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Prova

Yamaha YZF R125


Avatar Redazionale , il 04/03/08

16 anni fa - Look strappacuori per la piccola R

L'ottavo di litro della Casa di Iwata è stata sviluppata secondo gli stessi concetti alla base delle più grosse R6 e R1. Si completa così la "serie R" del produttore giapponese, che ora offre il prodotto giusto dal neofita fino al pilota più smaliziato.


MADEIN EUROPE
Il progetto della YZF-R 125 è natoe ha proseguito il suo iter, dai primi bozzetti fino alla linea diproduzione, totalmente nel vecchio continente. E che questa motosia stata pensata prevalentemente per i giovanotti occidentali lo sicapisce bene guardandone le dimensioni complessive e la sostanzache trasmette una volta in sella. Un dato su tutti sottolineal'attenzione Yamaha in questo senso: l'interasse della YZF-Rmisura 1.355 mm, allineato quindi a quello della concorrenza a duetempi più sportiva, e capace di offrire tanto spazioabitabile anche ai ragazzi più longilinei.

CAVALLIALLA BRIGLIA
Dovendo proporre una 125 al passo coitempi, cioè dotata di potenza massima limitata a 11 kW e gasdi scarico ad impatto zero o quasi, in Yamaha non hanno avuto dubbi,puntando decisamente in direzione dei 4 tempi. La nuova YZF-R125 monta, perciò, un nuovo monocilindrico, il primo per ilcostruttore giapponese dotato di singolo albero a camme in testa etestata a quattro valvole, nonché iniezione elettronica.Un motore raffinato e che non ha legami con quelli giàpresenti su altre moto di pari cilindrata Yamaha - le serie XT eYBR - ma imparentato invece con la moderna unità montatasullo scooter X-City, della quale riprende la parte termica.


DUETEMPI ADDIO
D'altro canto, a livello europeo illimite di potenza per questa categoria di moto è ormai unfatto assodato e, messi in soffitta i (bei) tempi in cui una 125poteva arrivare a superare i 30 cavalli all'albero, ostinarsi sullatecnica del due tempi non avrebbe più avuto molto senso. Persolo stimolo della ricerca della frazione di cavallo in più,quindi, l'impegno progettuale si è rivolto a renderequesto propulsore godibile nell'uso quotidiano, grazie a curve dicoppia e potenza il più possibile piene. Il risultato, nelcaso del nuovo motore Yamaha, è un valore di coppia massimadichiarato al vertice della sua categoria e pari a 1,25 kgm a 8.000giri.

SCARICO BASSO
Nulla è stato lasciato al caso e la piccola sportiva diIwata può sfoggiare un corredo tecnico di tutto rispetto:dalla citata testata SOHC a quattro valvole con iniezioneelettronica, fino al sistema di immissione dell'aria neicondotti di scarico, al doppio catalizzatore e al contralbero diequilibratura. È nuovo anche il cambio a 6 rapportie, sull'onda di quanto fatto con la cattivissima R6, il terminaledi scarico corto e tozzo spunta da dietro la pedana destra.Particolare cura è stata posta nella scelta delle misure dialesaggio e corsa (rispettivamente di 52x58,6) per offrire unmotore che girasse forte (il limitatore stacca a 10.500 giriindicati) ma che avesse anche coppia ai medi regimi.


TELAIOVERO
A dare importanza alla moto ci pensa anche ilben dimensionato telaio in acciaio, disegnato secondo lo schemaDeltabox e abbinato ad un forcellone in alluminio dalle formesucculente, messe in evidenza dalla posizione del silenziatore,il quale a sua volta contribuisce ad ottimizzare la distribuzione deipesi sulla moto, che a secco pesa 126 kg. Meno raffinate lesospensioni, che utilizzano elementi semplificati - la forcellaè tradizionale con steli da 33 mm - e privi diregolazioni. La taratura di base è stata fatta ipotizzandoun pilota di 75 kg di peso, non pochissimi in effetti per unsedicenne... Non male, comunque, la corsa utile, rispettivamente di130 e 125 mm davanti e dietro.

GOMMESLIM... All'immagine curata e "adulta" dellamoto, perciò, non corrispondono sospensioni altrettanto allostato dell'arte. E lo stesso discorso vale per le gomme, dato chela Yamaha con le sue 100/80 anteriori e 130/70 posteriori si poneun gradino più in basso rispetto ad Aprilia RS, CagivaMito e la "sovradimensionata" Hyosung Comet GT/R, malasciandosi perlomeno dietro la sottilissima Honda CBR 125. MichelinPilot Sport o Pirelli Sport Demon, le gomme scelte come primoequipaggiamento.


...FRENI LARGE
Va meglio la dotazione a livello di freni, dato che per frenareeventuali bollenti spiriti si può contare su una pinzaanteriore Brembo a doppio pistoncino, una pompa anch'essabergamasca e un disco da ben 292 mm. Sull'asse posteriore,invece, troviamo un disco da 230 mm e una classica pinza a singolopistoncino. Sono poche le concorrenti che riescono ad offrire unadotazione di questo tipo.

