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Mondiale Rally 2004: le protagoniste


Avatar Redazionale , il 23/01/04

20 anni fa -

Sedici gare, non più le quattordici dell'anno scorso. Dieci auto ufficiali, anziché sedici. Please welcome: Mondiale Rally 2004. Nomi noti, rientri illustri, assenze pesanti. Tre, due, uno.

SECONDO TRADIZIONE Non mancano i cambiamenti, rimangono le certezze. Una: Montecarlo. Lì arriveranno oggi pomeriggio i 76 indemoniati che hanno messo la firma al tavolino delle iscrizioni e che sono sgommati via stamattina alle 7.00 da Tallard, direzione Monaco. È la prima tappa del Rally monegasco, 588 km con sei prove speciali. Ce ne saranno altre due. Chiusura prevista: domenica pomeriggio.

GIRO DEL MONDO Giusto il tempo di capire se e quanto la classifica della prima tappa rispecchierà quella finale e il carrozzone vola in Svezia (6-8/04), prima di esplorare una landa nuova di zecca per gli equipaggi iridati, quella messicana (12-14/04), una delle due novità in calendario, oltre alla tappa in Giappone (3-5/04) per la felicità di nippo e sponsor. Si vedranno le gare alla tele due nomi tosti: Colin McRae, rimasto a piedi e reduce dall’esperienza alla Parigi-Dakar, e Richard Burns con questioni meno piacevoli cui pensare (i problemi alla salute).

IL CAMPIONE Dunque si diceva, il Mondiale ’04 è affare per pochi. Cinque macchine, dieci uomini. Il numero da inseguire è l’1 su sfondo blu, quello che l’anno scorso si è fatto inseguire tanto da non farsi prendere. Petter Solberg, faccia da fumetto, ha messo la bandierina norvegese per la prima volta tra i vincitori di un mondiale rally e da questo fine settimana difende il titolo. Il volante è quello dell’Impreza WRC, il compagno di box un 23enne nato in un paesino che non ci provate neanche a pronunciare: Jyvaskyla. Insomma Finlandia.

IL CONTENDENTE Poi c’è Citroen, vincitrice dei costruttori 2003. Una Xsara cattiva come non credeva nemmeno lei di poter essere. Le briglie della francese sono affidate al volto nuovo e a quello un po’ meno. Sebastien Loeb, alsaziano, trent’anni a febbraio: uno che sull’asfalto vince con il gomito fuori e sul resto migliora km dopo km. E Carlos Sainz, 43 anni, 40 dei quali trascorsi con un volante tra le mani: di fare la tessera alla bocciofila di Madrid non ci pensa per niente, obiettivo: aumentare il numero dei rally vinti in carriera, 25. Non male.

IL LEONE La Peugeot si allarga. Non solo: si allunga pure. Già che dietro al Leone sulla calandra ci sarà una 307 CC e non più la 206. Non si scappotta, è bene dirlo, prima che qualcuno si aspetti di vedere una speciale con l’aria nei capelli. A giochicchiare con i 300 cavalli c’è quello spilungone di Marcus Gronholm, finlandese campione del mondo 2000 e 2002, segni particolari: una voglia di sterrato tatuata in testa. La seconda tuta rossa è quella del belga Freddy Loix, veloce ma senza il cambio di passo dei talenti.

LA PROMESSA Rischiava di non esserci, alla fine c’è. Parliamo di Ford, parliamo di Focus WRC. Qualche problemuccio di budget dietro le indecisioni sul da farsi, ma il prurito agonistico ha fatto il resto. Ben per Markko Martin, 28enne estone che nel 2003 volava (51 prove speciali vinte sono roba da supereroe) e che quest’anno spera in un po’ di affidabilità in più. Desiderio condiviso da Francois Duval, seconda guida Ford, con i suoi 23 anni e il dovere di dimostrarsi pronto a buttare i panni della promessa, per diventare grande.

L'ITALIANO A volte tornano. E si chiamano Mitsubishi. Un annetto a pensarci su e riecco il rosso-grigio a bussare al mondiale. Non poteva rimanerne lontano per troppo tempo: questione di cromosomi. Ritorna con la Lancer, un nome una leggenda (mister Makinen toccò quota quattro mondiali vinti in quattro anni) e con gli occhi spiritati di Gilles Panizzi, 38enne ex Peugeot, che sull’asfalto trova raramente qualcuno più veloce, almeno fino a oggi. Per la seconda macchina c’è un po’ di ressa: in mezzo pure un nome familiare: Gigi Galli, pilota di Livigno che dividerà il sedile con Sohlberg e Sola nell’arco della stagione.

IL FINLANDESE Chiude la Skoda, con una Fabia WRC che non è esattamente un fulmine di guerra. Tanto da limitarsi a qualche fugace apparizione nelle gare europee, per rubare un po’ di trucchi del mestiere, qua e là. La vedremo a giugno, all’Acropoli, con il finlandese Toni Gardemeister di sicuro e il tedesco Shwarz non ancora confermato.
Appello fatto. Tutto pronto per il nuovo anno. Mettetevi comodi, si va.


Pubblicato da Andrea Sperelli, 23/01/2004
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