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Superbike 2009:

Gran Premio del Qatar


Avatar Redazionale , il 13/03/09

15 anni fa - Chi ferma Ben Spies?

Quattro volte Spies. A Losail, il texano della Yamaha brilla come il sole del deserto del Qatar. Pole position, due vittorie e giro più veloce in gara (nuovo record della pista). C'è qualcosa da aggiungere? Sì, un Haga mai domo e un Biaggi incredibile con una Aprilia che fa già paura. Ecco i tre ingredienti principali di un campionato bomba.

PRONOSTICI? Non mi azzardo, come ho già letto in giro, a fare un primo bilancio della stagione dopo solo quattro manche disputate su 28. Nonostante quello che può sembrare dopo le prime due gare, il mondiale SBK 2009 sarà probabilmente uno dei più incerti di sempre, un mondiale dove tutti si dovranno sudare ogni punto, dove la costanza di rendimento (e lo sanno bene Biaggi e Spies che in Australia hanno lasciato per strada punti preziosi) sarà la chiave per portarsi a casa l'alloro iridato.

TRE PUNTI FERMI Ma da Losail il mondiale Superbike torna in Europa con tre punti fermi indiscutibili:
1) Spies è talento puro; in sella ad una R1 mai così in palla fa paura a tutti e sembra inarrestabile.
2) Haga ha in mano tutti gli strumenti per il successo e sta guidando non solo con il cuore ma soprattutto con la testa al Campionato
3) L'Aprilia e Biaggi saranno lì anche loro a giocarsela.

COMPRIMARI Questi i punti fermi. Tutto il resto, tutti gli altri sono al momento dei comprimari di questo Campionato a tre.
Certo che, a vedere lo Spies di Losail, c'è da farsi delle domande: Big Ben è arrivato in punta di piedi nel Campionato, massimo rispetto per gli avversari, affabile, educato, amico di tutti, ben lontano da certi americani che arrivavano negli anni passati nei Campionati europei, fortissimi ma anche un po' sbruffoni.


CHI FERMA BEN?
Però quando sale sulla sua Yamaha, Spies non ha paura di nessuno e guida in modo incredibile. Imbarazzante la sua superiorità a Losail; su una pista mai vista prima, l'americano ha seguito dapprima Neukirckner (il più veloce delle libere) per qualche giro, e poi si è piazzato in pole, ha centrato la seconda partenza al palo e ha stabilito il record della pista. In gara, poi, ha dato sempre l'impressione di giocare al gatto con il topo. Mentre Haga e Biaggi sudavano sette camicie scannandosi tra di loro lui controllava, si godeva lo spettacolo. Poi, quando ha stabilito che era ora di salutare la compagnia, li ha passati con facilità quasi irridente, andandosene indisturbato e rendendo quasi noiosa la seconda manche. E, ancora più impressionante, quando si leva il casco non è nemmeno sudato! Per certi versi Spies sembra Stoner quando è in palla.

DURA PER TUTTI Ma non pensi di avere vita facile. Lui fa paura, ma con l'arrivo delle gare Europee nessuno mollerà, o almeno non molleranno di sicuro i due che in entrambe le manche gli sono arrivati alle spalle, realizzando due podi fotocopia. Haga è sorprendente non tanto per le sue prestazioni, ma per la costanza. Perché Nori è sempre andato forte, ma nelle stagioni passate ci metteva un bel po' a trovare il bandolo della matassa del Campionato. Spesso lui i titoli li ha persi nelle prime gare, quando (come l'anno scorso a Losail, caduto mentre faceva un gestaccio, guardacaso a Biaggi) alternava gare straordinarie ad altre assolutamente opache.


HAGA COSTANTE
Quest'anno (catechizzato dalla Ducati?) 4 gare 4 podi ci consegnano un Haga che magari fatica in prova più del dovuto, ma in gara guida concentrato a portare a casa più punti possibile, quando non può vincere. L'Haga dell'anno scorso probabilmente avrebbe cercato di inseguire Spies e forse sarebbe anche caduto, quello di quest'anno non è remissivo ma non spreca, sa che se non si perde per strada il campionato potrà essere finalmente suo. Ormai ha un'età, non può più permettersi di sbagliare.


BIAGGI SORPRESA?
E poi ci sono Biaggi e la Aprilia RSV 4, discorso allargato perché il romano è in palla (Losail poi è la pista perfetta per lui) e guida benissimo una moto con un motore siderale non ancora perfetta di ciclistica (avete visto come si muoveva in certe situazioni?) ma che va già da far paura ed è già ad un livello di competitività assoluto. I piazzamenti di Nakano lo confermano. Ma per me questa non è una sorpesa, l'Aprilia non è rientrata per fare la comparsa, lo sanno tutti.

RIENTRI NEI RANGHI Quanto agli altri, sta un po' succedendo quanto ipotizzavo nel commento alla gara di Phillip Island. Smaltita l'adrenalina della prima gara i tasselli sono un po' tornati a loro posto, chi doveva stare davanti alla fine è lì a giocarsela. Però dalla Honda si potrebbe volere qualcosa di più; invece lo squadrone dell'Ala è soggetto a troppi alti e bassi: gli inglesini Haslam e Rea (meglio il secondo, qui a Losail) sono veloci ma incostanti, Checa fa bene in gara uno e si perde in gara due, Kyonari invece fa l'opposto.


SUZUKI GIÙ, BMW SU
Soprassedendo sulla Kawasaki (comunque qualche segno di ripresa c'è), parliamo della Suzuki che non è mai stata protagonista e ha fatto peggio della BMW. La Casa tedesca manca di esperienza ma ha una moto che dall'Australia ad oggi ha già fatto un consistente passo avanti portando due piloti nei primi 10. Fabrizio, invece, subisce un mare di problemi e soprattutto sta capendo che essere campioni d'inverno non serve a molto. I privati, poi, capiscono che possono fare bene in prova ma poi il loro passo non regge quello degli ufficiali (buono Byrne in gara 1, comunque). Alti e bassi per tutti, insomma, nel campionato 2009 ci saranno tanti protagonisti che ruoteranno gara dopo gara ma l'impressione è che i tre lì davanti siano quelli più duri di tutti da battere, quelli che non molleranno l'osso. Soprattutto quel tale che guida la Yamaha numero 19 contro il quale qualcuno nel paddock ha già detto "non c'è niente da fare..."


Pubblicato da Stefano Cordara, 13/03/2009
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