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Curiosità

L'auto elettrica? Te la stampo in 3D


Avatar di Luca Cereda , il 18/03/14

10 anni fa - Pronta in cinque giorni

Local Motors presenterà all'IMTS un innovativo modo di concepire (nel vero senso della parola) l'auto elettrica. Stampata in 3D in soli cinque giorni

SOGNO O SON DESTO? Non un’auto elettrica come le altre ma un’ elettrica progettata in digitale e stampata in 3D. A grandezza naturale. Sarà questa una delle più intriganti anteprime dell’IMTS (International Manifacturing Technology Show) 2014 di scena a settembre a Chicago, che balza anzitempo alle cronache proprio per questo progetto della Local Motors. Gli stessi che due anni fa, sempre all’IMTS, furono capaci di costruire la Rally Fighter (vedi foto) sul posto in soli sei giorni.

E IL SESTO GIORNO SI RIPOSO’ Per stampare in 3D questa famigerata auto elettrica, che poi verrà consegnata direttamente agli organizzatori dell’IMTS, di giorni ne basteranno cinque. Almeno così dicono gli ideatori del progetto, senza timore di averla sparata troppo grossa (tant'è che i visitatori della fiera vedranno nascere l'auto sotto i propri occhi). E senza rilasciare ulteriori dettagli sull’oggetto in questione, presentato semplicemente come un’auto sviluppata assecondando le esigenze di mobilità nella città di Chicago. Dal cuore certamente verde ma nata soprattutto per dimostrare come alcune tecnologie allo stato dell’arte, in questo caso la stampa in 3d, possano essere applicate all’industria automobilistica garantendo elevata efficienza.

STABILIMENTO 5 STELLE In attesa di vedere l’impresa fatta e finita, e poter esprimere, così, un giudizio, due parole è giusto spenderle anche sull’azienda Local Motors, una factory nient’affatto comune. Si tratta infatti di una community globale che mette in contatto designer, ingegneri, creativi e costruttori per la realizzazione di progetti condivisi, presentati e discussi a miglia di distanza attraverso il canale di youtube e la piattaforma del sito (localmotors.com); il lavoro si basa sulla co-creazione e co-progettazione online, estremizzando al massimo i concetti di open space e open source. Fate largo all’imprenditoria due-punto-zero.


Pubblicato da Luca Cereda, 18/03/2014