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Moto GP:

Gran Premio di Inghilterra


Avatar Redazionale , il 24/06/07

17 anni fa - Super Stoner, super Ducati

Che piova o che ci sia asciutto, che ci siano rettilinei infiniti o che la pista sia tortuosa poco cambia. L'accoppiata Stoner Ducati quest'anno pare essere incontenibile. In inghilterra, in condizioni di gara terribili, Stoner ha fatto la differenza. Weekend nero per Rossi, sempre più in crisi la Honda, sempre meglio Suzuki e Kawasaki.


SUPERSTONER
E' iniziata l'era di Casey Stoner? E' presto per dirlo, non bastano otto gare per sentenziare che Stoner è già un fenomeno assoluto, ma quello che sta facendo l'australiano della Ducati ha comunque qualcosa di straordinario. Se in Qatar, in Cina e perfino a Barcellona, si poteva pensare che le vittorie di Casey fossero merito soprattutto della potenza della Desmosedici, se il successo della Turchia si poteva accreditare alla netta superiorità delle Bridgestone, il trionfo britannico, il quinto della stagione, è tutto merito del pilota.

L'UOMO NUOVO "Le Bridgestone sono ottime gomme, la Ducati una grande moto, ma chi fa la vera differenza è Casey Stoner". A dirlo è Hiroshi Yamada, responsabile della Casa giapponese di pneumatici e quindi parte in causa, uno che avrebbe tutto l'interesse e la possibilità di esaltare il proprio lavoro. Ma Yamada è un giapponese onesto e la sua analisi deve far meditare: Stoner è un grande pilota.


UNA GARA INFERNALE
A Donington si è corso in condizioni difficilissime, con la pista all'inizio bagnata e poi quasi totalmente asciutta, con le gomme "rain" che, scaldandosi, sono andate inevitabilmente in crisi di aderenza. Una gara, oltretutto, iniziata malissimo per Stoner, dodicesimo al primo intertempo, settimo alla fine del primo giro. A 21 anni, con la pressione di dover difendere il primato in classifica, ti aspetti uno sbaglio, un'incertezza, un attimo di paura; niente di tutto questo. Casey ha cominciato a spingere a un ritmo forsennato, recuperando secondi e posizioni come se niente fosse.

CHE PROGRESSIONE! Al quinto giro, l'australiano era già secondo e al sedicesimo giro si è portato al comando, grazie anche a un errore di Colin Edwards. Ma il rivale della Yamaha ha solo anticipato un sorpasso praticamente certo e Stoner andava così forte che Edwards ha capito immediatamente che avrebbe dovuto accontentarsi del secondo posto. UNA VITA DI DISTACCO A quel punto, dal muretto del box della Ducati hanno cominciato a sbracciarsi, hanno fatto segno in tutti i modi a Casey di rallentare, ma non c'è stato niente da fare e il nuovo fenomeno della MotoGP ha rifilato 11"768 al secondo: una vita!


"Perché vi agitavate tanto? Non stavo mica andando forte, avevo ancora del margine" avrebbe detto stupito Stoner ai suoi meccanici quando è rientrato ai box
, anche lui incredulo di aver vinto con tanta facilità. E' presto per dirlo, ma questi sono i tipici atteggiamenti del grandissimo campione.



TUTTO NERO PER VALE
Quale è Valentino Rossi, incappato però in un fine settimana da incubo, battuto in prova e in gara, sull'asciutto e sul bagnato dal compagno di squadra Edwards. Non era il solito Rossi quello che si è visto a Donington: Valentino è caduto due volte in prova, una addirittura da principiante, e anche in gara è stato tutt'altro che impeccabile, commettendo un errore che gli ha fatto perdere tre secondi e il podio. Il fenomeno della Yamaha ha ragione quando dice che le Michelin in condizioni particolari come quelle del GP di Gran Bretagna sono inferiori alle Bridgestone, ma visto il risultato di Colin è chiaro che doveva e poteva fare di più.

-26 Nel 2006, Rossi è arrivato ad annullare uno svantaggio di ben 51 punti, ma, con tutto il rispetto per Nicky Hayden, l'anno scorso Valentino era stato costretto a inseguire non per la bravura dell'avversario, quanto per le sfighe alla sua moto. Questa volta è diverso: Rossi è a meno 26 dalla vetta, perché sulla sua strada ha trovato un avversario straordinario, alla guida di una moto eccezionale e di gomme super competitive. Ecco perché sarà tutt'altro che facile annullare il divario.


CRISI HONDA
E' invece crisi vera in Casa Honda, con Daniel Pedrosa solo ottavo al traguardo e avvelenato, per la prima volta nella sua carriera, con la HRC. La RC212V è nata male, questo è chiaro, perché non si possono essere imbrocchiti tutti i piloti, da Hayden a Melandri, da Checa a Nakano, fino ad arrivare ad Elias. In questo momento, la Honda è inferiore alla Ducati, alla Yamaha, alla Suzuki, ancora una volta a podio con Vermeulen, e forse anche alla Kawasaki. Un vero e proprio disastro per il primo costruttore del mondo, che ha imposto le 800 e si ritrova a inseguire. Una volta, la Honda era la moto più ambita, adesso chi deve passare in MotoGP pensa alla RC212V come l'ultima delle alternative.


Pubblicato da Giovanni Zamagni, 24/06/2007
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