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Moto GP:

Gran Premio di Indianapolis


Avatar Redazionale , il 15/09/08

15 anni fa - Sotto la pioggia il re è Vlentino

Un gran premio fortemente condizionato dal maltempo non ha comunque cambiato i valori in campo. Imprendibile Valentino, sottotono Stoner, protagonisti Hayden e Lorenzo e Dovizioso. Di Pedrosa resta solo la figuraccia.


SOTT'ACQUA
Il primo GP motociclistico della storia a Indianapolis, all'interno del famoso ovale da 380 km/h di media e 400 km/h di velocità massima con le Formula Indy, ha rischiato seriamente di naufragare, per la coda dell'uragano Ike, che in precedenza aveva seminato morte e distruzione nel Texas. Fortunatamente, però, sul famoso tracciato è caduta solo acqua torrenziale per circa mezz'ora, sufficiente per annullare la gara della 250, ma non abbastanza per cancellare pure la MotoGP.

ASCIUGATO CON LE MACCHINE Anche perché gli organizzatori sono stati bravissimi a sopperire alla totale mancanza di drenaggio dell'asfalto, con una serie di macchinari che hanno tolto la maggior parte dell'acqua, consentendo ai piloti di disputare una gara "vera" e assolutamente regolare. Almeno fino a quando non è iniziato a piovere di nuovo, intorno al 17esimo giro, con un fortissimo vento che rendeva quasi impossibile la guida, tanto da costringere la direzione corsa a esporre la bandiera rossa nel corso del 21esimo giro, con classifica valida al passaggio precedente.

ANOMALIE Insomma, è stato un GP per certi versi anomalo, ma la classifica finale ha rispecchiato perfettamente i valori in campo emersi e ha fornito alcuni spunti da approfondire.


IL MIGLIORE
Il primo è che Valentino Rossi è in uno stato di grazia straordinario e si può tranquillamente parlare del miglior Valentino di sempre. Anche se, naturalmente, non è facile fare un'affermazione simile per un pilota che nella sua carriera ha vinto tutto e di più, con qualsiasi moto, a due o a quattro tempi, da 125 a 990 cc, passando anche per la SBK, con la quale il fenomeno di Tavullia ha trionfato alla Otto Ore di Suzuka nel 2001. In una gara resa difficile dalla pioggia, con un asfalto in alcuni punti davvero scivoloso, con 75 punti di vantaggio e con l'avversario diretto in crisi, Valentino avrebbe potuto andare a spasso, limitarsi a tagliare il traguardo senza prendere rischi. Ma in questo momento Rossi è così superiore, che anche in una situazione nella quale ad attaccare c'erano più rischi che vantaggi, non ha esitato a imporre la sua legge, dimostrandosi in questo momento nettamente il più forte. Adesso, i punti di vantaggio sono 87: come dire che a Motegi gli sarà sufficiente un terzo posto per conquistare matematicamente l'ottavo titolo, il sesto nella classe regina.


CASEY SOTTOTONO
Ma, ancora una volta, a stupire non è tanto la vittoria di Rossi, ampiamente prevedibile, quanto la gara assolutamente anonima di Casey Stoner. Su una pista nuova per tutti, ci si aspettava che il campione del mondo dominasse tutti i turni di prove e, quindi la gara, perché nessuno ha la sua capacità di arrivare subito al limite. Invece, il pilota della Ducati ha faticato in ogni situazione, tornando a essere il vero Stoner soltanto nel warm up, dominato in modo imbarazzante, come solo lui sa fare. Ma il warm up, purtroppo, è stata l'eccezione di un fine settimana opaco, durante il quale l'australiano è caduto venerdì sull'acqua, non è riuscito a conquistare la pole, che sarebbe stata l'ottava consecutiva, sull'asciutto, mentre in gara ha chiuso a un distacco per lui inammissibile.

