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Limiti di velocità

30 km/h, gli spunti di riflessione adesso ve li diamo noi. In video


Avatar Redazionale , il 30/01/24

2 mesi fa - Dal caso Bologna "Città 30" a considerazioni generali (non sono le solite)

Sicurezza, inquinamento, educazione civica, rumore. Dal caso Bologna "Città 30" a considerazioni più generiche (ma non le solite)

Andiamo dritti al sodo. 30 km/h sì o 30 km/h no? Se non vivete sotto una campana di vetro e se avete ascoltato un qualsiasi tg o giornale radio, o aperto Internet, un giorno qualsiasi dal fatidico 16 gennaio 2024 in poi, già siete al corrente del caso di Bologna “Città 30” e del polverone di polemiche che ha generato. C’è chi difende la scelta dell’amministrazione e snocciola i vantaggi in termini di sicurezza, sostenibilità ambientale, acustica, insomma vivibilità a 360 gradi. Ma c’è anche una fetta di opinione pubblica - e a giudicare dal registro medio dei commenti in rete, è una “fettona” - che considera la scelta del sindaco felsineo Matteo Lepore una scelta, ehm... irragionevole. L’opinione pubblica, ma anche il Governo stesso: vedasi in tal senso la direttiva del ministro dei Trasporti Matteo Salvini, non più tardi di qualche giorno fa. Che dite, giochiamo anche noi a “chi ha ragione”? Facciamolo, ma cerchiamo anche chiavi di lettura un po’… diverse. E partiamo da un presunto beneficio ''collaterale''. Leggi oltre, oppure, clicca Play sulla foto di cover per scoprire in video quale sia la nostra prospettiva.

CAPITOLO INQUINAMENTO: UNO STUDIO

Tesi: trascinarsi (pardon, guidare…) a 30 all’ora giova alla salute del Pianeta e degli esseri umani. Bene: a fronte di fior di pubblicazioni secondo le quali un flusso di traffico “plafonato” a 30 all’ora, anziché a 50 all’ora, contribuisce a ridurre l’inquinamento atmosferico, vogliamo citare invece uno studio del 2018 ad opera dell’Istituto Motori del CNR, che ora in rete è ritornato a galla e che, a quanto pare, ribalta la prospettiva. Secondo gli esperti del Consiglio Nazionale delle Ricerche, infatti, a 30 km/h le emissioni nocive dei motori termici aumentano. Vedi infografica.

CONTROSTUDIO Più di preciso, il CNR sostiene che, per le vetture a benzina, il minimo delle emissioni inquinanti si registra attorno ai 50 km/h, mentre per i Diesel intorno ai 70 km/h. Che inoltre, tra 0 e 30 km/h le emissioni aumentano del +50% per i motori a benzina e addirittura del +500% per i veicoli Diesel. Non è finita qui: dallo studio emerge infatti che, sotto i 30 km/h, i veicoli a benzina Euro 4 inquinano meno dei benzina Euro 5 ed Euro 6Solo un esempio. Ma, in fondo: non basta forse un solo report contrario, se la fonte è attendibile, per far vacillare la narrazione dominante? A chi devo dar retta, ora?

SILENT CITY? Tesi: ciondolare (pardon, marciare…) a 30 all’ora riduce il rumore. Sì, è vero. Lo dimostrano varie pubblicazioni. Il rumore si riduce in media di circa 3 db. Anziché 85 db, il rumore di fondo scende a… 82 db. Ognuno tiri le sue conclusioni.

A 30 km/h si riduce l'inquinamento: secondo il CNR, è falso A 30 km/h si riduce l'inquinamento: secondo il CNR, è falso

CAPITOLO SICUREZZA: IL CASO SCUOLA

Ma arriviamo alla vera e propria tesi “madre”, e cioè che strisciare (pardon, avanzare!) a 30 all’ora contribuisce a ridurre gli incidenti e le vittime sulle strade. In questo caso, possiamo quasi avanzare di rispolverare chissà quale studio: è ovvio a tutti (o almeno, si spera…) che, a fronte di una minore velocità, corrisponde una maggiore tolleranza dei tempi di reazione e degli spazi di arresto, oltre che un maggiore campo visivo da parte di chi guida. Quindi, una minore probabilità di tamponamento e, soprattutto, di impatto con pedoni o ciclisti che attraversano la strada.

