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Honda Pilot


Avatar Redazionale , il 27/06/02

21 anni fa - La moltiplicazione dei posti

Quanto fa 240 per 7? La risposta è alla base della filosofia progettuale dell'inedita sport-utility Honda, che con un propulsore da 240 CV e un abitacolo da 7 posti propone un nuovo standard nel suo segmento. Per il momento riservato solo al mercato americano.

Ufficialmente definita "la Honda delle SUV" (già questo è tutto un programma), la nuova Pilot completa verso l’alto l’offerta della Casa negli USA. E stavolta i giap fanno sul serio: dopo la CR-V, recentemente rinnovata, e la più "automobilistica" HR-V, adesso si punta su una vera crossover, grande abbastanza da poter soddisfare le necessità di una famiglia tipo statunitense e forse di qualcuno in più: infatti ben sette sono i posti ricavati nei 4,77 metri di lunghezza, naturalmente assistiti da tutta una serie di gadget grandi e piccoli.

I portabicchieri, ad esempio, sono perfino più numerosi degli stessi occupanti (arrivano a nove!) mentre comodi spot di lettura si trovano su supporti attrezzati e l’immancabile sistema di intrattenimento audio-video, ormai un must nel settore, non è stato certo dimenticato. Anche il cellulare ha ricevuto le dovute attenzioni guadagnandosi un alloggiamento sulla console centrale; per facilitare lo stivaggio della spesa, invece, sono previsti appositi ganci e ancoraggi nel bagagliaio. Non mancano poi quattro prese 12V e altri dettagli come le alette parasole "estensibili", il portaocchiali, le luci di cortesia sulle portiere.

Il discorso sicurezza non può essere da meno: oltre ad ABS con 4 freni a disco ed EBD, cinture di sicurezza a tre punti per tutti e airbag frontali a doppio stadio, sono da segnalare l’OPDS e il LATCH. Il primo dispositivo disattiva il cuscino del passeggero se non è seduto in posizione corretta o non raggiunge una statura sufficiente, il secondo prevede misure specifiche per garantire la sicurezza dei bambini. La Pilot infatti è un’auto pensata per chi ha parenti e figli da scarrozzare e per rispondere alle esigenze di ognuno dei suoi ospiti.

In America i sette posti possono comunque non essere un’originalità (basti pensare ai vari light-truck che si vedono nei telefilm), ma certamente lo sono le prestazioni e la tecnologia nipponica: a meno che non si possieda una BMW X5 o una Mercedes ML, quasi sicuramente non si potrà disporre della stessa raffinatezza meccanica della Pilot.

Motore V-TEC, retrotreno multilink e la sofisticata trazione integrale VTM-4 faranno la gioia del "pilot" di quest’auto e dei suoi cari (almeno si spera), mentre la Honda promette che le doti di elasticità del V6 3.5 assicurano "accelerazioni ai vertici della categoria, consumi ottimali e cambiate morbide".

La struttura a scocca portante favorisce la guidabilità e la leggerezza del corpo vettura, doti preziose per trarsi d’impaccio in situazioni delicate. In questi casi interviene anche il già citato Variable Torque Management 4-wheel-drive che, associato a un automatico cinque marce, migliora la motricità su ghiaccio o fango.

Tutto ciò è vestito da una carrozzeria moderna ed equilibrata, piacevole nelle linee (il frontale ricorda vagamente quello della CR-V restyling), capace di suggerire senza esagerare la prestanza dei 240 CV sotto il cofano.

A dire il vero in Germania c’è chi offre dei 4.4 da 286 CV o dei 5.000 da 292 - si parla sempre di loro, X5 e Classe M. Ma a quale prezzo? E neppure la Grand Cherokee, che oltreoceano giocherebbe in casa, riesce a scendere sotto il muro dei 50.000 euro. La Pilot, venduta nei due allestimenti LX ed EX, dovrebbe aver un prezzo d’attacco di 26.900 $, senza contare la disponibilità di due sedili in più.
Insomma, l’unico vero ostacolo all’importazione in Europa, dove una SUV dinamica e ben fatta piacerebbe a molti, è uno solo: come la mettiamo sul fronte diesel?


Pubblicato da Silvio jr. Suppa, 27/06/2002
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