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Hispano-Suiza HS21-GTS


Avatar Redazionale , il 07/03/02

22 anni fa -

L'ultima creazione griffata HS è un lampo color nocciola. Giusto per rinverdire la memoria di quel che fu, delle gare, delle vittorie, delle auto, degli aerei. Potenza insomma, allo stato puro.

Damiàn Mateu, industriale spagnolo, e Marc Birkigt, ingegnere svedese: immaginateli in un’atmosfera da crescita economica della classe media europea, agli inizi del secolo (quello passato). A confabulare su come dare sfogo al bisogno di creare un’automobile – oggetto del desiderio, allora come oggi – che rispecchiasse degnamente il clima del periodo storico che stavano vivendo.

Bene, la firma de "La Hispano-Suiza, Fabrica del automòviles" arriva nel 1904, tra le ramblas di Barcellona. Da allora è solo crescita di un nome che è a tutti gli effetti sinonimo di quintessenza nelle rifiniture, nella potenza, nell’eleganza e nella ricchezza della forma, di passione, di maniacale lavoro artigianale e profonda conoscenza della materia.

Da allora, ci fu un solo spostamento, in Francia, dove nel 1923 venne creata la "Societé Francaise Hispano-Suiza", oggi uno dei maggiori nomi nel campo dell’industria aerodinamica. Da sempre, automobili costruite senza risparmio
e per molti anni le preferite da regnanti e nobili: classico esempio, la V 12 del 1932, una delle più belle quattro ruote mai costruite.

Questa è la storia della Casa, che continua con un tassello messo in quel di Ginevra. Un fulmine più che un’auto, da aspettarsi che decolli invece di rimanere acquattata sullo stand. Con qualche numero, per chiarire: il motore centrale montato longitudinalmente è un otto cilindri a V d 7000 cc di cilindrata, roba da 600 cavalli di potenza e 650 Nm di coppia a 5000 giri al minuto. Il cambio è sequenziale a sei rapporti, la trazione posteriore.

Quasi cinque metri di prototipo (4,8m per 1,9m di larghezza e 1,1 di altezza) che avrà più probabilità di concretizzarsi in una creatura da pista, se mai lo farà.


Pubblicato da Ronny Mengo, 07/03/2002
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