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Honda CBR600F 2011


Avatar Redazionale , il 09/03/11

13 anni fa - Su strada con la Honda CBR600F, rinata sportiva stradale

Sportiva vera, ma non estrema come le derivate dalla Supersport. E' così la nuova carenata Honda dal nome blasonato: veloce, solida e persino confortevole. Bentornata Honda CBR600F!

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DA SPORTIVA... Quando nacque, nel 1987, la Honda CBR600F era una sportiva vera, nonostante dichiarasse poco meno di 90 cavalli di potenza massima. Poi, l'arrivo delle varie RR ha modificato il suo ruolo all'interno della gamma Honda, quasi fosse una Sport Touring. Finché è rimasta in listino, comunque, la Honda CBR600F ha sempre fatto molto bene sul mercato, tanto è vero che delle oltre 537.000 600 sportive vendute dall'87 in Europa, ben il 38% (231.000 o giù di lì) sono state CBR600F. Il merito di questo successo è poi dovuto proprio alla sua versatilità, nonostante in termini di prestazioni pure la cugina supersportiva l'avesse oscurata un po'.

...A SPORT TOURING Tuttavia, ora che le supersportive di media cilindrata sembrano però avere imboccato un vicolo cieco a causa della loro esasperazione, moto come la Honda CBR600F potrebbero trovare maggiori sbocchi sul mercato. La virata verso modelli meno esasperati di tutte le Case appare infatti netta ed evidente, perché il motociclista tipo sta invecchiando anche in Italia e apprezza maggiormente qualcosa di più versatile piuttosto che modelli esasperati.

LA HORNET SI RIVESTE  Il mercato dove la CBR600F si va a inserire è quello delle Sport touring di media cilindrata, un mercato in cui al momento operano più o meno tutti gli altri marchi giapponesi (Kawasaki ER-6F, Yamaha Diversion F, Suzuki GSX650F). La prassi vuole che per ottenere le Sport Touring si parta sempre da una naked debitamente modificata e rivestita. Una ricetta che ha utilizzato anche Honda che però a differenza della concorrenza non è partita da una moto entry level (ne suo caso poteva essere la CB600F) ma dalla Hornet, suo cavallo di battaglia da sempre nel segmento delle naked 600. Va da sé che la Honda CBR600F offra quindi qualcosa in più rispetto alle concorrenti dirette, come il telaio in alluminio, ad esempio o un motore che può vantare nobili origini sportive ed è capace di erogare 102 cv a 10.000 giri.

ANCHE CON ABS La CBR600F condivide quindi tutta la base tecnica con la Hornet (e anche la leggerezza, perché il peso si ferma a 206 kg in ordine di marcia) da cui si distacca per piccole cose, come ad esempio l'interasse aumentato di 2 mm (da 1435 a 1437 mm). Anche il codino è in comune con quello (nuovo) della Hornet, mentre cambia il serbatoio, curiosamente più piccolo di quello della Hornet (18,4 litri contro 19) visto che la CBR600F non dovrebbe disdegnare anche qualche viaggetto. Ovviamente arriva una carenatura integrale a vestire il tutto. Tra le dotazioni da segnalare il cruscotto completamente digitale (anche questo in comune con la nuova Hornet) e una versione dotata di ABS.

LAVORO DI FINO Scorrendo la scheda tecnica, perciò, si nota come il lavoro dei tecnici si sia concentrato principalmente sull'avantreno e sul dare una nuova impostazione di guida alla Honda CBR600F, rispetto sia alla Hornet d'origine, sia alla cugina cattiva CBR600RR. Queste tre moto condividono la quota della distanza fra sella e pedane, mentre è unico per ognuna la distanza longitudinale fra il piano sella e il manubrio, oltre che la distanza in altezza fra quest'ultimo e il  piano di seduta. La CBR600F, dunque, è quella più distesa fra le tre moto (il manubrio dista dalla sella 720,5mm), mentre la posizione del manubrio è intermedia fra l'altezza di quello della CBR/RR e quello della Hornet.

IL PREZZO C'E' (QUASI) Per ottenere questo risultato sono stati allungati i foderi della forcella, che ora ospitano alla loro sommità una coppia di semimanubri. La forcella stessa ha anche una nuova taratura, per gestire il peso della carena e la sua nuova lunghezza. La CBR600F, poi, ha una distribuzione dei pesi leggermente diversa da quella della Hornet. Come si vede le modifiche rispetto alla nuda non sono radicali ma riescono comunque a dare una identità propria a questo nuovo e importante modello, che ha il compito di riavvicinare i motociclisti alle sportive stradali. Per farlo la CBR600F mette sul piatto una bella dose di cavalli, una ciclistica di sana costituzione, una linea piacevole e un prezzo allettante, se paragonato a quello delle Supersport con frecce e specchietti: 8.590 euro f.c. per la versione base, 9.190 per quella con C-ABS. La CBR600RR costa oltre 2.000 euro in più, ma le concorrenti più vicine per indole e stile sono più economiche, pur avendo prestazioni inferiori.

UN LAVORO BEN FATTO Non bisogna fermarsi al primo sguardo quando ci si avvicina alla CBR600F, perché si rischia di rimanere delusi dalle sue forme relativamente semplici e poco aggressive. In realtà, la carena studiata per questa moto ha molti spunti interessanti e - a mio parere - andrebbe meglio valorizzata da grafiche meno minimali e con un minor uso del colore bianco. In ogni caso, uno sguardo meno fugace svela finiture gratificanti, accoppiamenti precisi e un senso di lavoro "ben fatto" che mette subito a proprio agio. Certo, alcuni componenti nella zona del manubrio non sono perfettamente up-to-date, ma un minimo di compromesso pare anche accettabile, visto il risparmio che si ottiene scegliendo la CBR600F e non una delle cattivissime Supersport 600 in commercio.

