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Mondiale Endurance

8 ore di Doha


Avatar Redazionale , il 12/11/07

16 anni fa - La prova del fuoco

Mentre i top rider della moto Gp aspettano di provare al buio per vedere l'effetto che fa, a Losail c'è chi ha già fatto una gara di notte... Sull'asfalto incandescente del Qatar un'altra gara corsa ad altissimo livello sarebbe bastata per vincere contro gli avversari, ma non basta per vincere contro la sfortuna. Torniamo da Losail ancora più convinti dei nostri mezzi ma con in mano un pugno di mosche.


I saluti in griglia
del presidente della
 federazione del Qatar
QUESTIONE DI INNO Mentre la solita SERT (con l'ottavo titolo mondiale già in tasca) sta salendo sul gradino più alto del podio a Losail, parte l'inno nazionale italiano per errore. Che l'avessero già preparato per noi? Va be, lo prendiamo indirettamente come un complimento, perché qui in Qatar ancora una volta, lasciatemelo dire, siamo stati proprio bravi. Per un team "low budget" come il nostro riuscire a far fronte ad una trasferta intercontinentale (spedendo uomini e mezzi in un posto a 6 ore di aereo) è già una piccola vittoria, ma ci piaceva affrontare quest'ultima suggestiva sfida. Così abbiamo rinunciato al Bol d'Or (già corso l'anno scorso con ottimi risultati) per cimentarci in questa gara su un tracciato nuovo per tutti dove effettivamente partivamo ad armi pari con gli altri.

SCELTA DIFFICILE Il budget a nostra disposizione non ci permetteva di affrontarle entrambe. Dunque, o una o l'altra, e visto che di 24 ore quest'anno ne avevamo già fatte tre la scelta è caduta sull'ultima gara dell'anno, una 8 ore quasi completamente in notturna (siamo stati noi ad inaugurare il circuito di notte, stasera toccherà alla moto GP) caratterizzata da temperature altissime che stressano non solo i piloti ma anche i mezzi.


L'ultimo tentativo
di riparare la
moto prima
dell'abbandono
TRADITI DAL CAMBIO E per la seconda volta quest'anno è stato il mezzo meccanico a cedere. Alla sesta ora, quando il sottoscritto era al suo secondo turno di guida, la nostra Suzuki ha mollato il colpo lanciando rumoracci dalla zona trasmissione che lasciavano ben poco spazio all'immaginazione: cambio rotto, tutti a casa.

LEZIONE NUMERO 4 Come al solito non ce la possiamo prendere con nessuno, questo è l'Endurance, una disciplina dove uomini e mezzi sono sottoposti a sforzi incredibili, a volte cedono gli uomini (cadendo per perdita di concentrazione o stanchezza) a volte cedono i mezzi. Quest'anno, poi,abbiamo imparato anche un'altra lezione: non si può correre un mondiale Endurance per due anni con le stesse moto, perché possono essere resistenti quanto vuoi (e la Suzuki lo è), puoi revisionarle quanto vuoi ma i materiali prima o poi cedono. Così se l'anno scorso abbiamo dovuto affrontare spesso piccoli problemini dovuti più che altro all'inesperienza ma le moto hanno marciato come orologi, quest'anno le rotture sono state un po' più clamorose. Toccherà a Max verificare cosa ha ceduto, ma intanto, abbiamo dovuto rinunciare ad un risultato che si preannunciava ancor più clamoroso di quello di Oschersleben.


I SOLITI POCHI
Ci presentiamo a Losail con il solito personale risicato all'osso (8 persone compresi i piloti, il team meno numeroso presente a Losail) ma con la solita grande voglia di far bene e con la certezza che, se tutto andrà per il verso giusto saremo protagonisti. La pattuglia delle Stock è più numerosa del previsto, su 30 iscritti le derivate di serie sono addirittura 12, il che non facilità certo la nostra missione. Losail si presenta per quello che è, un catino bollente con curvoni velocissimi spazi incredibilmente ampi e poca visuale, non è certo un circuito semplice da imparare nel poco tempo delle prove libere, e dal canto mio godo di un piccolo vantaggio avendoci girato già in occasione di qualche presentazione stampa.


