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Dacia Lodgy, ora anche in video


Avatar di Andrea  Rapelli , il 20/05/12

11 anni fa - Con la Dacia Lodgy la Casa rumena entra a gamba tesa nel segmento delle MPV compatte.

La Dacia Lodgy punta tutto sulla sostanza e spazio interno. Il condimento? Robustezza e praticità. Con il plus di prezzi da hard-discounti.

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FATE LARGO Il marchio low cost di Renault non ha bisogno di presentazioni: oggi sbarca nel segmento delle MPV compatte con la Dacia Lodgy. Pensata per le famiglie grandi numeri (può avere 7 posti) che non si lasciano abbindolare dall'importanza del marchio stampigliato sul cofano, offre robustezza e praticità. Condita con prezzi da leccarsi i baffi.

IN SALITA Amalgamare 7 posti, carrozzeria da furgonetta e una lunghezza di quattro metri e mezzo non dev'essere stato facile per i designer. Alla fine, il risultato è suscettibile di qualche miglioramento: con tutta probabilità la Dacia Lodgy non passerà ai posteri come “multispazio più affascinante del terzo millennio”. Le fiancate ricordano qualcosa della Scenic (anche nelle dimensioni) mentre frontale e coda non impressionano per qualche tratto in particolare. Con tutta probabilità, all'utente medio piacerà così.

C'E' POSTO PER TUTTI Basta aprire la porta per cambiare totalmente opinione sulla Dacia Lodgy: che vi troviate a trasportare un manipolo di esperti critici culinari o alcuni giocatori NBA, difficilmente avrete problemi di spazio. Perché la disponibilità di centimetri è ok in tutte le direzioni, davanti, dietro e di lato. Se poi vi dovesse pungere vaghezza di viaggiare in 7 (optional da 500 euro) basterà mettere in posizione i due sedili di terza fila e abbattere quelli della seconda per accedervi. Non ci metterete molto a notare che l'ingresso è piuttosto semplice e, una volta accomodati, anche le taglie forti avranno un ampio agio per testa e gambe. La promozione in abitabilità è a pieni voti, dunque.

BELLE EPOQUE Semmai, una delle cose più difficili, nella convivenza con la Dacia Lodgy, potrebbe essere quella di riabituarsi a piccole durezze quasi d'altri tempi. Passino la plancia in plastica rigida (anche perché è ben assemblata) e il clacson sul devioluci di sinistra o l'assenza della temperatura esterna, tuttavia i sedili hanno gran parte dei telai a vista – compresi i ganci di sblocco – e alcuni stampaggi delle plastiche in plancia sono fin troppo ruvidi al tatto. Ciò che conta, comunque, è che il tutto sembri pensato per durare.

QUI TRASLOCHI In questo campo proprio non la freghi, la Dacia Lodgy. In versione 7 posti ci sono comunque 207 litri a disposizione (buoni per due bagagli a mano morbidi) mentre a 5 la capacità del vano arriva a ben 827 litri, per raggiungere quota 2.617 se a viaggiare ci sono solo i passeggeri anteriori. Senza dimenticare la disponibilità dei portaoggetti: ce ne sono sul tunnel centrale, sopra la plancia e nelle portiere, per un totale che può arrivare fino a 30 litri. A voler esser pignoli si poteva prevedere, vista la cospicua altezza interna, un tascone in plastica appena sopra lo specchio retrovisore centrale per stivare altre cianfrusaglie.

DOPPIA COPPIA A spingere la Dacia Lodgy ci pensano tre motori, due benzina e una a gasolio. I primi sono il 1.600 MPI a iniezione indiretta da 85 cv (7,1 l/100 km, 165 g/km) e nel pimpante 1.2 TCe da 115 cv (i dati sono in attesa di omologazione, si parla di 5,8 l/100 km e 135 g/km) mentre dalla parte del gasolio c'è il solito, collaudatissimo 1.5 dCi, da 90 cv (4,2 l/100 km e 109 g/km) e 110 cv (4,4 l/100 km e 116 g/km) quest'ultimo con cambio a 6 marce. L'automatico? In futuro dovrebbe arrivare un semplice robotizzato.