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TIMONE LARGO La posizione di guida è quella che ci si attende da una sportiva stradale che strizzi l'occhio alle più grosse Sport touring. Qui, però, i semimanubri sono veramente larghi e aperti, dimostrandosi un timone ottimo sia alla guida, sia nelle manovre a bassissima velocità, o da fermo. La loro quota è più alta rispetto a una Supersport, ma non troppo, per cui la posizione che si assume in sella è comunque attiva e caricata verso l'anteriore. Bello anche il feeling con il nuovo serbatoio, le cui forme a tratti netti danno una bella immagine alla moto e diventano funzionali quando si guida sul serio e bisogna "sentirla" con le gambe e le braccia.

FENDE MEGLIO L'ARIA Il motore, rispetto alla Hornet, non è cambiato, per cui le sensazioni che si provano sono del tutto simili a quelle della nuda recentemente rinnovata. Sulla CBR600F, tuttavia, la presenza della carena migliora significativamente la penetrazione aerodinamica, per cui il leggero aggravio di peso (8 kg) viene ampiamente compensato da una capacità di fendere l'aria molto più alta. Con ogni probabilità, quindi, le performance pure delle due moto  si potrebbero sovrapporre, mentre la carenata dovrebbe avere un minimo di vantaggio in più in quelle situazioni dove conta l'aerodinamica.

PIANTATA A TERRA Sulla CBR600F si avverte subito il maggior carico di peso sull'avantreno rispetto alla nuda, ma la cosa non disturba affatto e anzi, regala alla moto una bella sensazione di solidità e rigore. Chi sceglie una nuda, infatti, lo fa anche per il carattere "nervoso" e reattivo che hanno le naked, ma chi preferisce una sportiva stradale carenata lo fa anche perché - si presume - vorrà farci del turismo, per cui una maggiore stabilità può essere apprezzata. Soprattutto se a questa si abbina anche una piacevole agilità e una capacità di affrontare le curve con piglio sportivo, molto vicino a quello delle vere Supersport. La nuova CBR600F offre, in definitiva, tutto questo.

ACCONDISCENDENTE Lo sterzo è solido fra le mani, ma non si appesantisce mai troppo come sulle varie "RR" pronto-pista. Allo stesso tempo, le quote ciclistiche non sono così estreme da richiedere velocità siderali per trovare il loro perfetto equilibrio dinamico. Sulla CBR600F si può, quindi, passeggiare tranquillamente guardando il panorama - senza che vi venga il torcicollo... - ma anche stuzzicare la parte alta del contagiri e impegnarsi fra le curve. La moto asseconderà sempre il vostro stato d'animo e ha le carte in regola per non trovarsi a disagio in nessuna situazione.

SQUADRA IL CERCHIO L'assetto, per esempio, è sostenuto ma non eccessivamente rigido e si può persino agire sui registri per incattivirlo ancora un po', oppure per privilegiare l'assorbimento delle asperità. Il motore, dal canto suo, è forse il miglior 600 degli ultimi anni e pare aver trovato la quadratura del cerchio se si considera la sua linearità, la sua prontezza di risposta e le performance che offre una volta superati gli 8.000 giri. Oltretutto consuma anche poco, se è vero che tutte le moto presenti al lancio stampa hanno coperto gli oltre 200 km del percorso previsto con un consumo compreso fra i 13 e poco meno di 11 litri di carburante.

LA STRADA E' IL SUO REGNO La destinazione della CBR600F è, dunque, puramente stradale ed è questo il suo pregio maggiore. Ciò non toglie che non sfigurerebbe nemmeno fra i cordoli di un circuito, tanto è vero che da questa stagione correrà a fianco della Hornet nei trofei Honda. Non si tratta di una forzatura nel caso della CBR600F - come del resto non lo è nel caso della Hornet - bensì serve a sottolineare che il terreno d'elezione di questa moto sono le strade aperte al traffico, mentre la pista rimane un luogo dove andare di tanto in tanto per divertirsi in piena sicurezza. Qui la nuova sportiva stradale Honda saprà difendersi, ma chi l'acquisterà ne potrà godere anche nel commuting urbano, in una vacanza in coppia, o su qualche passo di montagna dal numero infinito di curve.

CARATTERE PROPRIO Del resto, la base Hornet è riconoscibile, ma la CBR600F riesce a trovare una sua interpretazione della guida che la rende diversa e perciò apprezzabile anche da motociclisti diversi. Sostanzialmente è comoda, perché la carena protegge bene e le vibrazioni non sono mai eccessive. Poi è sicura, perché l'eccitante reattività della nuda ha lasciato il posto a una guidabilità concreta e sempre affidabile. Infine, ha comandi sempre facili da interpretare ed efficaci: la frizione, il cambio e l'impianto frenante non vanno "capiti" prima di poterli usare in scioltezza, ma, anzi, mettono subito a proprio agio chi guida. Fra questi, un plauso va soprattutto all'impianto frenante e se il vostro budget ve lo permette, optate per la versione ABS. Non ve ne pentirete.


Pubblicato da Michele Losito, 09/03/2011
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