TUTTI VICINI
Potevo anche fare il bullo, ma il vantaggio nel caso dei miei compagni viene subito annullato dopo un turno. Al secondo ingresso in pista, Arnoldi è già davanti, io non so più come definire questo pilota se non come uno dei più forti e sensibili che io conosca. Ma non crediate che Bellezza sia da meno: ripresosi definitivamente dall'incidente avuto durante l'inverno, il "beauty" si è rimesso a marciare fortissimo e questo ci rende un gruppo ancora più forte perché a Losail siamo davvero tutti li, nel giro di pochi decimi, segno che ormai il feeling tra noi, la moto e le slick Dunlop è ormai perfetto. Pochissimi altri team possono dire di essere altrettanto equilibrati.

SUBITO DAVANTI Fin dalle libere la gara sembra mettersi sui binari che avevamo immaginato, siamo subito davanti, secondi di categoria e sempre dentro nelle prime dodici posizioni assolute. I nostri avversari sono i soliti, che ormai conosciamo bene, il team Yamaha LTG 57 ce ha tre piloti velocissimi e il Team Suzuki Endurance Moto 45 che l'anno scorso ha vinto il campionato, due team molto forti e ben organizzati che però ad Oschersleben abbiamo già messo dietro.


CALDO ASFISSIANTE
Ma ogni gara è storia e sé e qui dobbiamo fare i conti anche con il clima. Di giorno il caldo è asfissiante, la pista non è faticosa in sé ma è la temperatura che non perdona. Le prove in notturna sembrano dare aria fresca ai polmoni delle moto e l'illuminazione più che valida (anche se per la Moto GP sarà ancora meglio) ci porta ad essere addirittura più veloci di notte che di giorno!!

QUALIFICHE PERFETTE Le qualifiche scivolano via senza troppi intoppi, al solito rinunciamo alle gomme supermorbide ma riusciamo comunque a centrare la migliore qualifica di sempre nel Mondiale. La media tra il 2:08:7 di Arnoldi, il 2:09:5 del sottoscritto, e il 2:09:7 di Bellezza ci valgono la dodicesima posizione in griglia. Siamo carichi, ma il bello deve ancora venire. Vi piace soffrire a voi dell'Endurance? E allora soffrite. La partenza avviene alla 14.00; non so se avete presente che caldo faccia da queste parti a quest'ora, siamo ben oltre i 35 gradi e per i piloti partenti aspettare il classico quarto d'ora della procedura di partenza con tuta e casco addosso equivale a fare una sauna completa. Al via subito un piccolo colpo al cuore, Arnoldi si tocca con Will Gruy pilota del Team Amadeus, caduta evitata per un soffio, siamo in gara.


ALTRO CHE ENDURANCE!
Appena partiti mentre noi stiamo a boccheggare ai box, sembra che per quelli in pista il caldo non esista nemmeno più, tutti a tirare come pazzi, manco fosse una manche di Superbike e Ivo non si tira certo indietro, lui adora il confronto diretto e naturalmente si ingarella subito con tutti quelli che gli capitano a tiro. Il contatto con Gruy gli ha fatto perdere qualche posizione, ma appena ha pista libera inizia a martellare come un fabbro un giro veloce dietro l'altro. 2.10, 2.09, 2.08.4 all'undicesimo giro con serbatoio ancora bello pieno è già più veloce che in prova ed è sempre uno dei 4/5 piloti più veloci in pista. Perché senza le gomme da tempo nemmeno gli altri possono fare più tanto gli splendidi.