CASE HISTORY Citiamo pure il caso scuola di Cesena, cittadina pioniera che viaggia a 30 all’ora già dal finire degli anni Novanta, almeno sul 50% delle proprie strade. A Cesena, mostrano le statistiche, dal 1997 al 2019 gli incidenti con feriti sono calati da 700 a 383, quasi della metà. A loro volta, i morti per incidente sono passati dai 14 del 1998 ad 1 soltanto nel 2021.

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PAR CONDICIO Prove schiaccianti che i 30 all’ora salvano la vita, ma allora sorgono spontanee un paio di considerazioni. D’accordo, chi va piano va sano e va lontano e permette di andare sani e lontani anche ai cosiddetti “utenti deboli”. Già, “deboli”, ma pur sempre degli “utenti”. Con diritti e anche precisi “doveri”. Un pedone ha il dovere di attraversare sulle strisce pedonali, salvo una distanza superiore a 100 metri (dice il Codice) dal primo attraversamento disponibile. Un pedone ha il dovere di prestare attenzione e di collaborare attivamente a sicurezza e fluidità della circolazione.

ANARCOPOLI Sempre più spesso, invece, ci imbattiamo in pedoni distratti, che indossano cuffie o auricolari o tengono lo sguardo incollato allo smartphone, anche mentre si avventurano in un attraversamento a rischio. Per non parlare dell’uso indisciplinato dei monopattini elettrici, o anche delle care vecchie biciclette. Se viaggi in bici di sera, vestito di scuro, senza luci, magari contromano, e un'auto ti centra, non sei l'ennesimo utente debole della strada vittima di un arrogante automobilista. Sei un aspirante suicida!

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CULTURA STRADALE Insomma, se agli automobilisti viene chiesto un sacrificio e se si spendono risorse in apparecchi di controllo, come telecamere e autovelox, per assicurarsi che rispettino le regole “alla lettera”, qualcuno potrebbe legittimamente auspicare una maggiore severità anche verso chi, coi piedi a terra o appoggiati su pedali o pedane, si sente protetto da una sorta di immunità. I Comuni potrebbero ad esempio investire in campagne di sensibilizzazione. In ambito nazionale, la Scuola potrebbe inserire nei programmi la cultura stradale “pedonale” come materia di Educazione Civica. Le trovate proposte fuori luogo, oppure credete che l’insegnamento di un corretto “galateo della passeggiata” possa a sua volta contribuire a ridurre le vittime della strada?

CAPITOLO SORVEGLIANZA

Chiudiamo con un riferimento al supereroe del momento, Fleximan, il giustiziere degli autovelox. In realtà, Fleximan ha un socio, Sprayman, il “graffitaro” delle videocamere ZTL. L’ultima volta ha colpito a Parma, chissà quale sarà il suo prossimo bersaglio. Eh già, perché i gesti di vandalismo registrati nelle ultime settimane, lungi dal poter essere perdonati, hanno il merito di aver portato a galla il sentimento popolare sotterraneo. Se Fleximan, sul web, è oggi un eroe, significa che ha esaudito i sogni proibiti di tanti italiani. Che di misure di sorveglianza viste come sempre più oppressive, forse ne hanno abbastanza. E… occhio a sottovalutare un popolo arrabbiato.

Fleximan, il popolo del web se lo immagina così Fleximan, il popolo del web se lo immagina così

NON SOLO VELOX A proposito: perché così tanti controlli sulla velocità, e così pochi controlli su distrazione da smartphone, eccetera, eccetera? Mica sarà per caso… più facile? Abbiamo solo buttato sul piatto qualche spunto. Ora, chi vuole, condivida nei commenti il suo punto di vista. Con educazione e buon senso. Proprio ciò che noi automobilisti chiediamo ai pedoni, ai ciclisti e… ai sindaci.


Pubblicato da Redazione, 30/01/2024
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