INMINIATURA Tralasciando alcunesemplificazioni tecniche - giustificate peraltro dal livello dipotenza limitato in assoluto - bisogna rendere atto agli uominiYamaha di essere riusciti a riprodurre sulla loro YZF-R 125 lo stilee l'appeal delle moto sportive di Iwata. Il merito non èsolo di forme molto vicine a quelle di una R6 o ad una R1, ma anche esoprattutto per l'equilibrio stilistico che è statotrovato e la cura con cui viene realizzata la moto. Sostanza cen'è, quindi, oltretutto proposta ad un prezzo che la rendecompetitiva nei confronti delle più lussuose due tempi: 3.971euro chiavi in mano.


WETRACE?
Quando ho letto l'invito stampa per provarela nuova Yamaha YZF-R 125 sono rimasto abbastanza perplesso. Perchéci mandano a girare in pista a Valencia quando da gestire ci sonosolo una quindicina di cavalli? Sarà. In effetti, poi, hoscoperto che il giro prevedeva un'ottantina di chilometri sustrada, fino al circuito, dove avremmo provato la moto su untracciato per Kart che si trova nei paddock. L'idea non era male,peccato che la mattina del test ci siamo svegliati sotto undiluvio universale...

PREGOSI ACCOMODI
Svanita l'ipotesi di qualche gustosapiega ginocchio a terra, mi sono quindi concentrato a capire ilcomportamento della moto nelle condizioni di utilizzo piùcomuni nelle quali, presumibilmente, verrà guidata. Giàdai primi momenti in sella si apprezza l'ergonomia azzeccata diquesta piccola 4 tempi. C'è tanto spazio in sella e isemi manubri sono larghi e poco spioventi. Solo le leve erano montateun po' troppo alte - una cosa facilmente rimediabile - mentrealla portata di tutti è anche l'altezza della sella(posta a 818 mm) e conseguentemente l'appoggio a terra deipiedi.


RITMO BASALE
Meno soddisfacente è invece il suono che esce dalloscarico. Le restrizioni di legge tarpano infatti eccessivamentele possibilità canore del piccolo monocilindrico, il quale,peraltro, sale di giri con una certa flemma anche in folle,segno che i cavalli che dichiara non sono frutto di una "decimazione"voluta, ma di un progetto con il limite di legge come obbiettivo.

CAMBIO A DUE FACCE
Fortunatamente viene in soccorso del motore la rapportaturadel cambio, grazie al quale nelle prime quattro marce si riesce atenere su di giri il mono, e a muoversi in maniera abbastanzaspedita. Gli ultimi due rapporti sono invece piuttosto lunghi eanche abbastanza distanziati fra di loro. In ogni caso, incondizioni favorevoli si riesce a prendere il limitatore anche insesta, con la YZF-R che "vola" poco al di là del limiteautostradale. Non male come velocità in rapporto allacavalleria disponibile, ma fin esagerata per i sedicenni nostrani, aiquali è preclusa la possibilità di utilizzare la loro125 in tangenziale e in autostrada.

FACILESUBITO Oltre ai rapporti, appare adeguata anche lamanovrabilità del cambio, così come tutti gli altricomandi della moto. La frizione si aziona senza alcuno sforzoe i freni rispondono ai comandi senza mai mettere in difficoltàil conducente, neanche sul bagnato. Paradossalmente, è ildisco posteriore a sembrare sovradimensionato, ma credo che il suocomportamento possa essere stato influenzato dagli eccessivitrasferimenti di carico dovuti al peso del pilota (i miei pocoadolescenziali 85 chili, per intenderci) piuttosto che ad una carenzadel comando in sé.


BENTARATA
Anche perché, le sospensionilavorano molto meglio di quanto si possa presumere guardandole.Le regolazioni di base tendono decisamente al morbido, ma anche nellaguida meno abbottonata difficilmente vanno in crisi, a patto dinon metterle sotto pressione con una condotta troppo brusca. Cherisulterebbe essere poco redditizia in assoluto, data anche la pocapotenza a disposizione. Guidata dolcemente, quindi, questa ottavo dilitro non fa rimpiangere le più professionali due tempi -perlomeno quelle "mantenute" a Codice - e pare inveceassolutamente propedeutica per chi vuole imparare a scorrerevelocemente tra le curve, imparando a sfruttare il freno motorein abbinamento ai freni tradizionali.

GIRACHE TI RIGIRA La guida veloce sulle stradesecondarie è quindi alla portata di questa Yamaha e ilmotore fa quello che può per non rischiare l'appisolamentodel conducente. I giri salgono con apprezzabile linearità, convibrazioni scarsissime pure sotto sforzo, ma anche con una spintache si fa avvertibile solo oltrepassati i 7.000 giri. Daqui, fino al limitatore posto a 10.500, lalancetta del contagiri cerca volenterosamente di accelerare la suacorsa, con risultati apprezzabili. Peccato solo che leultime tre marce siano troppo distanziate tra di loro, facendoperdere troppi giri al motore passando al rapporto superiore.


CAMPIONE D'AGILITÀ
Grazie anche alla gommatura non troppo larga, la moto risultaessere sveltissima nei cambi di direzione, forse anche tropponella situazione di pioggia costante in cui l'abbiamo provata. C'èda notare, però, che a questa reattività noncorrisponde una scarsa precisione sul veloce. Anzi, lanciata invelocità la YZF-R non dà alcun problema, senza che ildover affrontare un ampio curvone crei alcuna apprensione. Meritosicuramente della rigidità del telaio e del lavoro armonicodelle sospensioni, ma anche delle buone caratteristiche dicomunicativa su asfalto viscido delle Pirelli Demon montate su tuttele moto del test.
Pubblicato da Michele Losito, 04/03/2008
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