QUASI ASTEMI A nemmeno un'ora di gara inizia la girandola delle soste ai box, e scopriamo anche che le moto concorrenti consumano più della nostra, evidentemente più a posto di mappature. Tutti si fermano, noi invece siamo ancora in pista, e allo scoccare della prima ora siamo addirittura quarti assoluti!! Sappiamo che non potrà durare, ma certo è una bella soddisfazione. Nonostante il caldo mortale, non cambiamo gomme, il pit stop ci costa solo 18 secondi e tocca a Bellezza un turno in cui amministrare meglio tempi e gomme per non ritrovarsi senza battistrada a metà turno ma nemmeno lasciare che gli altri si avvicinino troppo.


PIT STOP
Logico che non arrivi a girare sui tempi di Arnoldi ma i 2.09 stampati uno dietro l'altro ci fanno sorridere. Le nostre Dunlop ancora una volta mostrano di essere più forti del caldo. Altra sosta, cambio gomme, il 57 incalza, ma Max e gli altri (pochi ma buoni) sono grandi e impiegano ben un minuto in meno dei nostri avversari per il pit stop completo, un vantaggio che poi possiamo amministrare.

SOLE BASSO Quanto a me, mi tocca il solito turno del tramonto. Il sole negli occhi qui non è che faccia molto piacere, per qualche giro mi devo assuefare a staccare un po' alla cieca e al serbatoio pieno che mi cambia un po' i riferimenti della staccata. Con il passare dei giri scopriamo anche di essere stati pessimisti con i rapporti, nel senso che sono troppo corti. Dopo aver imparato meglio il tracciato, adesso arriviamo al limitatore un po' prima della staccata in fondo al rettilineo. Troppo tardi per cambiare, ora si corre così, cercando di alleggerire un po' il gas per evitare ogni volta di stressare inutilmente il motore. La luce scende e i miei tempi con lei, come è accaduto nelle libere riesco ad essere più veloce con il buio che con la luce.


LINEE GIUSTE
Cosa vuol dire imparare una pista conoscere le linee giuste!In prova guidavo impiccato e facevo una fatica boia, in gara guido rilassato ma passo nei posti giusti e senza fatica riesco ad essere costantemente più veloce. Moto e gomme funzionano alla grande, mi gaso, non mi sento secondo a nessuno e quando mi passa qualche big cerco di seguirlo dando il meglio di me. Così per una mezz'ora, dove finisco per essere costantemente più rapido che in prova fino ad arrivare a 2:08:6 un tempo che fino a ieri mi potevo solo sognare.

PRONTI A VINCERE Man mano che passano le ore la situazione si assesta e per noi si prospetta un risultato clamoroso, siamo primi della stock, e soprattutto noni assoluti, con ottime probabilità di raggiungere l'ottavo e il settimo che sono costantemente più lenti di noi. Insomma, ancora una volta siamo li a giocarcela con i big del mondiale. Noi, 8 persone contro tutti. Ma quando a 5 ore e 55 di gara il cambio molla il rientro mesto ai box mette fine all'avventura e apre le porte del podio ai nostri avversari. Del resto quando non gira non gira e quest'anno per noi non è proprio girata. Abbiamo goduto per le nostre prestazioni in pista e poi gli altri hanno portato a casa il risultato. Che altro dire? Meno male che è finito, messo in archivio, si volta pagina.


ANALISI FINALE
Mentre sbaracchiamo e ci prepariamo a lasciare il box, non possiamo che apprezzare i complimenti degli avversari, le pacche sulle spalle dei tecnici Dunlop e anche dei commissari della FIM. Certo la consolazione è magra, ma essersi guadagnati in due soli anni il rispetto degli "specialisti" della durata è comunque motivo di soddisfazione. La cassa con le moto è stata chiusa e con lei la stagione 2007. Dopo aver ringraziato ancora una volta tutti i fantastici ragazzi del team e tutti quelli che hanno creduto in noi, per il 2008 per ora possiamo solo continuare a sognare...


Pubblicato da Stefano Cordara, 12/11/2007
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