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Volkswagen Passat CC


Avatar Redazionale , il 20/01/08

16 anni fa - La Passat si fa coupé rimanendo una berlina

La Passat si fa coupé rimanendo una berlina e tenta il salto definitivo nell'upper class. Ispirata alla CLS, segna un unicum per la categoria: ricca di personalità e gadget tecnologici, con ampia scelta di motori diesel e benzina. Avanguardia o nuova moda?

NOME INGANNEVOLE Il tranquillizzate appellativo Passat conosce la sigla CC. Che non significa coupè cabriolet ma segna un format unico per la categoria e ancora poco diffuso: berlina con tetto schiacciato da coupé ma sempre quattro porte. Oppure coupé a quattro porte per rendere tutto più comodo senza rinunciare al look sportivo. Solo Mercedes con CLS ha osato tanto, e con successo, e ora Volkswagen rompe gli indugi nel segmento inferiore. Un'alternativa ai classici canoni: immagine glamour e praticità quasi intatta. Una boccata d'aria fresca. Svelata a Detroit si fa notare per il ripieno di tecnologia e l'ampia scelta di motori. E per uno stile che conferma il nuovo corso di Wolfsburg: non più auto simili pantografate una sull'altra ma personalità definite per segmenti, e clienti, differenti.

VISO PERSONALE A cominciare dal viso, dove si incontrano lineamenti tipicamente Volkswagen con un impianto muscoloso e teso a segnare la natura sportiva dell'incrocio tra berlina e coupè. La calandra a doppi listelli orizzontali scende decisa e sottolinea la bombatura a V del cofano. Non mancano prese d'aria e gli occhi trapezoidali lievemente "Diabolik", che insieme ai rigonfiamenti - che sottolineano i passaruota - e una linea di cintura arcuata come il tettosegnano una freschezza stilistica sconosciuta alle classiche tre volumi. Anche la linea del parabrezza che prosegue nel tetto arcuato e abbassato di 50 mm rispetto alla berlina contribuisce a definire una volumetria "svelta".La lunghezza dice 4.796 mm mentre la larghezza 1.856 e l'altezza 1.420.

PORTAMENTO DI CLASSE Il passo rimane uguale a quello della berlina, ma la vista di profilo trova linfa e presenza scenica in quella che gli stilisti chiamano "linea tornado": un'ulteriore nervatura che taglia in due la superficie metallica della fiancata, sottolineando la posizione ribassata delle maniglie. Il padiglione rastremato che si congiunge con un terzo volume quasi da fastback completa l'azzardo stilistico. Se non fosse per i classici segni di riconoscimento Volkswagen, una pulizia formale comunque rigorosa e i fanalini col "doppio tondo rosso", si potrebbe equivocare con qualche altro marchio nipponico...o con la stella. Il doppio scarico rigorosamente tondo che chiude il posteriore, uno di destra e uno di sinistra, fornisce invece la scusa per parlare dei motori.

TDI, FSI, TSI Turbodiesel ora common rail (Euro 5), iniezione diretta di benzina, turbo benzina (Euro 4) alloggiano indifferentemente sotto il cofano, con potenze variabili tra i 140 e i 300 cavalli. Oltre al tradizionale due litri TDI in due livelli di potenza (140 e 170 cv) potrebbe risultare interessante - per una motorizzazione entry level solo in apparenza - anche l'1,8 litri turbo da 160 cavalli, con prestazioni comunque all'altezza (222 km/h di punta massima, 0-100 in 8,6 secondi e 250 Nm di coppia, con consumi contenuti entro i 7,6 litri per 100km).La versione da 300 cavalli, con il tre litri a benzina, sembra pensata apposta per i mercati americani o per chi da noi vorrà giocare a nascondino seguendo i migliori dettami dell'understatement. Disponibile pure il classico e generoso cuore GTI da due litri e 200 cavalli.

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PERSONALIZZATA Sotto il profilo meccanico rimane la scelta tra i cambi manuali a 6 marce, il DSG e le solite opzioni su cerchi e pneumatici. Crescono anche le carreggiate (11 mm all'anteriore e 16 al posteriore) a testimoniare la ricerca di un'impronta davvero sportiva. Considerando l'abbassamento della linea del tetto difficilmente si potrà parlare di comportamento stradale indistinguibile dalla berlina. Soprattutto grazie alladotazione tecnologica che riguarda non solo la gadgettistica: il Dynamic Drive Control - di serie sulle versioni con più di 170 cv - consente tramite il solito pulsantino magico di regolare assetto, risposta dell'acceleratore e dello sterzo in base ai gusti del momento.

TASTINO MAGICO Normal, Comfort e Sport sono le tre modalità autoesplicative: in "Normal" l'adattamento è continuo sulla base delle rilevazioni dei sensori. In alternativa si può scegliere tra il "mangiacordoli" o le morbidezze da limousine. Ecco le componenti necessarie per definire le multiple personalità: quattro ammortizzatori con il controllo della mappatura, un modulo di comando gateway che funge da interfaccia con le reti di trasmissione dati CAN, tre sensori per la misurazione degli spostamenti delle ruote, tre sensori per la misurazione dei movimenti della scocca e un modulo di comando per il controllo delle sospensioni. Le modalità scelte sono indicate sul quadro strumenti ridisegnato apposta per la CC.

ELETTRONICA APPLICATA Le meraviglie tecnologiche non finiscono qui: non si tratta di anteprime assolute ma di tanti pensieri gentili per la sicurezza attiva e passiva (a cui pensano airbag e scocca rigida). Dal classico ESP al Lane Assist che consente di mantenere la traiettoria all'interno della corsia "svegliando" il conducente e controsterzando se necessario, in caso di sonnolenza improvvisa. Passando per il radar che - in accordo con la sensoristica - regola la velocità tarandosi sul veicolo che precede l'auto in un range predefinito dal guidatore, e inoltre pre-allerta i freni in caso di rallentamento improvviso.Per chi ama la vita comoda non manca il sistema di assistenza al parcheggio con sensori e telecamera "annegata" all'interno del logo VW. Navigatore e sistema multimediale touch-screen dotato di Hard Disk completano la sibaritica dotazione di serie o optional.

INTERIOR DESIGN Una proposta chiccosa come la Passat CC non poteva limitarsi a riproporre virtù e vizi degli interni conosciuti. Oltre al quadro strumenti ridisegnato e alla dotazione tecnologica, spiccano interni pensati per coccolare i 4 occupanti, compresi gli ospiti del divano posteriore. I sedili climatizzati con microventilatori interni sono una primizia fino a ieri riservata all'alto di gamma, optional come i giochi di illuminotecnica che arrivano a creare atmosfere soffuse per gli occupanti. Mentre il tetto in vetro si apre "a botola": per chi - di nascosto e grazie ai vetri oscurati - vorrà accendersi il suo sigaro. Perché qui nessuno parla di scelta iper-razionale, moderata, senza emozione. La Passat in variante avanguardista getta la maschera: lo sconfinamento nel segmento premium è consapevole e senza esitazioni.


Pubblicato da Luca Pezzoni, 20/01/2008
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