Logo MotorBox
news

Mitsubishi Se-Ro


Avatar Redazionale , il 27/10/03

20 anni fa -

Della serie "hanno la faccia come il... posteriore". E' l'ultima tendenza jap in fatto di design automobilistico: le estremità così somiglianti da rischiare di confondere il davanti con il dietro e un abitacolo simmetrico che in un attimo si trasforma in camera con vista. A 360 gradi.

Sembra che così piaccia di più ai “giovani” sopra i 35 anni, per i quali ciò che conta è un abitacolo conviviale, trasformista, in cui ospitare gli amici per fare salotto o divertirsi a spettegolare su quanto accade all’esterno, osservando la vita che scorre dalle minuscole finestre della "stanza segreta". Come recita il nome, Se-Ro sta per Secret-Room.

Più che una camera questa è una cameretta, nella quale potrebbe starci un divano e poco più. Le dimensioni sono quelle: 3,40 metri di lunghezza, 1,47 di larghezza e 1,67 tra terra e tetto. Sufficienti comunque a ospitare comodamente fino a quattro persone e rispettivi bagagli.

Lo spazio è ricavato posizionando il motore e altre parti meccaniche tra i due assi, in modo da sfruttare le estremità per guadagnare superficie calpestabile da destinare agli ospiti.

Quattro i sedili, tutti girevoli e tutti scorrevoli in senso longitudinale, così da lasciare ampie possibilità di regolazione dello spazio tra sedile e sedile. 

L’abitacolo si trasforma in salotto in men che non si dica, e all’occorrenza può offrire un volume di carico molto più ampio facendo scorrere i sedili posteriori fino all’interno del bagagliaio. 

Il divano posteriore può anche scivolare in avanti e ripiegando lo schienale verso il basso può formare una superficie di carico ancora più ampia della precedente oltre che più comoda, visto che si può sfruttare anche lo spazio del bagagliaio.

Compatta e leggera (la carrozzeria è in alluminio) la Se-Ro non ha bisogno di grandi motori per muoversi come un’auto qualsiasi, è sufficiente un tre cilindri di 660cc con turbocompressore e un classico cambio a variazione continua CVT.


Pubblicato da Gilberto Milano, 27/10/2003
Gallery