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RAGIONARE LOW COST Gli esperti del marketing non aspettavano altro: lo specchietto per le allodole, quello che dovrebbe attirare la gente in concessionaria, è il prezzo della Dacia Lodgy 1.6 MPI, regolarmente ordinabile, fissato a 9.900 euro. Di serie ci sono 5 posti, 4 airbag, ABS, paraurti in tinta, alzacristalli manuali, copricerchi in plastica, servosterzo e kit di gonfiaggio pneumatici. Stop. L'Ambiance, allestimento intermedio – disponibile con il 1.6 MPI e i due 1.5 dCi – aggiunge la plancia bicolore, il vano lato passeggero con sportello, il computer di bordo, alzacristalli anteriori elettrici, chiusura centralizzata e limitatore velocità (non il regolatore, inspiegabilmente assente). Ma per avere fresco d'estate occorre sempre aggiungere gli 850 euro del clima. La top di gamma Laureate si arricchisce di tocchi di stile, clima manuale e sedile conducente regolabile in altezza. Per un prezzo che va dai 12.250 euro con il 1.6 MPI da 85 CV ai 14.850 con l'1.5 dCi da 110. Ed è proprio questa che le concessionarie venderanno di più, secondo gli uomini Dacia.

OPTIONAL DA POCO Nel senso che eventuali integrazioni sono in linea con la vocazione al risparmio del mezzo in questione. Se l'ESP costa 300 euro (ordinabile su tutte e purtroppo di serie su nessuna) i 7 posti sono offerti a 500 euro e il sistema di navigazione con schermo touch da 7 pollici sviluppato da LG, chiaro e veloce nel ragionamento, comporta un surplus di 450 euro. Ma quest'ultimo si può avere solo in combinazione con Ambiance e Laureate. Volendo, non mancano sensori di parcheggio posteriori (300 euro), cerchi in lega da 16” (400) vetri posteriori elettrici (110)...

ACCOGLIENZA FREDDINA L'animo taccagno della Dacia Lodgy vien fuori anche quando ci si aggiusta il posto guida. Perché il volante non si regola in profondità, lo schienale si aggiusta a scatti e alzare il sedile lato guida è un lusso che può concedersi solo l'allestimento Laureate. In ogni caso, se siete capaci di accontentarvi, non avrete grossi problemi. Nemmeno nella visibilità, grazie all'ampia vetratura. Fa un po' specie scorgere, dal posto guida, i leveraggi di apertura del cofano motore, scoperti a causa del particolare design del cofano stesso.

SCELTE DIFFICILI Sulla carta, la versione più potente dell'1.5 dCi sembra destinata a far sfracelli, in termini di vendite. Eppure, dopo pochi chilometri sembra che questo 4 cilindri abbia perso la proverbiale verve che lo ha sempre caratterizzato nella parte bassa del contagiri. In parole povere, la spinta arriva, corposa, solo a quota 2.000 giri, costringendo a lavorare un bel po' con il cambio, accompagnato da una frizione piuttosto pesante. Rumorosità e vibrazioni, invece, non preoccupano. In definitiva, meglio puntare altrove.

FRATELLINI Saltare sull'1.5 dCi in versione 90 cv è come scoprire il mare luccicante della Sardegna dopo secoli di gite a in acque torbide: l'effetto lag diminuisce sensibilmente, la verve non manca – dai 1.600 giri in su ce n'è d'avanzo per il traffico odierno – e neppure le prestazioni velocistiche sembrano accusare troppo il colpo. Il caratteristico ticchettio del diesel è presente, d'accordo, ma di vibrazioni nemmeno l'ombra. Tuttavia, il vero maestro di fluidità è l'1.2 TCe da 115 CV: dalla sua, una regolarità nell'erogazione della potenza quasi elettrica, senza scalini o picchi fastidiosi. Così, si può evitare di giochicchiare inutilmente con il cambio, comunque ben manovrabile, quando non è necessario. Per chi percorre pochi chilometri all'anno, sembra la scelta giusta: rispetto all'1.5 dCi da 110 CV, in allestimento Laureate (la Ambiance con il TCe non si può avere) si risparmiano 900 euro. Che si assottigliano a 400 se nel ballottaggio entra l'1.5 dCi da 90 CV.

TUTTA SOSTANZA Postulato fondamentale: una Dacia non s'acquista per smanettare tra i tornanti. Ciò detto, la Lodgy non si spaventa affatto quando la strada s'attorciglia. La taratura delle sospensioni non è mollacciona e il rollio, in curva, è tutto sommato contenuto. Così, si scivola piuttosto spediti tra una piega e l'altra, con il limite principale nello sterzo, lento e poco comunicativo. Chiacchierare con i passeggeri non sarà mai un grosso problema, vista l'insonorizzazione da aria e pneumatici piuttosto curata. Neppure le vertebre reclameranno troppo su tombini e pavé: gli ammortizzatori hanno timbro sonoro sordo e assorbimento più che accettabile.


Pubblicato da Andrea Rapelli, 20/05/2012
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