Checa sbanca Magny Cours: doppietta, titolo piloti e titolo costruttori. Nell’anno del ritiro “ufficiale” dalle superbike, Ducati conquista anche la superstock.
VITTORIA MERITATA Meno male che si sono ritirati ufficialmente, se si fossero impegnati cosa sarebbe successo? Battute a parte, Carlos Checa e il team Althea meritano ampiamente il titolo conquistato. Lo spagnolo soprattutto (orgogliosamente posso dire di aver corso con lui una 8 Ore di Suzuka, vedi foto), quest’anno ha guidato in modo magistrale e soprattutto aveva la fame di vincere di un ragazzino. Un solo errore per lui ad Aragon, poi sempre perfetto, sempre davanti, capace anche di non perdere punti su tracciati non favorevoli alla Ducati, come Monza.
FORTUNA? BRAVURA! Mi permetto di non essere d’accordo con il titolone messo in prima pagina da un noto settimanale sportivo di moto (La fortuna è Checa). No Checa non ha avuto fortuna, il titolo se lo è proprio guadagnato. E lo ha dimostrato a Magny Cours. Non aveva bisogno di fare i numeri in Francia, poteva benissimo fare il ragioniere, in qualifica aveva finito le gomme da tempo ma è rientrato con la gomma da gara per guadagnarsi la prima fila. In gara poteva amministrare ma è andato a vincere, rischiando anche in qualche occasione (vedi contatto con Camier in Gara1).
VINCERE AL MEGLIO Del resto, vincere il mondiale salendo sul gradino più alto del podio (cosa che non è riuscita a Biaggi lo scorso anno) è un po’ il sogno di tutti i piloti. Due belle gare davvero quelle di Magny Cours, combattute, spettacolari e con distacchi risicati tra i vari piloti. Due gare in cui è emerso anche il talento di Marco Melandri. Libero di testa, dopo aver firmato con BMW, Melandri si è preso un po’ di tempo per imparare un circuito dove non aveva mai corso (e non certo facilissimo) si è giocato male le carte in superpole ma poi in gara ha dimostrato la stoffa del campione con due gran belle rimonte e due secondi posti più che meritati.
SENZA MAX Senza qualche sfortuna e senza la battuta a vuoto di Monza, quando Laverty ha fatto una bella doppietta, il ravennate avrebbe potuto probabilmente contendere più a lungo il primato a Checa. Certo, non va dimenticata l’assenza di Biaggi che ha spianato la strada al team Althea, in ogni caso la compagine capitanata da Genesio Bevilacqua ha dimostrato di saper correre ad altissimi livelli. Suo anche il campionato Superstock conquistato con Davide Giugliano: meglio di così, per la Ducati, non poteva andare.
PROTAGONISTI, NEL BENE E NEL MALE Tra i protagonisti mancati di Magny Cours inseriamo sicuramente Rea, ancora velocissimo ma purtroppo ancora troppo “focoso” in alcune fasi dele gare e anche sfortunato, con un problema alla moto per la seconda volta consecutiva. Poi Laverty, due volte in testa e due volte risucchiato nel gruppo; Badovini, partito alla grande il venerdì ma poi affondato in qualifica (sfortunato nel giro buono ha dovuto raddrizzare la moto per evitare Guintoli) e mai realmente incisivo in gara. Tra i protagonisti ritrovati senz’altro mettiamo Haslam e Camier, due inglesi che si sono fatti rispettare. Ormai manca solo Portimao; per Checa la passerella finale, per qualcun altro l’ultima spiaggia per strappare un contratto per il 2012.