimone in Ducati. Un rapporto logoro che finisce teso, quello tra Capirossi e la Ducati, un rapporto con pochi frutti che finisce e basta quello di Melandri e la HRC, pronto a saltare sulla Ducati tra ore 48. Due, in pratica, con dentro una gran voglia di cambiare parrocchia, di voltare pagina, di provare un nuovo investimento.


QUANDO NON GIRA...
E poi Rossi, al quale non bastavano le beghe fiscali, una stagione in salita perché la moto andava poco, perché le gomme funzionavano ad altalena. Non bastava evidentemente nemmeno essersi rotto una mano in prova.La sfiga, quella vera, fa il suo corso mentre Rossi a Valencia con i suoi begli antidolorifici è rassegnato a stare dietro, in fondo al gruppo con un solo obiettivo in testa: mantenere la seconda posizione nel mondiale. E gli bastava un punto. Manco tanto difficile perché Vale dopo una manciata di giri per carburare si è messo a girare quattordicesimo, ma con tempi da podio. Una bella avventura che meritava ammirazione e rispetto. Poi ha rallentato, di colpo. E abbiamo pensato tutti che insomma ci poteva stare, che per essere uno da ospedale aveva fatto fin troppo. Salvo scoprire dieci minuti dopo che la resa non era umana, ma dannatamente meccanica.

Posizione in classifica persa e rabbia alle stelle. Rossi scatenato con parole forti contro la Yamaha che aveva finito la sera prima di raccontare alla stampa la bontà del proprio progetto. Tutto in fumo alla vigilia dei test della moto 2008, che per cominciare dovrà essere affidabile e veloce, mentre la Ducati lo è già.


SEPARATI IN CASA
In serata un comunicato Yamaha con dentro una conferma, se serviva: Valentino avrà le Bridgestone e Davide Brivio come team manager, solo per sé. Perché Jorge Lorenzo ne avrà un altro, ovvero Gabriele Romagnoli. Il team si spezza in due entità. Si sapeva, niente di strano. E si ricomincia subito con i test, in questa configurazione, ma senza Rossi convalescente e a riposo a tutti gli effetti.

Ecco, per il 2008 vorremmo qualcosa di molto semplice: mantenere Stoner e il suo coraggio assurdo e recuperare tutto il bello del motociclismo, tutto lo spettacolo e la nostra italianità, tra Ducati, Capirossi, Melandri , Rossi, Dovizioso e De Angelis. Che facciano gare belle e tirate, che si divertano tutti. E vinca chi vuole, chi ci riesce.


Pubblicato da Stefano Cordara, 04/11/2007
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