DUE PROBLEMI Perché è difficile da dire, ma i motivi sono probabilmente due, uno psicologico (prioritario) e uno fisico. La batosta subita a Laguna Seca, quando venne battuto da Vale dopo aver dominato le prove, ha lasciato il segno e Stoner ha perso sicurezza: a Brno e Misano è scivolato nel tentativo di scrollarsi di dosso l'ingombrante avversario, a Indianapolis è stato rallentato dalla paura di commettere un altro errore sull'asfalto viscido, quello che solitamente gli dava un vantaggio enorme. Ma nel giudicarlo, non ci si può dimenticare dello scafoide sinistro rottoe operato nel 2003, ma che da qualche GP è tornato a infastidire pesantemente l'australiano. Ogni volta che scende dalla moto, il campione della Ducati è una maschera di dolore e la guida, inevitabilmente, ne è condizionata.


WELCOME BACK NICKY
Il GP di Indianapolis ha fatto tornare grande Nicky Hayden, galvanizzato dai tanti tifosi e spinto dall'orgoglio di dare una lezione alla HRC e a Daniel Pedrosa, che ormai da troppo tempo la trattano come un brocco qualsiasi e non come un campione del mondo. In questi mesi, Nicky ha subito ogni tipo di angheria dalla Honda e da Pedrosa, con l'umiliazione di vedere assecondata qualsiasi richiesta del compagno di squadra, capace di convincere la prima casa motociclistica del mondo a passare dalle Michelin alle Bridgestone a stagione in corso. Hayden è riuscito a trasformare la giusta rabbia in carica agonistica e ha così disputato la più bella gara dell'anno, conquistando il primo podio della stagione.


GIORGIO E' TORNATO
Un altro dato inconfutabile emerso è che Jorge Lorenzo è un pilota ormai completamente ritrovato e il primo podio conquistato nella sua carriera sull'acqua ha un valore davvero grande. Dopo un inizio di stagione incredibile, con una vittoria e due podi in tre gare, Lorenzo era stato quasi annientato da una serie incredibile di cadute, che ne avevano minato la psiche. Ma con dedizione, grande applicazione e forza d'animo, Jorge ha ritrovato poco alla volta fiducia e adesso è di nuovo il pilota delle prime gare dell'anno. Con maggiore esperienza e, probabilmente, le Bridgestone, l'anno prossimo sarà un avversario davvero temibile.


DANI CHE FIGURA
Non ha invece certo fatto una bella figura Dani Pedrosa, anche se, per la verità, è sbagliato giudicarlo per l'opaco ottavo posto. L'esperienza di Rossi ha dimostrato che non è sufficiente cambiare gomme per andare forte, perché la moto (e la guida) richiede un certo tempo di adattamento. Insomma, lo spagnolo non poteva fare grandi cose e il suo debutto con le Bridgestone è stato ulteriormente penalizzato dal meteo, con ogni turno di prove disputato in condizioni differenti dal precedente. Sarebbe stato difficile per chiunque, ma il comportamento arrogante di Daniel (e del suo manager) fanno dimenticare tutte queste giuste scusanti e così si finisce per godere della sonora paga presa dal compagno di squadra Hayden.


BRAVO DOVI
Ancora una volta, si è invece dimostrato un ottimo pilota Andrea Dovizioso, che a Indianapolis ha anche avuto la soddisfazione di percorrere il suo primo giro in testa nella MotoGP. Partito come al solito alla grandissima, Dovi non ha esitato a infilare dopo qualche curva Stoner, transitando davanti a tutti al termine del primo giro. Poi, purtroppo, ha perso posizioni, a causa di una moto inferiore alle ufficiali di chi l'ha preceduto, ma il suo quinto posto è davvero notevole. L'anno prossimo, in sella alla Honda HRC potrà fare ottime cose; sempre che, naturalmente, in Giappone non continuino ad assecondare i capricci di Pedrosa, piuttosto che pensare a vincere i GP.


Pubblicato da Giovanni Zamagni, 15/09/2008
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