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Salone di Ginevra 2012: il bilancio finale


Avatar Redazionale , il 16/03/12

12 anni fa - Ecco cosa ha detto l'82esima edizione del salone

Le regine del salone, le realtà emergenti, i top e i flop. Di carne al fuoco ce n'è tanta, ma il salone di Ginevra 2012 lascerà il segno? Facciamo il punto con un video.

CHI VIVRA’ VEDRA’ L’82° Salone di Ginevra passa agli archivi e non è ancora chiaro se sia destinato o meno a lasciare un segno indelebile nella storia dell’auto. Sarà per le nubi che si addensano sul settore dell’auto in Europa, sarà perché le Case stanno ancora prendendo le misure a un mercato in profonda evoluzione, fatto sta che l’impressione che si ha al ritorno dal Salone è che sulla passerella elvetica manchi il vero colpo di scena. Ciò non toglie, però, che le novità succose per quest’annata siano molte e che, tra loro, tante abbiano argomenti far parlare molto di sé.

POLTRONA PER DUE A giocarsi il ruolo di reginetta del Salone sono probabilmente due macchine: la favoritissima Ferrari F12berlinetta e la nuova Porsche Boxster nei panni dell’otsider. Piaccia o non piaccia, a scaldare di più il cuore degli appassionati  sono sempre le sportive. E poco importa che di quest’ epoca i loro costi d’acquisto e di gestione le rendano sempre più oggetti elitari: democraticamente, sognare non costa nulla e lo si può fare senza che la Finanza alzi le antenne.

COREANI SUGLI SCUDI Abbassando il tiro, il 2012 si annuncia un anno di grande fermento tra le compatte. A Ginevra hanno debuttato due scontate protagoniste della fascia premium, ovvero l’Audi A3 e la Mercedes Classe A. Se la prima si rinnova più sotto la pelle che non a livello estetico, la seconda fa invece tabula resa e con la terza generazione rinuncia alle forme da monovolume tascabile per sfidare le rivali a due volumi sul loro stesso campo, con uno stile moderno e sportivo inusuale per un’auto Stellata. A contendere loro flash e clienti c’è la Volvo V40, con un curioso taglio della coda che strizza l’occhio alle station wagon e con un innovativo airbag a ferro di cavallo che esce dal cofano per tutelare i pedoni in caso d’investimento.  Tra le outsider, invece, riflettori puntati sulla Kia cee’d, proposta anche in variante familiare, come pure la cugina Hyundai i30, nuove portabandiera dell’avanzata coreana sul mertcato.

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FRANCIA VS. ITALIA Nel segmento B e dintorni, a movimentare la scena per quest’anno provvedono la Fiat 500L e la Peugeot 208. L’italiana cavalca l’onda del successo del Cinquino riproponendo la sua simpatia in formato famiglia, con cinque porte e un’iniezione di praticità che non guasta mai. La francese, dal canto suo, manda in pensione la 207 e il suo frontale nasuto per segnare anche un’inversione di tendenza che non è solo stilistica. Il dietrofront porta a dimensioni più compatte e a una riduzione del peso, a tutto vantaggio dell’abbattimento dei consumi e delle emissioni. Dopo il Salone di Ginevra, in questa specialità c’è però una nuova campionessa. E’ la Toyota Yaris Hybrid, che è anche la prima utilitaria full hybrid di serie della storia e che scarica nell’aria soli 79 g di CO2 al chilometro, un record assoluto tra le auto a motore termico.

FLOP DI LUSSO Per le Suv e le crossover quest’edizione è stata un po’ in sordina. Degna di nota è più che altro la prémière delle gemelle diverse della Mitsubishi ASX, ovvero la Citroen C4 Aircrosse Peugeot 4008, quest’ultima, però, destinata a non arrivare in Italia. A dar loro filo da torcere ci sarà anche la Opel Mokka, che va a rinfoltire le fila delle piccole tuttofare. Alla categoria appartiene poi anche quella che è forse la proposta più discussa - e soprattutto più discutibile - del Salone, ovvero la Bentley EXP 9F. Con questa concept l’aristocratico marchio inglese prova a cimentarsi con le tuttoterreno, sfornando però una proposta giunonica e francamente pacchiana. Tra i prototipi sono sicuramente più riusciti la Pininfarina Cambiano e la Bertone Nuccio, esempi di come, ancora una volta, il made in Italy sappia dettare legge in fatto di stile. Con Giugiaro, a questo giro, a fare eccezione a questa regola.

ELETTRICITA’ POTABILE Ultima ma non meno importante, a dare un po’ una scossa all’ambiente arriva la Renault Zoe, prima auto elettrica di serie concepita sin dal primo istante per essere alimentata a batterie. Se sarà poi anche la prima elettrica a diventare un best-seller è presto per dirlo. Quel che è certo è che i suoi numeri possono per la prima volta allettare il grande pubblico: 88 cv, 135 km/h e 160 km di autonomia bastano per le esigenze di molti e 21.650 euro più 79 euro al mese per il noleggio delle batterie sono una cifra tutto sommato ragionevole. Forse quella che fino a ieri era l’auto del futuro sta diventando l’auto del presente…


Pubblicato da Paolo Sardi, 16/03/2012
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