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Anteprima: KTM RC8


Avatar Redazionale , il 23/10/03

20 anni fa -

KTM ci prova. Abbandonata l'idea della Moto GP sposta il mirino verso la Superbike. La moto stradale è già pronta, si chiama RC8, sportivona tutta spigoli e cattiveria e quipaggiata con il "solito" piccolissimo bicilindrico debitamente pompato.

ARANCIA MECCANICA Affilata, tagliente, cattiva. Alla KTM sono consci della pericolosità della nuova arma supersportiva appena uscita dal reparto progettazione della casa austriaca, e non fanno nulla per nasconderlo: a partire dalla colorazione arancione e nera, da sempre simbolo di guerra totale su pista (di sabbia, ma sempre pista), alle dichiarazioni di intenti dei progettisti.

STREET FIGHTER A sentir loro, hanno costruito l’"arma definitiva per street-fighter ambiziosi" e, dando un’occhiata alle foto, c’è da credere a simili dichiarazioni, supportate anche da specifiche tecniche decisamente interessanti. La sfida alle sportive italiane e giapponesi è lanciata, e il risultato è tutt’altro che scontato nonostante questo sia un ambito inedito per la KTM. Mamma mia!

LOOK DI ROTTURA

Ciò che colpisce maggiormente – è ovvio – è l’aspetto diverso da qualsiasi cosa si sia visto sinora nell’ambito delle supersportive. La carenatura si spinge senza indugi sulla strada indicata dalle sorelle da deserto (la plurivittoriosa LC8) e naked (quella Duke 990 presentata in veste definitiva al Salone di Milano).

MUSCOLI AUSTRIACI Quindi spigoli vivi a profusione, e volumi tagliati con l’accetta, che mettono in risalto i muscoli, facendo somigliare le tondeggianti concorrenti più a delle "burrose" bellezze che a delle atlete muscolose. Può piacere o non piacere, certo non si può dire manchi di personalità. Il frontale è dominato dal "ciclopico" faro verticale che, assieme ad un parabrezza minimalista, sembra squarciare la continuità della carenatura arancione.

CAVALLI? NO COMMENT

Nella parte bassa del frontale, minacciosamente proteso in avanti, trovano spazio anche le ormai irrinunciabili prese d’aria dinamica che, mettendo in pressione l’airbox alle alte velocità, consentono di guadagnare una manciata di cavalli. Sul cui numero esatto vige ancora il massimo riserbo, anche se non dovrebbero esserci grossi problemi ad estrarre una ventina di cavalli in più rispetto ai 122 del propulsore da 990 cc che spinge la Duke, dotata della medesima unità motrice, in questo caso con una differente messa a punto per favorire l’uso agli alti regimi.

MOTORE MIGNON

Bicilindrico a V di 75° bialbero, dalle misure fortemente superquadre, è già famoso per le dimensioni ridottissime (proprio quelle che hanno permesso un vestitino così attillato) e per il peso piuma (58 kg, un record per un bicilindrico), oltre che per la trattabilità a qualsiasi regime. Solo il valore di coppia è stato comunicato, pari a 103 Nm a 7300 giri, elevato anche se non da primato, in grado comunque di garantire un bel gusto di guida e delle simpatiche virgole di gomma in uscita di curva…

COMPAKT K

La vista laterale impressiona per le ridotte dimensioni, e mette in evidenza l’attenzione posta dai progettisti alla tolleranza al vento laterale, cosa da non sottovalutare quando si raggiungono velocità nell’ordine dei 280 km/h. Non vogliamo essere ribaltati da una folata di brezza marina, vero? Il codino – alto e sottilissimo, ma non "sparato" – a sorpresa non incorpora gli scarichi. Che sono piazzati là dove il peso di catalizzatori e terminali meno influisce sul comportamento, a mo’ di Buell, per intenderci, nello spazio lasciato dal motore che è molto compatto nella parte bassa grazie alla lubrificazione a carter secco. Parlando di peso, la casa dichiara 175 Kg a secco: il valore è allineato con le migliori concorrenti a quattro cilindri, inferiore a quello di tutte le bicilindriche di grande serie (escluse Aprilia Nera e Mondial Piega). 

MAXI SOSPENSIONI Le cose si fanno sempre più interessanti man mano che ci si addentra nell’osservazione dei dettagli. Sospensioni anteriori e posteriori sono WP, come da tradizione KTM, con la gigantesca forcella a steli rovesciati, in fondo alla quale fanno bella mostra di sé due belle pinze freno radiali, mosse da un’altrettanto radiale pompa al manubrio. Dietro il mono agisce su un forcellone di alluminio scatolato che definire imponente è quasi un eufemismo: hanno dovuto persino ricavare un foro sulla sinistra per il passaggio della catena di trasmissione.

OBBIETTIVO SBK

Ma la produrranno? Qual è il senso di tutto questo ben di Dio? Facile, correre – e possibilmente vincere – nel campionato del mondo Superbike, che si appresta a riconquistare gli antichi splendori con il ritorno in campo di vecchie conoscenze e di nuovi sfidanti, tra i quali, appunto, la KTM. Ormai le ruote col tassello non bastano più per un produttore con le ambizione degli "arancioni", ci vogliono le gomme da strada (e una serie di modelli che si avviano alla produzione) e, di conseguenza, la slick…

TAGLIENTE Abbandonati – o, meglio, accantonati – gli agguerriti progetti di partecipazione in MotoGP, per motivi essenzialmente economici, i vertici della Casa hanno fatto dichiarazioni d’amore verso il Campionato per le derivate dalla serie, e c’è da sperare che non rimangano meramente tali, come è successo per il progetto 4 cilindri. L’ascia di guerra è stata dissotterrata; la lama, lo vediamo, è tagliente da far paura e lo sguardo è cattivo. Non vediamo l’ora di vederla sul campo di battaglia…


Pubblicato da Simone Coggi, 23/10/2003
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